CARTA DEL PERCORSO - GALLERIA DI IMMAGINI


Lago Bianco e Corno dei Tre Signori

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Rifugio Berni al Gavia-Ghiacciaio della Sforzellina
2 h
280
E
SINTESI. Lasciamo, all’ingresso di Bormio (per chi sale in Alta Valtellina), la strada statale dello Stelvio per prendere a destra, imboccando l'ex strada statale 300 del Gavia. Ignorata la deviazione a destra per Piatta e Bormio 3000, usciamo da Bormio e proseguiamo diritti passando per S. Antonio e S. Nicolò Valfurva e raggiungendo S. Caterina Valfurva. Proseguiamo diritti provinciale 29 che risale la Valle del Gavia. Dopo una serie di tornanti, la strada esce all’aperto, ed effettua un traverso che, superato il punto nel quale è collocata la sbarra che la chiude nel periodo invernale, porta al ponte dell’Alpe (pont da l'alp, m. 2294). Proseguiamo diritti e raggiungiamo il lungo traverso diritto che termina al passo del Gavia. Non ci portiamo, però, fino al passo, ma ci fermiamo 2 km prima, al km. 11, quando vediamo, sulla destra della strada, il rifugio Berni al Gavia (m. 2545). Attraversiamo la strada provinciale 29 del Gavia e scendiamo per breve tratto su una stradina sterrata verso il torrente Gavia, incontrando alcuni pannelli che illustrano i temi de "I Ghiacciai risorse d'acqua e indicatori del clima", della "Vegetazione delle zone umide" e del "Percorso Naturalistico Didattico dal Passo Gavia al Ghiacciaio della Sforzellina". Attraversiamo il torrente su un ponte in legno (m. 2520), salendo sul versante opposto. Troviamo quasi subito un bivio e seguiamo l’indicazione di destra, per il sentiero del Bivacco Battaglione Monte Ortles e per quello del Percorso Naturalistico Ghiacciaio della Sforzellina. Dopo pochi tornanti passiamo per il vecchio edificio del rifugio Gavia (m. 2541). Troviamo un bivio segnalato da cartelli, al quale andiamo a destra (segnavia con numero 42). Poco più avanti siamo ad un nuovo bivio, al quale prendiamo ancora a destra, seguendo le indicazioni per la vetta della Sforzellina ed il sentiero naturalistico. Il sentiero è marcato, a tratti con fondo lastricato, e sale con alcune svolte in direzione di una bastionata rocciosa. Ci portiamo ad un canalino. Saliamo lungo il canalino con alcuni tornantini, guadagnando la sommità della bastionata ed entrando in un’ampia conca di sfasciumi morenici. Il sentiero piega a destra, attraversa la conca e portandosi sul lato sinistro sale al suo bordo, affacciandosi all’ampio bacino del ghiacciaio della Sforzellina. Passiamo presso un laghetto ed il sentiero si fa labile traccia. Proseguiamo guidati dai segnavia, in direzione dell’imponente vetta del Corno dei Tre Signori (est), raggiungendo la fronte del ghiacciaio, dal quale escono diversi rami che poi confluiscono nel Rio Sforzellina. La base del ghiacciaio si mostra ricoperta di terriccio e pietrame. Qui, ad una quota di 2800 metri circa, termina l’escursione.


Corno dei Tre Signori e rifugio Gavia

Il 21 agosto del 2010 è stato inaugurato il Sentiero Naturalistico del ghiacciaio della Sforzellina, presso il passo del Gavia, nel Parco Naturale dello Stelvio, con la finalità di mostrare le caratteristiche del territorio di alta quota che circonda e lambisce un ghiacciaio. Il piccolo ghiacciaio o vedretta della Sforzellina si stende ai piedi e ad ovest della punta della Sforzellina, a nord (m. 3099) e dell’imponente Corno dei Tre Signori, a sud (m. 3360), uno splendido scenario dove camosci, stambecchi ed aquile sono di casa. Articolato su cinque sezioni con altrettanti pannelli illustrativi, rappresenta un percorso facile, alla portata di tutti, fino ai primi lembi di ghiacciaio.
Si tratta di un ghiacciaio di particolare interesse nello studio sullo stato di salute del patrimonio glaciologico lombardo, in quanto le rilevazioni generali sono iniziate nel 1925 e quelle di variazione di spessore sono iniziate nel 1987. Rilevazioni decisamente allarmanti, che hanno mostrato un'impressionante riduzione del settore inferiore, misurato, nel 2018, in 41 metri di lunghezza e 1,4 metri di spessore. Dal 1925 al 2018 si sono persi circa 550 metri di lunghezza e dal 1987 al 2018 si sono persi 38,5 metri di spessore. Oggi lo spessore è di una ventina di metri. Analoghe riduzioni hanno interessato la sua superficie, passata da 0,93 km2 nel 1860 a 0,54 km2 nel 1954 ec agli attuali (2018) 0,22 km2, per una perdita complessiva del 76%. Il mutamento ha interessato anche il suo aspetto, in quanto la superficie si è quasi completamente ricoperta di detrito franosi, che hanno almeno il merito di proteggerlo dall'irraggiamento solare. La diagnosi è drammatica, la prognosi tragica: con il trend attuale, le aspettative di sopravvivenza non superano i vent'anni. Un motivo di più per non differire ulteriormente l'escursione.


