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Il Sasso
Bianco è una cima non molto alta e facilmente raggiungibile.
Posto com’è a cavallo fra media Valtellina e Valmalenco,
rappresenta un ottimo osservatorio su entrambe le valli, e lo si
può raggiungere sfruttando almeno tre itinerari principali
(il che lo rende anche meta di diversi anelli escursionistici).
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I motivi
di interesse per questo monte, infine, sono legati anche alla leggenda
della “Truna", enigmatica cavità che si apre pochi metri sotto
la vetta. |
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Un primo itinerario di salita parte dall’alpe
Colina, a sua volta raggiungibile partendo da Postalesio o da Sondrio.
Nel primo caso, saliti al centro del paese, si prosegue, superando
la Chiesa di Sant'Antonio abate |
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e
proseguendo fino alla località Pra Lone (m. 1028). |
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Qui, alla
prima piazzola utile, conviene lasciare l'auto e proseguire a piedi
seguendo la strada sterrata che sale verso l'alpe Colina. Nella
salita si aprono interessanti scorci orobici, come questo, che vede
in primo piano il pizzo Pidocchio. In alcuni punti si giunge a
scorgere la bassa Valtellina, parzialmente nascosta dal Culmine di
Dazio. |
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Poco dopo aver superato
una statuetta
di Sant’Antonio abate la strada esce dal bosco |
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e punta |
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in
direzione dell'alpe, |
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proseguendo oltre le prime baite |
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e
raggiungendo, con una deviazione, |
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il gruppo
più numeroso di baite. |
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L’alpe, collocata a 1947 metri, ha diversi aspetti interessanti: |
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la
posizione particolarmente panoramica, la cura sobria con cui sono
tenute molte baite ed i piccoli incantevoli angoli che vi si possono
scovare. |
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Il colpo
d'occhio sulla sezione centrale delle Orobie |
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è
ottimo. |
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Bisogna però proseguire, lasciando alla propria destra la strada
che porta all’alpe Poverzone (dalla quale si scende a Triangia) |
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e
puntando, seguendo una traccia di sentiero, ad una baita
dall'architettura curiosa. Proseguendo verso sinistra, in direzione
del crinale che separa l'alpe da quella di Caldenno, |
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si
sormonta un dosso oltre il quale appare il lago di Colina (m. 2076),
la cui superficie, a metà novembre, è già parzialmente ghiacciata. |
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Nello
specchio d'acqua |
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ancora
libero dal ghiaccio |
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il gioco
dei riflessi compone affreschi suggestivi. |
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Si deve
lasciare alle spalle anche il lago e salire alla strada sterrata che
conduce all'ultima baita. |
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Alla nostra destra, in direzione
nord-est, si mostra la cima del Sasso Bianco, denominato così per il
colore chiaro delle sue rocce. |
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Alla sua sinistra, ecco il monte
Caldenno, |
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la più significativa fra le cime
che chiudono, a nord, l'alpe, segnando il confine fra media
Valtellina e Val Torreggio (Val del Turéc'). |
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Raggiunta la baita
più alta, |
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si prosegue fino alla fine
della strada sterrata, per poi salire verso nord est per un buon tratto,
fino ad intercettare un sentiero che punta verso est, salendo gradualmente. |
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Il Sasso Bianco si mostra,
da qui, ancora più pronunciato, sulla destra (est). |
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Si deve
raggiungere la sella poco marcata visibile a sinistra del Sasso
Bianco. Quando il primo sentiero sembra interrompersi, si sale
ancora, intercettando una seconda traccia, che supera alcuni punti
esposti (attenzione, quindi!), |
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conducendo
finalmente alla stretta porta che introduce all’ampia conca
denominata Colma di Zana (m. 2417).
