Al classico Trekking della Valle Spluga, in otto tappe, si può accostare un trekking di sei giorni che copre l'intera Valle Spluga orientale, con punto di partenza ed arrivo a Campodolcino. Trekking vario e splendido in condizioni meteorologiche ideali. Non ci sono passaggi davvero ostici, ma solo pochi tratti attrezzati con corde fisse. Qualche passaggio su nevaio rende utili i ramponi. Questo trekking può inoltre essere variamente modulato e ridotto, in corso d'opera, a tre giorni o più. La versione più breve, su tre giorni, può essere così articolata: Campodolcino-Madesimo; Madesimo-Rif. Bertacchi; Rif. Bertacchi-rif. Chiavenna-Campodolcino. In ogni caso il trekking regala le più ampie soddisfazioni anche agli escursionisti più esigenti, che hanno modo di gustare cime, laghi e scenari di questo angolo di Alpi Retiche.


Avero

TREKKING DELLA VALLE SPLUGA ORIENTALE - SESTA TAPPA: BIV. CHIARA E WALTER-CAMPODOLCINO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Biv. Chiara e Walter-Passo d'Avero-Alpe d'Avero-Alpe Bondeno-Gualdera-Campodolcino
7 h
400/2010
E
SINTESI. Dal bivacco Chiara e Walter (m. 2660), seguendo la mulattiera scalinata e poi il sentiero segnalato verso sud-sud-est e sud est, scendiamo lungo un vallone in direzione dell'ampia e splendida conca dell'Acquafraggia, che ospita il ben visibile e grande lago omonimo. Restando sul lato sinistro (per noi) del vallone, superiamo il versante di sfasciumi e proseguiamo tranquillamente su un ampio declicio di pascoli, fino a giungere in vista del laghetto di Piangesca e dell'omonimo alpeggio (m. 2097). Qui lasciamo alla nostra sinistra l'itinerario per il lago e l'alpe dell'Acquafraggia, e prendiamo a destra, in direzione ovest, seguendo i segnavia bianco-rossi. Procediamo piegando leggermente a sinistra, in direzione sud-ovest e, risalito un valloncello, lo attraversiamo verso sud; sul lato opposto, pieghiamo a sinistra (sud-est), tornando per breve tratto in direzione del lago di Acquafraggia. Raggiunto il filo di un dosso, pieghiamo a destra, procedendo a sud-ovest ad attraversando un secondo vallone. Sul lato opposto, dopo un breve tratto pieghiamo a ncora a destra, raggiungendo il filo del crinale che scende dal promontorio quotato 2384 metri. Piegando a destra (ovest), tagliamo in diagonale il ripido versante erboso dell'alta Valle dell'Acqua Calda, esposto a sud, perdendo leggermente quota. Dopo leggera risalita, doppiamo un costone che ci fa accedere all'alta valle di Carmezzano e passiamo poco a monte delle baite di Carmezzano (m. 2121). Raggiunto il centro della valle, procedendo sempre con attenzione (i versanti sono ripidi ed insidiosi), affrontiamo, sul versante opposto, la breve salita che ci porta al passo d'Avero (m. 2332). Dall'ampia sella del passo cominciamo la facile discesa in Val d’Avero, tenendo più o meno il centro di un ampio canalone (direzione nord-ovest), finché, giunti in vista di un masso centrale, quotato 1890 metri, pieghiamo a sinistra e passiamo alla sua sinistra, procedendo su un terreno di massi e macereti. I segnavia dettano il percorso più comodo, che comunque mantiene la direzione ovest. Superata una fascia di larici, siamo in vista della parte alta delle baite Avero (m. 1678), che raggiungiamo scendendo l'ultima fascia di prati. Dal limite alto delle baite procediamo, ora, a ridosso del recinto in legno, scendendo verso destra. Troviamo subito la partenza di un sentiero segnalato (Motto di Bondeno) che supera due rami del torrente e procede con saliscendi in una macchia di larici e su un brullo versante, fino al pianoro del Motto di Bondeno (m. 1786). Seguiamo ora la carozzabile che scende passando a monte di Bondeno di Fuori (m. 1660). Poco più avanti, vediamo, sempre in basso, le baite e la chiesetta di Bondeno di Mezzo (m. 1636) ed infine il nucleo maggiore, Bondeno di Dentro (m. 1635). Poco oltre vediamo sulla sinistra della carozzabile un sentierino che scende per via più diretta. Seguendolo, raggiungiamo la parte alta dei prati di Palù (m. 1434), dove termina anche la pista, innestandosi sulla strada asfaltata che sale da Campodolcino e Gualdera. Seguendo la strada, scendiamo al nucleo di Gualdera (m. 1403). Giunti in vista di una pozza lasciamo la strada e seguiamo il sentiero che la costeggia; lasciando a sinistra un ponticello in legno, volgiano a destra, superiamo una porta fra alcuni massi ed attraversiamo una fascia di prati (attenzione ai segnavia). Entrati nel bosco, scendiamo a lato di un torrentello, fino ad intercettare la strada Campodolcino-Fraciscio. La lasciamo però subito, perché pochi metri più in là, sulla sinistra, il sentiero, largo e ripido, riprende, e così più volte. Alla fine siamo alle case della frazione Tini di Campodolcino.