Apri qui una fotomappa del percorso naturalistico

Lasciamo, all’ingresso di Bormio (per chi sale in Alta Valtellina), la strada statale 38 dello Stelvio per prendere a destra, imboccando l'ex strada statale 300 del Gavia. Ignorata la deviazione a destra per Piatta e Bormio 3000, usciamo da Bormio e proseguiamo diritti passando per S. Antonio e S. Nicolò Valfurva e raggiungendo S. Caterina Valfurva. Proseguiamo diritti sulla provinciale 29 che risale la Valle del Gavia. Dopo una serie di tornanti, la strada esce all’aperto, ed effettua un traverso che, superato il punto nel quale è collocata la sbarra che la chiude nel periodo invernale, porta al ponte dell’Alpe (pont da l'alp, m. 2294). Proseguiamo diritti e raggiungiamo il lungo traverso diritto che termina al passo del Gavia. Non ci portiamo, però, fino al passo, ma ci fermiamo 2 km prima, al km. 11, quando vediamo, sulla destra della strada, il rifugio Berni al Gavia (m. 2545), dedicato al capitano degli Alpini Arnaldo Berni caduto sul San Matteo il 3 settembre 1918, costruito nel 1933 dalla sezione di Mantova del CAI ed ora di proprietà del CAI di Brescia.


Ex-rifugio Gavia

Sentiero Naturalistico

Parcheggiamo allo slargo sulla sinistra della strada, vicino al monumento piramidale, in granito, eretto nel 1927, sormontato da un’aquila di bronzo e dedicato a tutti i soldati caduti fra queste montagne durante la Prima Guerra Mondiale.
Restiamo sul medesimo lato della strada provinciale 29 del Gavia e scendiamo per breve tratto su una stradina sterrata verso il torrente Gavia, incontrando alcuni pannelli che illustrano i temi de "I Ghiacciai risorse d'acqua e indicatori del clima", della "Vegetazione delle zone umide" e del "Percorso Naturalistico Didattico dal Passo Gavia al Ghiacciaio della Sforzellina".


Sentiero Naturalistico

Torrente Gavia

Attraversiamo il torrente su un ponte in legno (m. 2520), salendo sul versante opposto. Superata una breve piana torbosa, con i caratteristici eriofori, troviamo quasi subito un bivio e seguiamo l’indicazione di destra, per il sentiero del Bivacco Battaglione Monte Ortles e per quello del Percorso Naturalistico Ghiacciaio della Sforzellina. Dopo pochi tornanti passiamo per il vecchio edificio del rifugio Gavia (m. 2541). Qui termina la prima sezione del sentiero, denominata “Dal rifugio Berni verso le memorie della storia”. Il riferimento alla storia rimanda alle vicende della Prima Guerra Mondiale, quando nell'edificio dell'ex-rifugio ed in baraccamenti vicini erano alloggiate le truppe italiane, che combattevano gli Austro-Ungarici sul vicino fronte che passava per le cime di questo comprensorio. Le truppe al passo del gavia servivano per il fronte del San Matteo, sulla cui cima erano attestati gli Austro-Ungarici, e che fu teatro della più alta battaglia mai combattura in Europa, che portà alla sua conquista da parte italiana nell'agosto del 1918 (la cima fu ripersa nel successivo settembre, ma di lì a due mesi la guerra terminò con la resa dell'Impero Austro-Ungarico).