Il Sasso
Bianco è là, ormai vicino. |
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Il monte
Disgrazia, sulla sinistra, mostra da qui un profilo insolito. |
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Fra le due cime, sullo sfondo, si
dispiega |
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la superba testata della
Valmalenco. |
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Seguendo le indicazioni
ed in triangoli gialli (si tratta delle indicazioni dell’Alta Via della Val Malenco,
di cui si intercetta, qui, una variante) si può scendere, puntando
a nord ovest (sinistra), al rifugio Bosio, in Val Torreggio (Val del Turéc'), dopo aver
effettuato un ampio arco nella parte alta della valle. |
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Se, invece, ci dirigiamo
nella direzione opposta, potremo in breve tempo e con facilità
raggiungere |
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la cima
del Sasso Bianco. |
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Pochi metri sotto la cima, ecco
la misteriosa apertura, che sembra introdurre al cuore della
montagna, e che è diventata, come altri luoghi singolari delle
montagne valtellinesi, oggetto di una leggenda. |
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Il panorama dalla cima è
straordinario: da sinistra, ecco di nuovo |
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il monte Disgrazia, alla cui
sinistra, dopo un piccolo gruppo di cime minori, è ben visibile il
passo di Corna Rossa, che congiunge Valmalenco e Val Masino; |
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Più a destra, i severi Corni di
Airale, che dominano l'alpe omonima, in Val Torreggio (Val del Turéc'), nei pressi
del rifugio Bosio. |
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Ancora più a destra, i lontani
4000 della Valmalenco |
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si mostrano in tutta la loro
elegante imponenza. |
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Proseguiamo nel giro di orizzonte
verso destra: sotto di noi appare il piccolo e grazioso laghetto di
Arcoglio,... |
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e l'omonima alpe, cui possiamo
scendere seguendo le indicazioni dell'Alta Via della Valmalenco. |
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Le Orobie, infine: da qui se ne
può dominare il settore centro-orientale. |
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Vediamo ora come raggiungere
l'alpe Colina partendo da Sondrio e sfruttando un percorso che,
combinato con quello che sale da Postalesio, costituisce uno dei più
classici anelli di mountain-bike della media Valtellina. Imbocchiamo
la strada per la Valmalenco, staccandocene, sulla sinistra, quando
troviamo le indicazioni per Triangia. |
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La frazione, posta nei pressi del
colle omonimo, ad 800 metri di altitudine ed a circa 7 km e mezzo da
Sondrio, |
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rappresenta un ottimo
osservatorio sulla media Valtellina. |
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Lasciando la strada panoramica
che scende in direzione di Castione, entriamo in paese e proseguiamo
sulla strada asfaltata che sale lungo il versante retico che culmina
nella cima del monte Rolla. Oltrepassata la frazione di Ligari (a
1090 metri ed a circa 11 km da Sondrio), |
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e prosegue, con fondo sterrato e
pendenza poco accentuata, alla volta dell'alpeggio dei prati di
Forcola (m. 1600), dove si apre uno squarcio suggestivo sulla
testata della Valmalenco. |
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La pendenza si fa, da qui in poi,
più accentuata, fino ai prati dell'alpe Poverzone, a circa 20 km da
Sondrio e ad una quota di 1900 metri: qui una grande croce si
affaccia sul versante retico che sovrasta Sondrio. Se abbiamo
utilizzato l'automobile per raggiungere l'alpe, ci conviene
parcheggiarla qui. |
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Inizia dall'alpe una lunga
traversata, con andamento in leggera salita: |
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attraversiamo, così, l'alpe Prato
Secondo, |
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dove si trova una fontana che può
rivelarsi preziosa per approvvigionarsi di acqua, |
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e proseguiamo aggirando il fianco
del monte Rolla, |
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fino a raggiungere, |
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in uno scenario |
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bellissimo, |
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il piede del canalone che scende
dalla bocchetta del Valdone (che congiunge il versante retico
mediovaltellinese alla valle omonima, sopra Torre di S. Maria). Poco
oltre, incontriamo l'ultima alpe prima della meta, l'alpe Marscenzo; |
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pochi chilometri più avanti, a
circa 26 chilometri da Sondrio, eccoci, finalmente, all'alpe Colina.