Il bivacco Chiara e Walter sullo sfondo del gruppo del Masino

La sesta ed ultima giornata del Trekking della Valle Spluga orientale nella sua prima parte coincide con l'ottava tappa del Trekking della Valle Spluga e prevede la traversata dal bivacco Chiara e Walter al passo di Lei a Campodolcino, per la Valle d'Avero, gli alpeggi di Bondeno e Fraciscio. Una traversata un po' lunga ma tranquilla e panoramicamente splendida.


Apri qui una panoramica dal passo di Lei

Dal bivacco Chiara e Walter (m. 2660), seguendo la mulattiera scalinata e poi il sentiero segnalato verso sud-sud-est e sud est, scendiamo lungo un vallone in direzione dell'ampia e splendida conca dell'Acquafraggia, che ospita il ben visibile e grande lago omonimo. Restando sul lato sinistro (per noi) del vallone, superiamo dunque il versante di sfasciumi e proseguiamo tranquillamente su un ampio declicio di pascoli, fino a giungere in vista del laghetto di Piangesca e dell'omonimo alpeggio (m. 2097). Qui lasciamo alla nostra sinistra l'itinerario per il lago e l'alpe dell'Acquafraggia, e prendiamo a destra, in direzione ovest, seguendo i segnavia bianco-rossi. Procediamo piegando leggermente a sinistra, in direzione sud-ovest e, risalito un valloncello, lo attraversiamo verso sud; sul lato opposto, pieghiamo a sinistra (sud-est), tornando per breve tratto in direzione del lago di Acquafraggia.


Alpe Piangesca

Alpe Piangesca

Laghetto della Piangesca

Lago dell'Acquafraggia

Lago dell'Acquafraggia

Alpe Piangesca

Raggiunto il filo di un dosso, pieghiamo a destra, procedendo a sud-ovest ad attraversando un secondo vallone. Sul lato opposto, dopo un breve tratto pieghiamo a ncora a destra, raggiungendo il filo del crinale che scende dal promontorio quotato 2384 metri. Piegando a destra (ovest), tagliamo in diagonale il ripido versante erboso dell'alta Valle dell'Acqua Calda, esposto a sud, perdendo leggermente quota. Dopo leggera risalita, doppiamo un costone che ci fa accedere all'alta valle di Carmezzano e passiamo poco a monte delle baite di Carmezzano (m. 2121).

Raggiunto il centro della valle, procedendo sempre con attenzione (i versanti sono ripidi ed insidiosi), affrontiamo, sul versante opposto, la breve salita che ci porta al passo d'Avero (m. 2332). Dall'ampia sella del passo cominciamo la facile discesa in Val d’Avero, tenendo più o meno il centro di un ampio canalone (direzione nord-ovest), finché, giunti in vista di un masso centrale, quotato 1890 metri, pieghiamo a sinistra e passiamo alla sua sinistra, procedendo su un terreno di massi e macereti. I segnavia dettano il percorso più comodo, che comunque mantiene la direzione ovest. Superata una fascia di larici, siamo in vista della parte alta delle baite Avero (m. 1678), che raggiungiamo scendendo l'ultima fascia di prati.


Sella di quota 2384

Sella di quota 2384 e pizzo Somma Valle

Traversata della Val Carmezzano

Traversata della Val Carmezzano

Traversata della Val Carmezzano

Traversata della Val Carmezzano

Discesa dal passo d'Avero

Discesa dal passo d'Avero

Discesa dal passo d'Avero

Dall limite alto delle baite procediamo, ora, ridosso del recinto in legno, scendendo verso destra, lasciando alla nostra sinistra il Trekking della Valle Spluga che prosegue nella discesa ad Olcera e Dalò.


Avero

Troviamo subito alcuni cartelli escursionistici: il più alto segnala il percorso prima menzionato, che scende a Dalò in 3 ore, a Pianazzola in 3 ore e 45 minuti o a San Giacomo sempre in 3 ore e 45 minuti; segue il cartello del percorso B27, che sale al passo di Avero in 2 ore, traversa a Carmezzano in 2 ore e 20 minuti e scende al lago dell'Acquagraggia in 3 ore; il terzo cartello si riferisce al sentiero che abbiamo percorso, e dà Cimaganda ad un'ora e 20 minuti; il quarto, infine, segnala che percorrendo il sentiero a pochi metri si traversa in 40 minuti al Motto di Bondeno ed in un'ora e 10 minuti a Gualdera.


