CARTA DEL PERCORSO


Apri qui una fotomappa della salira da Caspoggio al bivacco Sufrina

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Caspoggio-Piazzo Cavalli-Bivacco Sufrina
3 h e 30 min.
1140
E
SINTESI. Entrati in Sondrio lasciando sulla destra la tangenziale proprio all’inizio della sua rampa, procediamo diritti fino alla prima rotonda alla quale usciamo al terzo svincolo (sinistra), imboccando la strada provinciale 15 della Valmalenco. La seguiamo ignorando la deviazione sulla sinistra per Torre S. Maria e raggiungendo la rotonda dove, uscendo al primo svincolo, cioè a destra, saliamo verso Caspoggio. Giunti al paese, procediamo diritti e poi svoltiamo a destra, percorrendo la via che passa a monte del centro, fino al punto in cui termina la circolazione libera. Qui, a 1175 metri, parcheggiamo ed iniziamo la salita. Dobbiamo raggiungere, come tappa intermedia, gli impianti di risalita del Piazzo Cavalli, ma per arrivarci non c’è un’unica via. Si può seguire una pista sterrata, più dolce ma più lunga, o un sentiero più diretto. In ogni caso, seguendo le abbondanti segnalazioni per il Piazzo cavalli non ci si può sbagliare. A lato della strada, presso il parcheggio, troviamo una fontana, un pannello con carta geografica ed un cartello che indica la partenza di un sentiero che sale diretto lungo i prati a monte delle case, verso sud-est. Lo imbocchiamo camminando a destra di un piccolo corso d’acqua, ignorando due ponticelli che portano sull’altro lato. Il sentiero termina intercettando una pista sterrata (strada agricola Braccia-Curada), che seguiamo salendo. Dopo una serie di tornanti dx-sx-dx, la stradella inizia ad avere un fondo in cemento e ci porta alla frazione di S. Antonio (Cenàasc), dove troviamo la chiesetta omonima (m. 1337). Non ci portiamo però alla chiesetta, ma, seguendo le indicazioni dei cartelli ad un trivio, stiamo sul sentiero 305, di centro, che porta al Piazzo Cavalli in un’ora e 10 minuti ed al Crap in un’ora e mezza. Attraversiamo le case di S. Antonio passando a sinistra di una fontana con vasca e proseguiamo salendo decisi verso sud-est. Ad una fontana con due vasche in cemento troviamo un bivio segnalato da cartelli, e proseguiamo a destra stando sempre sul sentiero 305, che in un’ora porta al Piazzo Cavalli. Dopo un breve tratto in piano, ecco un nuovo bivio, al quale imbocchiamo il sentiero che sale a sinistra indicato da un paletto di legno con un segnavia rosso-bianco-rosso. Dopo pochi minuti, altro lavatoio e nuovo bivio, al quale prendiamo a destra seguendo il sentiero 305, lasciando alle spalle le ultime case. Dopo un tratto delimitato da un muretto a secco, il sentiero confluisce in una pista che sale da destra, cioè da S. Antonio, e prosegue verso sinistra. Al tornante dx ignoriamo la pista che si stacca a sinistra e proseguiamo diritti, entrando nel bosco ad una quota di rica 1400 metri. Al successivo tornante dx ignoriamo la stradina che se ne stacca andando a sinistra, e seguiamo il cartello che indica Piazzo Cavalli, dato a mezzora. Più avanti troviamo un sentiero che se ne stacca sulla sinistra. Possiamo prenderlo per guadagnare sui tempi, oppure stare sulla pista, alla quale si ricongiunge più in alto, a quota 1650 metri circa. Saliamo verso sinistra, seguendo le indicazioni per Piazzo Cavalli, dato da un cartello a 10 minuti. Dopo una curva a destra siamo agli impianti di Piazzo Cavalli, uno splendido poggio panoramico (cés di Cavài, m. 1720), dove si trova anche un ristorante. Troviamo i cartelli che indicano due direttrici di salita, quella (sentiero 335) per il Dosso dei Galli, dato ad un’ora, e per il Monte Palino, dato a 3 ore;, e quella (sentiero 305) per l’alpe Cavaglia, Acquanera e Prabello (Alta Via della Valmalenco). Lasciato alle spalle l’impianto di risalita saliamo diritti lungo i prati, per poche decina di metri, fino a trovare sulla sinistra una pista sterrata che sale lungo la fascia di prati delle piste di sci, verso sud-est. Salendo passiamo vicino ad un baitello di servizio in legno, prima di raggiungere il punto terminale della seggiovia, a quota 1880 metri. Superato il rudere di uno ski-lift, raggiungiamo un bivio, con indicazioni per le alpi Cavaglia, Acquanera e Prabello a sinistra (Alta Via della Valmalenco) e Dosso dei Galli e Monte Palino diritto. Qui lasciamo l’Alta Via della valmalenco e proseguiamo diritti (m. 1960), sempre seguendo la pista sterrata con alcune frecce blu e sigle MP (monte Palino). Salendo decisi raggiungiamo il termine della pista a quota 2090 metri. La sostituisce un ripido sentiero, che corre sotto un cavo di ski-lift della pista del Dosso dei Galli. Passiamo subito a destra di un baitello di servizio e proseguiamo nella salita, seguendo i segnavia e gli ometti. Il terreno alterna lembi di pascoli, pietraie e radi larici. Attraversiamo una pietraia verso sinistra a quota 2160 metri e proseguiamo nella ripida salita, a lato di altre pietraie, verso sud-est ed est, seguendo il crestone che scende verso ovest dal monte Palino. Passiamo a sinistra di alcune roccette ed attraversiamo una nuova pietraia, prima di ritrovare la traccia di sentiero. Un segnavia bianco e quadrato segnala un sentiero che comporta difficoltà. In realtà se non perdiamo la traccia non ci sono problemi, ma alla nostra destra c’è il versante dirupato che si affaccia alla Valle Dagua. I rododendri hanno ormai preso il posto delle liste di pascolo, e salendo troviamo altri segnavia bianchi. Prestiamo ora attenzione alla nostra destra: raggiunto un poggio, vediamo, alla nostra destra, una conca, nella quale si trova il baitello adibito a Bivacco Sufrina.


