L'impegnativo valico fra Val Porcellizzo ed alta Val Codera
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Bagni di Masino-Rif. Gianetti-Passo Porcellizzo |
6 h |
1700 |
EE |
Rifugio Gianetti-Passo porcellizzo-Bivacco Pedroni-Del Prà |
2 h |
370 |
EEA |
La
val Porcellizzo è una delle più belle, luminose ed ampie
valli retiche. L'imponente cornice granitica che la incorona, con le
vette (da sinistra) del pizzo Porcellizzo (sciöma dò porsceléc'), della punta Torelli, dei
pizzi Badile e Cengalo, dei pizzi Gemelli e del pizzo del Ferro occidentale
(o cima di Bondasca), non ci deve far dimenticare che la valle ha la
curiosa prerogativa di essere fra le più ricche di passi fra
quelle delle Alpi centrali. Ce ne sono, infatti, ben sei, fra noti e
meno noti. Sempre da sinistra, i passi Barbacan (il sud-est, m. 2698,
che porta nella Valle dell'Oro, ed il nord, m. 2598, che permette di
scendere in valle d'Averta, laterale della Val Codera), la bocchetta
di Sceroia (che non è facile da trovare, e che conduce anch'essa
in val Codera), il passo Porcellizzo (m. 2862, che porta in alta val
Codera), il passo di Bondo (pas de bund, il più alto, m. 3169, con difficoltà
alpinistiche, che porta sulla Vedretta della Bondasca, in territorio
svizzero) ed il passo Camerozzo (m. 2765, ben noto a chi percorre il
Sentiero Roma (senté róma), che conduce dalla val Porcellizzo alla valle del Ferro).
Il
passo Porcellizzo è il più vicino al rifugio Gianetti (m. 2534), al quale si sale, dopo circa tre ore e mezza di cammino,
dai Bagni di Masino; viene valicato da coloro che effettuano l'interessantissima
traversata fra questo rifugio ed il bivacco Perdoni-Del Prà (m.
2600, in alta Val Codera).
Raggiungerlo dal rifugio Gianetti, quando c'è poca neve, è
piuttosto facile, mentre impegnativa è la discesa in Val Codera,
che richiede l'attraversamento di un piccolo ghiacciaio, con tutte le
cautele del caso. Se non abbiamo esperienza alpinistica o siamo sprovvisti
del necessario equipaggiamento, dobbiamo dunque limitarci a guadagnare
il passo.
Per
farlo, basta seguire le indicazioni che troviamo nei pressi del rifugio,
alle sue spalle, sulla sinistra, vicino a quelle del sentiero Roma.
Mentre quest'ultimo si dirige verso sud-ovest, il percorso per il passo
Porcellizzo punta a nord-ovest. Dobbiamo prestare attenzione ai segnavia,
che ci guidano nella salita fra grandi massi, con una pendenza che tende
via via ad accentuarsi.
Il passo non è visibile, perché risulta nascosto dietro
un fianco roccioso. Esso è collocato a destra del pizzo Porcellizzo (sciöma dò porsceléc')
(m. 3075), al termine di un canalino che raggiunge il crinale compreso
fra questo monte e la punta Torelli (m. 3137). Nella
salita passiamo proprio di fronte al caratteristico sperone roccioso
che scende dalla punta ed è denominato, per la forma che mostra
dal rifugio Gianetti, Dente della Vecchia. Lasciamo quindi lo sperone
alla nostra destra, e scopriamo che la sua forma, vista da ovest, cambia
sensibilmente. Capita non di rado, poi, di poter osservare le cordate
che salgono vetta della punta Torelli.
Una traccia di sentiero, resa un po' insidiosa da qualche sasso mobile
e dal terriccio scivoloso, ci porta poi ai piedi del canalino che conduce
al passo e che risaliamo tenendoci sul lato destro. Qui si trova neve
anche a stagione avanzata, e questo, se non siamo adeguatamente attrezzati,
può rendere difficoltoso l'ultimo tratto della salita.
Alla fine, dopo poco più di un'ora dal rifugio, raggiungiamo
i 2862 metri del passo Porcellizzo. Spesso il colpo d'occhio sull'alta Val Codera,
anche nelle giornate in cui il cielo è solo parzialmente coperto
dalla nuvolaglia, è impedita dalla densa foschia che risale il
canalino sul versante di questa valle, e che limita la visuale a pochi
metri. In Val Codera, infatti, le correnti umide che salgono dall'alto
Lario si incontrano con l'aria più fresca che scende da nord,
determinando densi banchi di foschia.
Dai
Bagni di Masino al passo il dislivello complessivo è di quasi
1700 metri, e si supera in poco più di cinque ore di cammino (esclusa, ovviamente,
l'eventuale sosta al rifugio Gianetti).
In appendice, diamo breve relazione della traversata al bivacco Pedroni-Dal Prà, in alta Val Codera, anche se questa presenta difficoltà, anche se modeste, di carattere alpinistico. Sul versante di Val Codera, infatti, si tratta di scendere per un ghiacciaietto abbastanza ripido. Si impongomo, quindi, ramponi e picozza.
Se le condizioni di terreno sono adeguate, si può scendere dal passo Porcellizzo tenendo più o meno il centro del canalone con il ghiacciaietto, fino alla crepaccia terminale. In caso contrario, ci si tiene sul lato destro, immediatamente a lato della neve e, dopo il primo tratto di discesa, si sfrutta una fascia di roccette (passaggi di II grado con corde fisse).
Alla fine si mette piede su un versante morenico, alla sinistra di quel che resta del ghiaccicio di Sivigna, che qui dominava sovrano solo fino a qualche decennio fa. Volgendo a destra (direzione nord) raggiungiamo il fondo di un'ampia conca di sfasciumi, a quota 2530 metri. Qui seguiamo i segnavia bianco-rossi, che ci fanno piegare leggermente a sinistra (nord-ovest) e ci fanno avvicinare allo sperone roccioso sul quale è posto il bivacco. Sormontato un balcone roccioso, torniamo a salire verso nord sul versante di roccette, fino a raggiungere il poggio erboso che orpita il bivacco Pedroni-Del Prà (m. 2577), al quale ci portiamo in breve volgendo a sinistra, dopo circa 2 ore di cammino (il dislivello approssimativo in salita è di 370 metri).
Discesa dal passo Porcellizzo |
Discesa dal passo Porcellizzo |
Discesa dal passo Porcellizzo |
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo (CNS, come quella sopra riportata), che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri).
Apri qui la carta on-line.
CARTA DEL TERRITORIO COMUNALE sulla base della Swisstopo (CNS), che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri).
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