DA PRATELLA AL RIFUGIO IL BIONDO - DA PRATA AL RIFUGIO IL BIONDO - GALLERIA DI IMMAGINI - CARTA DEL PERCORSO


Apri qui una fotomappa dei sentieri di accesso al rifugio Il Biondo

DA PRATELLA AL RIFUGIO IL BIONDO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Pratella-Rifugio Il Biondo all'alpe Pra' Baffone
1 h e 30 min.
330
E


Testata della Val Schiesone

La denominazione del rifugio potrebbe far pensare ad un clima scherzoso, ma in realtà rimanda ad un evento tragico. Il Biondo fu infatti Luigi Viganò, alipinista del CAI di Barzanò tragicamente scomparso nel 1994, mentre tentava di salire la parete nord del pizzo di Prata, che di tanti lutti ha segnato la storia dell'alpinismo ed è circonfusa di un alone di paura e mistero (lo stesso primo probabile scalatore, don Buzzetti, scomparve poi misteriosamente, dopo la sua solitaria impresa nel 1920, forse in alta val Codera, mentre tornava dalla Val Masino alla Val Chiavenna).
Il rifugio, frutto degli sforzi congiunti del CAI di Barzanò e del Consorzio Forestale di Prata Camportaccio ed aperto assai recentemente, il 23 settembre 2001, è dunque dedicato alla memoria dello sfortunato scalatore.
Lo si può raggiungere in due modi, sempre partendo da Prata Camportaccio.
Il più breve è l'itinerario che parte dal bel maggengo di Pradella di Prata (m. 1000), raggiungibile anche in automobile acquistando il permesso di transito presso il Bar Nandino o il negozio di alimentari Calori-Guidi a Prata. Un sentiero si stacca dalle ultime baite inoltrandosi nel Bosco Gualdo. Ignorando ad un bivio le segnalazioni bianco-rosse che, ad un certo punto, scendono verso la forra della valle, si prosegue a destra (segnali blu o blu e rossi). Il sentiero, intorno a quota 1100, sale per circa 200 metri un ripido dosso, poi riprende la sua diagonale, raggiungendo la riva del torrente Schiesone, attraversato il quale ci si ritrova, in breve, a Pra' Baffone ed al rifugio Il Biondo (m. 1322), dominato dalla parete settentrionale del pizzo di Prata (m. 2727).


Sentiero per il rifugio Il Biondo

Dal rifugio parte un sentiero segnalato (bandierine rosso-bianco-rosse) che sale verso sud-est, mantenendosi sul lato destro idrografico della valle, al cospetto della sua severa testata (vedi foto sotto, con il pizzo di Prata, la punta Buzzetti ed il monte Belèniga). Nella salita si superano una scarpata, un valloncello, alcune baite presso un grande masso e la baita dell'alpe ai Crotti (1581 metri). Superato un nuovo vallone, ci si dirige verso una formazione rocciosa ad arco, il Pizzo Forato, e si imbocca il canale che sale al passo della Belèniga (che non è il più profondo intaglio della costiera, ma è posto più a sinistra). Superate alcune facili roccette terminali e raggiunto il passo, a 2375 metri, si scende lungo la val Belèniga, laterale di destra della val Codera, dapprima su ripidi fianchi erbosi, poi sfruttando un canalone, che però va abbandonato a quota 2000 metri circa, per effettuare la risalita, verso destra, di un vallone e di un dosso, riguadagnando quota per circa 300 metri, fino a raggiungere un dosso erboso che scende dal pizzo di Prata. La discesa riprende quindi più agevole fino alla località Saline, dalla quale si può scendere a Codera (m. 1045) o salire al rifugio Brasca.
La traversata, impegnativa, richiede molta attenzione e circa 5 ore di marcia.