Sentiero Naturalistico

Sentiero Naturalistico

Troviamo un bivio segnalato da cartelli, che indicano che il sentiero di sinistra sale al bivacco Battaglione Ortles, mentre a destra si prosegue per il sentiero naturalistico della Sforzellina. Andiamo dunque a destra (segnavia con numero 42), passando per un pannello del sentiero naturalistico che illustra il tema delle praterie alpine. Poco più avanti siamo ad un nuovo bivio, al quale prendiamo ancora a destra, seguendo le indicazioni per la vetta della Sforzellina ed il sentiero naturalistico. Il sentiero è marcato, a tratti con fondo lastricato, e sale con alcune svolte in direzione di una bastionata rocciosa.


Sentiero Naturalistico

Sentiero Naturalistico

Ci portiamo ad un canalino, e qui termina la seconda sezione del sentiero, intitolata “Attraversando torrenti e debris flow”. Saliamo lungo il canalino con alcuni tornantini, guadagnando la sommità della bastionata ed entrando in un’ampia conca di sfasciumi morenici. Siamo alla terza sezione del sentiero, intitolata “Osservando detriti e morene”. Il sentiero piega a destra, attraversa la conca e portandosi sul lato sinistro sale al suo bordo, affacciandosi all’ampio bacino del ghiacciaio della Sforzellina. È, questo il quarto segmento del sentiero, intitolato “Nel regno del periglaciale”, caratterizzato da lastricati di pietre, terrazzette e cuscinetti erbosi. Passiamo presso un laghetto ed il sentiero si fa labile traccia, mentre alla nostra sinistra si mostrano le imponenti cime dell’Ortles e del Gran Zebrù. Proseguiamo guidati dai segnavia, in direzione dell’imponente vetta del Corno dei Tre Signori (est), raggiungendo la fronte del ghiacciaio, dal quale escono diversi rami che poi confluiscono nel Rio Sforzellina (è, questa, la quinta sezione del sentiero, intitolata “Nel regno dei ghiacci” e caratterizzata da cordoni morenici e rocce montonate). Ci salutano, annidati nelle rocce, i fiori più audaci e esistenti, il ranuncolo glaciale e la linaria alpina.


Sentiero Naturalistico

Sentiero Naturalistico

Sopra di noi l'imponente parete occidentale del Corno dei Tre Signori, chiamato così perché qui in passato convergevano i confini di tre stati, la signoria delle Tre Leghe Grigie su Valtellina e Magnifica Contea di Bormio, la Repubblica Serenissima di Venezia, cui appartenevano Brescia e la Val Camonica e la contea del Tirolo, possesso degli Asburgo d'Austria. Altrettanto imponenti si mostrano ad ovest il vicino monte Gavia, a nord-ovest la cresta della Reit ed a nord il monte Confinale.
La base del ghiacciaio si mostra ricoperta di terriccio e pietrame. Qui, ad una quota di 2800 metri circa, termina l’escursione, perché la progressione su ghiacciaio impone attrezzatura adeguata e l’assicurazione in cordata.


Corno dei Tre Signori e ghiacciaio della Sforzellina

Corno dei Tre Signori e ghiacciaio della Sforzellina

Il piccolo ghiacciaio ha un’importanza storica significativa, perché fu oggetto di attenti studi fin dai tempi di Ardito Desio. Il confronto fra le fotografie prese da quest’ultimo nel 1925 e l’aspetto attuale evidenziano un ritiro impressionante ma non sorprendente, considerato il trend di tutti i ghiacciai alpini. Un ritiro che ha conosciuto una pausa ed un’inversione di tendenza nel ventennio 1965-1985, ma che ora è ripreso inesorabilmente, in connessione con il noto fenomeno del surriscaldamento globale dell’atmosfera che ha praticamente condannato a morte il ghiacciaio. In particolare, dal 1987 è stata misurata una riduzione di spessore complessivo di 30 metri. Per conoscere più approfonditamente questa tematica è utilissima la consultazione del volume  di N. Cannone, G. Diolaiuti, M. Guglielmin, “Itinerari naturalistici al passo Gavia. Cambiamento climatico ed evoluzione dei paesaggi alpini”, edito dal parco Nazionale dello Stelvio nel 2009.


Ghiacciaio della Sforzellina

Ghiacciaio della Sforzellina

Ghiacciaio della Sforzellina

Ghiacciaio della Sforzellina

MAPPA DEL PERCORSO DA GOOGLE MAP

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