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Cevo

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Cevo-Ceresolo-Cerviso
2 h e 30 min.
820
E
SINTESI. Saliamo lungo la provinciale della Val Masino e, dopo una galleria paramassi, alla località Ponte del Baffo lasciamola prendendo a sinistra, superando il ponte sul torrente Masino e, dopo pochi tornanti, raggiungendo Cevo (m. 700), dove parcheggiamo, raggiungendo a piedi il limite opposto del paese (nord). Qui parte una mulattiera che scende verso nord ad un ponticello sul torrente Carvocco e sul lato opposto prosegue volgendo a sinistra (ovest) ed inizia a risalire il versante settentrionale (di destra, per chi sale) della Valle di Spluga, raggiungendo il nucleo di Ceresolo (m.1041). Qui non proseguiamo diritti seguendo le indicazioni per i laghi, ma cerchiamo sulla destra (per chi sale, direzione est-nord-est), alle spalle di una delle prime baite, la mulattiera, segnalata da bolli color arancio, che risale, sempre ben visibile, il largo e selvaggio vallone posto a nord-est di Ceresolo. Il sentiero sale ripido fino alla parte alta del vallone, dove questo va restringendosi, fino a raggiungerela conca che ospita le baite di Cerviso bassa, poste, a quota 1381. Qui pieghiamo a sinistra (nord-ovest), lasciamo alle spalle le baite, aggiriamo a sinistra una fasciadi baite e raggiungiamo le baite di Cerviso alta (m. 1480).


Cerviso bassa

Esiste una Val Masino nascosta e selvaggia, che vale però la pena di visitare. Ecco un itinerario che ci offre questa possibilità.
Percorrendo la ex ss. 404, ora strada provinciale, della Val Masino, dopo la deviazione a destra per
Biolo (termine che deriva da “betulleus”, quindi da betulla) ed una galleria paramassi, giungiamo alla vecchia Osteria del Baffo, a circa 6 km da Ardenno, dove una Madonna dipinta sulla facciata rivolge uno sguardo antico non più sui viandanti di un tempo, che da qui passavano per inoltrarsi nella valle, ma sul moderno intreccio di veicoli che si incrociano veloci. Qui lasciamo la statale, sulla sinistra, per attraversare il ponte che ci porta alla località Ponte del Baffo (m. 571), dove si trova la nuova osteria. Salendo lungo la strada che porta a Cevo, troviamo ben presto, al primo tornante sinistrorso, una cappelletta: fermiamoci ed imbocchiamo un sentierino che se ne stacca sulla destra e ci porta, in breve, alle belle cascate del torrente che scende dalla valle di Spluga, il torrente Cavrocco, “cavróch”. Siamo sul lato meridionale (sinistro, per noi), della valle di Spluga, che è la prima laterale occidentale che si incontra, sulla sinistra, salendo in Val Masino.


La Val Masino vista da Cerviso

Ritornati all’automobile, raggiungiamo, dopo circa un chilometro e mezzo, Cevo (cèf, termine che deriva da "clivus", pendio della montagna, o dal celtico "ceva", "vacca"; m. 660), paesino che, amministrativamente, appartiene al comune di Civo, sulla Costiera dei Cech, ma geograficamente è posto a guardia del fianco occidentale della bassa Val Masino. Ci accoglie la chiesa di Santa Caterina, già appartenente alla parrocchia di Caspano, ed eretta a parrocchia nel 1860.


Le Orobie centrali viste da Cerviso

Entriamo, quindi, in paese e parcheggiamo l'automobile, per poi raggiungere il lato opposto. Dobbiamo raggiungere il fianco della valle, e per farlo, ora, percorriamo una pista sterrata che passa appena a monte del paese, e che ha sostituito, dopo la costruzione di una centralina idroelettrica, la vecchia mulattiera. Da qui possiamo gettare uno sguardo sulla bassa Val Masino, fino alla conca di Cataeggio ("cata(i)öc’").
Raggiunto un ponte, ci portiamo sul lato opposto della valle (quello settentrionale, o di destra, per chi sale), Comincia ora una lunga salita sul fianco roccioso della valle: ignorata la deviazione sulla destra (si tratta del sentiero che percorre il fianco occidentale della bassa Val Masino, fino a Cataeggio), imbocchiamo la bella mulattiera che sale a ridotto del fianco roccioso della valle.