Il rifugio Il Biondo

DA PRATA (O DA LOTTANO) AL RIFUGIO IL BIONDO

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Prata Camportaccio-Lottano-Nirola-Pradotti-Belvedere-Rifugio Il Biondo
4 h
990
E
Lottano-Nirola-Pradotti-Belvedere-Rifugio Il Biondo
3 h
680
E
SINTESI. Percorriamo la ss 36 dello Spluga in direzione di Chiavenna e, poco prima di raggiungere la cittadina, la lasciamo prendendo a destra quando troviamo l'indicazione per Prata Camportaccio. Superato un sottopasso, prendiamo a destra e, dopo una curva a sinistra, ci immettiamo su una strada che corre in piano, seguendola verso destra. La lasciamo alla prima deviazione a sinistra e saliamo diritti giungendo in vista dell'imponente campanile della chiesa di S. Eusebio. Qui possiamo parcheggiare all'ingresso del cimitero (m. 354). Ci incamminiano lungo la strada che lascia alla propria sinistra le case del centro del paese, e sale non distante dall'alveo del torrente Schiesone, che resta alla nostra destra. Giungiamo così ad un bivio: mentre il ramo di destra si porta ad un ponte sul torrente e prosegue per la frazione di Pradella, seguiamo quello che volge a sinistra. Dopo una curva a destra, al successivo tornante sx troviamo un cartello che indica "Dona 430 m.". Un cartello dà Lottano a 15 minuti e segnala una mulattiera ben scalinata, con segnavia rosso-bianco-rossi, che seguiamo salendo nel primo tratto in una rada selva, a tratti fra muretti a secco, fino a raggiungere alcune baite, su un poggio erboso. Saliamo ancora superando un passaggio suggestivo scavato in mezzo ad un roccione. La mulattiera prosegue, ben scalinata, nella selva, poi piega a sinistra e, protetta da un muretto a secco sul lato destro, esce all'aperto in vista del nucleo centrale delle baite di Lottano (m. 654), fra le quali spicca la candida chiesetta. Teniano conto che fino a qui possiamo anche salire in automobile, accorciando sensibilmente la salita. Lo facciamo sfruttando la carrozzabile Prata-Uschione e salendo per quale tornante, fino alla stradella che se ne stacca sulla destra (segnalazione per Lottano) e che in breve porta ad un piccolo parcheggio). Al punto di arrivo della mulattiera troviamo alcuni cartelli, e seguiamo la direzione di quello che dà Nirola a 30 minuti, Pradotti a 50 ed il rifugio il Biondo a 2 ore. Passiamo davanti alla vecchia Osteria ed in mezzo a diverse baite. I segnavia bianco-rossi ci donducono alla partenza di una bella mulattiera con tratti scalinati, che entra in una selva e sale con pendenza media, verso sud est, procedendo diritta. Incontrimo così un casello dell'acqua, un tratto protetto da parapetto in legno, la struttura della teleferica ed una fontanella a lato del sentiero, prima di intercettare la carrozzabile dei Monti di Lottano. Un cartello dà Nirola a 15 minuti, Pradotti a 30 ed il rifugio Il Biondo ad un'ora e 40 minuti. La strada inanella in questo tratto diversi tornanti, ma ritroviamo la mulattiera sul lato opposto, segnalata da paletti con segnavia bianco-rosso, e così più volte. Preannunciata da un cartello in legno, ecco infine la località Nirola (m. 900), un gruppo di baite distese sui prati alla nostra destra, nella splendica cornice dell'imponente ed un po' sinistra parete nord del pizzo di Prata. Seguendo il cartello che indica Pradotti, seguiamo un sentiero che si porta a monte delle baite, lasciandole a destra, procede in una selva, passa accanto ad una baita solitaria interamente in sasso e taglia un prato delimitato da bassi muretti a secco. Superata una coppia di baite con una fontana saliamo ancora fra candide betulle, fino al cartello che annuncia Pradotti (m. 1050). Due cartelli segnalano un bivio, al quale andiamo a sinistra, seguendo l'indicazione per il Belvedere, dato a 30 minuti, ed il rifugio Il Biondo, dato ad un'ora e 20 minuti. Usciamo così dalla selva e seguiamo la mulattiera delimitata da bassi muretti a secco, nella sua salita ai prati di Pradotti. La mulattiera termina intercettando una pista che seguiamo verso destra, per breve tratto, fino ad un nuovo gruppo di cartelli. Qui ce ne stacchiamo imboccando un sentiero, nella direzione del cartello che dà il Belvedere a 30 minuti. Dopo una breve salita passiamo sotto una baita rammodernata ed attraversiamo un ponticello in legno, oltre il quale troviamo cartelli in legno che segnalano un bivio. Stiamo a destra, seguendo la direzione per il Belvedere. Saliamo così in una selva, con andamento diritto e regolare, verso est. Dopo un tratto protetto da corrimano sul lato destro, usciamo dalla selva in corrispondenza delle baite più basse, sul lato meridionale, del Belvedere, con una gradita fontana. Qui troviamo due cartelli che indicano, nella direzione di sinistra (quella più alta) il Belvedere ed il rifugio Il Biondo), ed in quella diritta, più bassa, il Mont di Bech "Chiesetta", la Val Schiesone e Pratella. Seguiamo la prima direzione, imboccando un sentiero che traversa tagliando il fianco settentrionale della Val Schiesone, in una splendida pineta. Superata una breve fascia di prati con una coppia di baite, prosegue in piano fino alla radura delle baite di Curleggia (m. 1230). Rientrato in pineta, il sentiero prosegue in leggera salita sul ripido fianco della valle, con un tratto segnato da una frana. Superato un vallone laterale, giungiamo in vista dei prati nel cuore della Val Schiesone e dopo un'ultima breve traversata verso sud-est siamo a Pra' Baffone ed al rifugio Il Biondo (m. 1322).