La testata della Valmalenco vista dal bivacco Sufrina

Il monte Palino (m. 2686) è il punto più elevato ed orientale del territorio comunale di Caspoggio, e si trova al punto di congiunzione dei tre bacini della Lanterna, delllo Sfrisigaro (Valle di Dagua) e dell’Antognasco (Val Painale e Val di Togno). Ma il toponimo “Palino” non deriva dall’uso locale, che invece chiama la cima “Sufrina olta” o anche “Pizza de la Sufrina” (la cima viene nominata “Sofrina” anche nella carta topografica asburgica della prima metà dell’Ottocento).
A nord-ovest della cima si trova un’elevazione minore, poco più che un poggio, molto importante, però, per i Caspoggini, che vi hanno collocato una grande croce e l’hanno chiamata “Sufrina basa” (m. 2382). Vista dal basso, infatti, questa cima sembra sovrastare Caspoggio e gode di una peculiarità a dir poco suggestiva: quando il 21 marzo, solstizio di primavera, introduce questa stagione, il sole, visto da Caspoggio, sorge, alle 8.38, proprio dietro questa cima. Non sfuggiva infatti alla civiltà contadina di un tempo il nesso fra posizione del sole rispetto alle cime ed ore del giorno o stagioni.


Caspoggio e il Pizzo Scalino

Salendo verso Piazzo Cavalli

A questa cima sono da qualche secoli saliti cacciatori, e queste zone, dove i pochi larici sparpagliano fra rododendri e pietraie, sono un po’ il loro territorio elettivo. Un capanno di caccia posto in una conca (Zoca del Pefuré) poco sotto la Sufrina basa è stato nel 2009 adattato a bivacco, quindi sempre aperto a quanti amano girovagare su questi versanti a monte degli impianti di risalita di Caspoggio. Si tratta del bivacco Sufrina (m. 2265), raggiungibile dalle frazioni alte di Caspoggio con una lunga camminata, godibilissima in autunno ed in primavera.
Entrati in Sondrio lasciando sulla destra la tangenziale proprio all’inizio della sua rampa, procediamo diritti fino alla prima rotonda alla quale usciamo al terzo svincolo (sinistra), imboccando la strada provinciale 15 della Valmalenco. La seguiamo ignorando la deviazione sulla sinistra per Torre S. Maria e raggiungendo la rotonda dove, uscendo al primo svincolo, cioè a destra, saliamo verso Caspoggio. Giunti al paese, procediamo diritti e poi svoltiamo a destra, percorrendo la via che passa a monte del centro, fino al punto in cui termina la circolazione libera. Qui, a 1175 metri, parcheggiamo ed iniziamo la salita.