Motto di Bondeno

Ed è proprio questo il sentiero che sfruttiamo per traversare agli alpeggi di Bondeno e a Guldera. La traversata propone diversi saliscendi, ma ha un andamento complessivo a salire, in quanto porta al Motto di Bondeno, che è posto a 1786 metri, quindi più in alto di Avero. Si tratta di un poggio quasi sospeso sull'abisso, come possiamo vedere bene da Avero. Superati due rami del torrente Avero su comodi blocchi e su un bel ponte in pietra (ricordiamoci di richiudere il cancelletto), iniziamo la traversata, nel cui primo tratto restiamo entro il rassicurante abbraccio di un bosco di larici, incontrando anche una fresca fontanella. Il bosco poi gradualmente prende congedo, consegnandoci ad un versante brullo e scosceso. Diverso, qui, sono i passaggi esposti, ma il sentiero è molto largo e corredato da corrimano sul lato esposto o su quello verso monte. Non mancano però i passaggi suggestivi, fra cui il Crot de la Meràas, grande masso-ricovero che, come recita un cartello, costituisce “luogo di sosta e di riflessione per uomini e capre”. Siccome però, per il noto sillogismo dell'escursionista, non siamo capre ma neppure siamo sicuri del nostro essere uomini (come? Non conoscete il sillogismo? Eccolo: il cane è il migliore amico dell'uomo; il cane abbaia furioso contro l'escursionista; l'escursionista, dunque, ...), tiriamo diritti.


Bondeno di Mezzo

Superati alcuni valloni, raggiungiamo infine la spianata dei prati del Motto di Bondeno (m. 1786), dove un ampio parcheggio segnala che qui giunge una carozzabile che parte da Gualdera. E si aprono scenari più dolci, domestici, tranquillizzanti. Si tratta ora di seguire, per un buon tratto, la carozzabile con fondo in cemento che, come detto, è chiusa al traffico dei veicoli non autorizzati. Dopo aver incontrato, sulla sinistra, la pista che confluisce sulla carozzabile dalla cava di Pianello, vediamo, in basso, sempre a sinistra, un cocuzzolo di prati con un nucleo di baite: è l'alpe di Bondeno di Fuori (m. 1660). Poco più avanti, vediamo, sempre in basso, le baite e la chiesetta di Bondeno di Mezzo (m. 1636) ed infine il nucleo maggiore, Bondeno di Dentro (m. 1635).


Palù

Guardando davanti a noi, riconosciamo, lontane, a nord-ovest, alcune delle più importanti cime della Val di Giüst, dai gemelli Pizzi Piani, proseguendo in senso orario, ai pizzi Ferrè e Tambò, per finire con il gruppo del Suretta, che si comincia ad intravvedere. Superata la pista che si stacca dalla carrozzabile per raggiungere le vicine baite di Bondeno di Dentro, troviamo, poco più avanti, la segnalazione di un sentiero che se ne stacca per scendere più diretto verso Palù e Gualdera. Lo imbocchiamo. In diversi punti riaggancia la pista per sganciarsene subito. Alla fine, usciamo dallo splendido bosco di larici nella parte alta dei prati di Palù (m. 1434), dove termina anche la pista, innestandosi sulla strada asfaltata che sale da Campodolcino e Gualdera. Il luogo è splendido e d'estate molto frequentato da villeggianti. Seguendo la strada, scendiamo al nucleo di Gualdera (m. 1403), che superiamo, raggiungendo una zona di terreno torboso con due belle pozze. Appena oltre la seconda, sulla sinistra vediamo un cartello che dà Campodolcino a 40 minuti.


Laghetto di Gualdera

Lasciamo, dunque, la strada ed imbocchiamo un sentierino che costeggia la pozza più grande e, lasciando a sinistra un ponticello in legno, volge a destra, supera una porta fra alcuni massi ed attraversa una fascia di prati (prestiamo attenzione ai segnavia). Entrati nel bosco, scendiamo a lato di un torrentello, fino ad intercettare la strada Campodolcino-Fraciscio. La lasciamo però subito, perché pochi metri più in là, sulla sinistra, il sentiero, largo e ripido, riprende, e così più volte. Chi lo trovasse eccessivamente ripido può, ovviamente, seguire la strada, allungando la discesa di 10-15 minuti. Alla fine, con gran sollievo, siamo alle case della frazione Tini di Campodolcino, dove si chiude il Trekking della Valle Spluga orientale.


Laghetto di Gualdera

CARTE DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line


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