Da qui possiamo scendere a Postalesio, tornando poi a Sondrio sulla
strada panoramica e chiudendo l'anello di mountain-bike, che ha una
lunghezza complessiva di circa 48 km. |
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Vediamo, ora, come raggiungere il
Sasso Bianco partendo da Torre di S. Maria, in Valmalenco. |
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Seguendo l'indicazione per i
rifugi alpini, imbocchiamo una strada, asfaltata nel primo tratto, |
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e chiusa al traffico non
autorizzato dalla località Musci, che sale verso gli alpeggi di
Torre. Ad un bivio, prendiamo a sinistra, percorrendo un tratturo
che porta all'alpe di Arcoglio bassa. Fin qui possiamo utilizzare la
mountain-bike, anche se l'ultimo tratto è piuttosto ripido; da qui
fino alla cima possiamo portare la bicicletta, perché il percorso
non presenta punto esposti o pericolosi (anche se la prudenza è
sempre d'obbligo). Proseguiamo per l'alpe di Arcoglio alta, passiamo
a sinistra |
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di una chiesetta e, rimanendo a
destra delle baite, superiamo un primo terrazzo costituito da balze
poco pronunciate; ci troviamo, quindi, di fronte ad un secondo
terrazzo alla cui sommità |
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è posto il laghetto di Arcoglio,
deliziosa perla alpina che si affaccia allo scenario inconfondibile
del gruppo Scalino-Painale, ad est. Percorriamo la riva destra (per
noi) del lago, fino a trovare ritrovare il sentiero, segnalato dai
triangoli gialli dell'Alta Via della Valmalenco (di cui stiamo
percorrendo la prima tappa). Dobbiamo prestare attenzione a non
perderli, perché dettano il più semplice dei percorsi, che ci porta
a guadagnare il crinale alla sinistra della cima, e poi, facilmente,
alla cima stessa. Se, tuttavia, dovessimo perderli, una facile
salita a vista, che sfrutta un canalone, ci permette di guadagnare
il crinale a destra della cima, raggiungendola poi senza difficoltà. |
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Torniamo, infine, all'alpe
Colina, per segnalare un'ultima interessante possibilità
escursionistica, che non ha più come protagonista il Sasso Bianco,
ma la Croce Capin, piccola croce lignea posta su uno sperone del
crinale che separa l'alpe dalla valle di Postalesio, poco a monte di
un grande dirupo. |
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Raggiungiamo, quindi, il laghetto
di Colina e, rimanendo a valle dello specchio d'acqua, dirigiamoci
verso sinistra (ovest), fino a trovare un sentierino |
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che prosegue ovest,
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per poi piegare verso sud ovest, |
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tagliando il fianco meridionale
della cima quotata 2453 metri. |
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Salendo si possono ammirare, ad
est, l'ampia conca dell'alpe Colina, |
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ed i monti Canale e Rolla (sulla
destra), mentre a sud est si vede un ampio segmento della catena
orobica. |
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Più a sinistra, è facilmente
individuabile la cima del Sasso Bianco, riconoscibile per il colore
chiaro delle rocce che la costituiscono. |
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Sul far del tramonto, queste miti
cime del versante retico compreso fra Sondrio e Postalesio sembrano
accendersi di una singolare passione, regalando uno spettacolo
cromatico di rara suggestione. |
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Dopo un tratto non lungo, il
sentiero raggiunge il fianco erboso illuminato dal sole. Appare ora
la cima quotata 2453 metri, mentre a sud si vede bene il crinale
restringersi, scendendo verso est. |
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Si giunge ora |
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in vista della meta, |
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la croce Capin. |
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Dopo una lunga diagonale verso
ovest, il sentiero sale, zigzagando, verso la croce, posta a 2278
metri.
Oltre la croce, ecco lo scenario
della bassa Valtellina. Verso nord ovest si vede il lato occidentale
della valle di Postalesio, oltre il quale svettano i Corni bruciati. |
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A nord il crinale sale
gradualmente alla quota 2453. Ad est si distinguono con chiarezza il
Sasso Bianco o monte Arcoglio (a sinistra), la quota 2459 (al
centro) ed il monte Canale (a destra). Lo sguardo raggiunge, ad
oriente, il gruppo dell'Adamello. |
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A sud, invece, si intravede, a
destra del crinale, l'ampio dirupo che inizia proprio sotto la
croce. Il sentiero, con traccia molto incerta, prosegue scendendo
verso l'alpe Caldenno, ma è del tutto sconsigliabile percorrerlo se
non lo si conosce, perché si rischia di perderne la traccia, ed il
versante montuoso è aspro e difficile. Scendendo per la medesima via
di salita, si incontra ben presto una deviazione che sale verso nord
est, con un tracciato molto panoramico. |
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Se si scende seguendo il crinale,
poco sotto la croce si può vedere |
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l'impressionante dirupo sul
fianco di sud-ovest del monte. L'ulteriore discesa su tracce di
sentiero ci allontana dal crinale e conduce ad una macchia boscosa
oltrepassata la quale si raggiunge alla casera posta a sud est
dell'alpe. |
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