Salendo verso S. Antonio

Dobbiamo raggiungere, come tappa intermedia, gli impianti di risalita del Piazzo Cavalli, ma per arrivarci non c’è un’unica via. Si può seguire una pista sterrata, più dolce ma più lunga, o un sentiero più diretto. In ogni caso, seguendo le abbondanti segnalazioni per il Piazzo cavalli non ci si può sbagliare. Oltretutto per tre quarti della salita seguiamo il percorso dell’ultima (ottava) tappa dell’Alta Via della Valmalenco, percorsa a rovescio. A lato della strada, presso il parcheggio, troviamo una fontana, un pannello con carta geografica ed un cartello che indica la partenza di un sentiero che sale diretto lungo i prati a monte delle case, verso sud-est. Lo imbocchiamo camminando a destra di un piccolo corso d’acqua, ignorando due ponticelli che portano sull’altro lato. Il sentiero termina intercettando una pista sterrata (strada agricola Braccia-Curada), che seguiamo salendo. Dopo una serie di tornanti dx-sx-dx, la stradella inizia ad avere un fondo in cemento e ci porta alla frazione di S. Antonio (Cenàasc), dove troviamo la chiesetta omonima (m. 1337).


Salendo oltre S. Antonio

Non ci portiamo però alla chiesetta, ma, seguendo le indicazioni dei cartelli ad un trivio, stiamo sul sentiero 305, di centro, che porta al Piazzo Cavalli in un’ora e 10 minuti ed al Crap in un’ora e mezza. Attraversiamo le case di S. Antonio passando a sinistra di una fontana con vasca e proseguiamo salendo decisi verso sud-est. Ad una fontana con due vasche in cemento troviamo un bivio segnalato da cartelli, e proseguiamo a destra stando sempre sul sentiero 305, che in un’ora porta al Piazzo Cavalli. Dopo un breve tratto in piano, ecco un nuovo bivio, al quale imbocchiamo il sentiero che sale a sinistra indicato da un paletto di legno con un segnavia rosso-bianco-rosso. Dopo pochi minuti, altro lavatoio e nuovo bivio, al quale prendiamo a destra seguendo il sentiero 305, lasciando alle spalle le ultime case. Dopo un tratto delimitato da un muretto a secco, il sentiero confluisce in una pista che sale da destra, cioè da S. Antonio, e sale verso sinistra. Al tornante dx ignoriamo la pista che si stacca a sinistra e proseguiamo diritti, entrando nel bosco ad una quota di rica 1400 metri.


Piazzo Cavalli

Piazzo Cavalli

Al successivo tornante dx ignoriamo la stradina che se ne stacca andando a sinistra, e seguiamo il cartello che indica Piazzo Cavalli, dato a mezzora. Più avanti troviamo un sentiero che se ne stacca sulla sinistra. Possiamo prenderlo per guadagnare sui tempi, oppure stare sulla pista, alla quale si ricongiunge più in alto, a quota 1650 metri circa. Saliamo verso sinistra, seguendo le indicazioni per Piazzo Cavalli, dato da un cartello a 10 minuti. Poco più avanti troviamo un trignaolo giallo, il caratteristico segnavia dell’Alta Via della Valmalenco. Dopo una curva a destra siamo agli impianti di Piazzo Cavalli, uno splendido poggio panoramico (cés di Cavài, m. 1720), dove si trova anche un ristorante. Troviamo i cartelli che indicano due direttrici di salita, quella (sentiero 335) per il Dosso dei Galli, dato ad un’ora, e per il Monte Palino, dato a 3 ore;, e quella (sentiero 305) per l’alpe Cavaglia, Acquanera e Prabello (Alta Via della Valmalenco).