Valle di Preda Rossa e Corni Bruciati visti da Cerviso

Attraversato un corpo franoso, raggiungiamo, infine, dopo circa tre quarti d'ora di cammino, la località Ceresolo ("sceresö", forse da "cerrus", quindi con significato di "cerreto", m. 1041), dove ci si presentano tre possibilità per proseguire l'escursione: quella, più classica, ma anche più lunga e faticosa, di proseguire verso ovest, risalendo l'intera valle, fino ai laghetti di Spluga (in tal caso, troviamo la ripartenza del sentiero sul limite superiore dei prati a monte delle baite); quella, più impegnativa, del sentierino, pulito ed attrezzato dai cacciatori, che, segnalato alla nostra sinistra, torna sul lato meridionale della valle e porta a Rigorso, piccolo nucleo di baite dal quale parte una pista per Caspano, sulla Costiera dei Cech; quella, infine, non segnalata, poco conosciuta ma assai interessante, che sale alle baite di Cerviso (cervìs o scervìs), nel cuore più nascosto e selvaggio della media valle di Spluga.


Cerviso alta

Per sfruttare questa terza possibilità, cerchiamo sulla nostra destra, alle spalle di una delle prime baite, il sentiero (non segnalato) che risale, sempre ben visibile, il largo e selvaggio vallone posto a nord-est di Ceresolo. E', questa, una montagna che incute timore: la sua asprezza sembra non regalare nessuna lusinga all'escursionista che vi si addentri, soprattutto nelle stagioni autunnale, invernale e primaverile.
Il sentiero sale ripido fino alla parte alta del vallone (vàl dè scervìs), dove questo va restringendosi, fino a raggiungere le baite di Cerviso bassa (scervìs bàs), sul largo crinale che separa la valle di Spluga dal solco principale della Val Masino. Le carte IGM riportano un sentiero che, partendo dalle baite, si dirige verso destra, in direzione di un aspro sperone roccioso chiamato "móta dè cèf", per poi scendere ad intercettare la mulattiera Cevo-Ceresolo: è però del tutto sconsigliabile cercare di percorrerlo, in quanto si perde in un ambiente dirupato e pericoloso, esponendoci a non pochi pericoli. Procediamo, allora, in direzione opposta, cioè verso sinistra: raggiunte le baite più alte ed imboccato il sentierino che sale, aggirando a sinistra una fascia di rocce, guadagniamo i 1480 metri delle baite di Cerviso alta (scervìs vòlt), poste al limite inferiore di un ampio prato.


Cima di Castello, punta di Rasica e pizzi Torrone da Cerviso

La solitudine di questi luoghi ha qualcosa di inquietante e, insieme, di affascinante. Possiamo proseguire ancora: sul limite superiore del prato il sentierino, infatti, riparte, salendo lungo il crinale di un dosso che va restringendosi, finché, intorno a quota 1700, si riduce ad una stretta fascia di rocce. Il sentiero prosegue sul fianco destro del crinale, e, superata una bocchettina, conduce all'alpe Cavislone ("cavislùn"), sul versante settentrionale della Valle di Spluga: è però sconsigliabile cercare di effettuare la traversata, perché se si perde la traccia di sentiero, si rischia di perdersi in luoghi fra i più aspri e dirupati della Val Masino. Possiamo, quindi, considerarci paghi di questa bella escursione che, in tre ore circa (superati poco più di 1000 metri di dislivello), ci ha portato ad un incontro con la montagna meno nota, ma non meno affascinante.


La Val Tartano vista da Cerviso

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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