Il versante a monte del Piazzo Cavalli

Salendo oltre Piazzo Cavalli

Lasciato alle spalle l’impianto di risalita saliamo diritti lungo i prati, per poche decina di metri, fino a trovare sulla sinistra una pista sterrata che sale lungo la fascia di prati delle piste di sci, verso sud-est. Salendo passiamo vicino ad un baitello di servizio in legno, prima di raggiungere il punto terminale della seggiovia, a quota 1880 metri. Superato il rudere di uno ski-lift, raggiungiamo un bivio, con indicazioni per le alpi Cavaglia, Acquanera e Prabello a sinistra (Alta Via della Valmalenco) e Dosso dei Galli e Monte Palino diritto. Qui lasciamo l’Alta Via della valmalenco e proseguiamo diritti (m. 1960), sempre seguendo la pista sterrata con alcune frecce blu e sigle MP (monte Palino). Salendo decisi raggiungiamo il termine della pista a quota 2090 metri.


Il bivacco Sufrina

Il bivacco Sufrina

La sostituisce un ripido sentiero, che corre sotto un cavo di ski-lift della pista del Dosso dei Galli. Passiamo subito a destra di un baitello di servizio e proseguiamo nella salita, seguendo i segnavia e gli ometti. Il terreno alterna lembi di pascoli, pietraie e radi larici. Attraversiamo una pietraia verso sinistra a quota 2160 metri e proseguiamo nella ripida salita, a lato di altre pietraie, verso sud-est ed est, seguendo il crestone che scende verso ovest dal monte Palino. Passiamo a sinistra di alcune roccette ed attraversiamo una nuova pietraia, prima di ritrovare la traccia di sentiero. Un segnavia bianco e quadrato segnala un sentiero che comporta difficoltà. In realtà se non perdiamo la traccia non ci sono problemi, ma alla nostra destra c’è il versante dirupato che si affaccia alla Valle Dagua. I rododendri hanno ormai preso il posto delle liste di pascolo, e salendo troviamo altri segnavia bianchi.
Prestiamo ora attenzione alla nostra destra: raggiunto un poggio, vediamo, alla nostra destra, una conca, nella quale si trova il baitello adibito a Bivacco Sufrina. Con una brevissima discesa fra pietre, radi larici ed erba lo raggiungiamo (m. 2265). Il bivacco dispone di pentole e teglie, di una cucina a legna e a gas, di luce alimentata da un pannello solare, di 4 posti letto su due piani a castello più altri 3 nel mezzo soppalco più altri 2 a scomparsa con materassi, cuscini e coperte, di un tavolo, di un lavello senza però acqua corrente (non se ne trova neppure all’esterno) e di un tavolone esterno.


Monte Rolla e Canale visti dal bivacco Sufrina

La vedretta di Fellaria inferiore vista dal bivacco Sufrina

Dopo tanti sforzi, il panorama appare davvero ripagante. Ad est è chiuso dal versante occidentale del Monte Palino (vediamo, alta un po’ a sinistra - nord-nord-est, la croce del monte Sufrina), mentre a sud, oltre lo sbocco della Valmalenco, la catena orobica mostra un’ampia carrellata di valli della sua sezione centrale. Più a destra i monti Rolla e Canale, guardiani della soglia della Valmalenco, separati dalla bocchetta del Valdone. Procedendo in senso orario, dopo il profilo sfuggente del monte Arcoglio e del sasso Bianco, vediamo i poderosi Corni Bruciati, sul fondo della Val Torreggio (Val del Turéc'). Ad ovest dietro la poderosa costiera del monte Braccia fa capolino il monte Disgrazia. Poi la poderosa mole della punta di Fora, che annuncia le occhieggianti cime della testata della Valmalenco, con la Sella, i pizzi Gemelli, i pizzi Roseg, Scerscen e Benrina, la Cresta Guzza, i pizzi Argient e Zupò, per chiudere con la triplice candida cima del piz Palù. Più a destra ancora la diga di campomoro, il ghiacciaio di Fellaria ed il piz Varuna. Guardando in basso, infine, ad ovest Pizzo Cavalli, caspoggio e Chiesa Valmalenco sembrano lì, a portata di mano.


Poggio Cavalli, Caspoggio e Chiesa in Valmalenco visti dal bivacco Sufrina

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CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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