Percorriamo la ss 36 dello Spluga in direzione di Chiavenna e, poco prima di raggiungere la cittadina, la lasciamo prendendo a destra quando troviamo l'indicazione per Prata Camportaccio. Superato un sottopasso, prendiamo a destra e, dopo una curva a sinistra, ci immettiamo su una strada che corre in piano, seguendola verso destra. La lasciamo alla prima deviazione a sinistra e saliamo diritti giungendo in vista dell'imponente campanile della chiesa di S. Eusebio. Qui possiamo parcheggiare all'ingresso del cimitero (m. 354).


Mulattiera per Lottano

Ci incamminiano lungo la strada che lascia alla propria sinistra le case del centro del paese, e sale non distante dall'alveo del torrente Schiesone, che resta alla nostra destra. Giungiamo così ad un bivio: mentre il ramo di destra si porta ad un ponte sul torrente e prosegue per la frazione di Pradella, seguiamo quello che volge a sinistra. Dopo una curva a destra, al successivo tornante sx troviamo un cartello che indica "Dona 430 m.". Sono segnalate due possibili direzioni: proseguendo sulla carrozzabile si raggiunge per le sentiero delle incisioni rupestri (date a 15 minuti) e per Chiavenna (data a 30 minuti), mentre imboccando una stradina che si stacca sulla destra dalla carrozzabile si sale a Lottano in 15 minuti ed al rifugio il Biondo in 2 ore e 10 minuti, oppure si traversa ad Uschione in un'ora. Seguiamo questa seconda direzione e, lasciata la carrozzabile per Uschione, procediamo sulla stradina che, copo un brevissimo tratto, termina ad uno slargo, vicino al letto del torrente Schiesone. Sul rudere di un grande edificio si legge: "Lotten Comune di Prata Distretto IV di Chiavenna nel Circondario Confinante". Oltre la piazzola una pista sterrata si inoltra nella valle seguendo il letto del torrente. Alla sua sinistra parte una mulattiera, segnalata da un cartello che dà Lottano a 15 minuti. Si tratta di una mulattiera ben scalinata, con segnavia rosso-bianco-rossi, che seguiamo salendo nel primo tratto in una rada selva, a tratti fra muretti a secco, fino a raggiungere alcune baite, su un poggio erboso. Ignorato un sentiero che traversa in piano a sinistra per ricongiungersi con la carrozzabile lasciamo alla nostra destra le baite e saliamo superando un passaggio suggestivo scavato in mezzo ad un roccione. Alle nostre spalle suggestivo è il colpo d'occhio sulla Valle della Forcola e sul Dosso Cigolino. La mulattiera prosegue, ben scalinata, nella selva, poi piega a sinistra e, protetta da un muretto a secco sul lato destro, esce all'aperto in vista del nucleo centrale delle baite di Lottano, fra le quali spicca la candida chiesetta. In una manciata di minuti siamo dunque a questo singolare e suggestivo nucleo.


Apri qui una panoramica di Lottano

Lottano (o Lotteno, m. 654) è una frazione di Prata, posta su un incantevole ripiano di prati ritagliato sull'aspro versante settentrionale della Val Schiesone, al riparo dalle violente piene dell'omonimo torrente che, dal 1700 al 1953, hanno più volte flagellato il fondovalle. La vicenda umana di questi monti risale ben al di qua delle soglie della storia, come tesimoniano le incisioni rupestri trovate su una rupe posta un po' più in basso, presso la frazione di Dona. In tempi decisamente più recenti la felice posizione spiega perché nei secoli passati vi dimorassero molte più persone di quanto oggi si potrebbe immaginare. Nel 1861, per esempio, vi abitavano 240 persone, un quarto della popolazione complessiva di Prata Camportaccio. La statistica curata dal prefetto Scelsi, nel 1866, registra a Lottano 247 persone (il nucleo centrale di Prata, per avere un'idea comparativa, ne contava 130), 129 maschi e 118 femmine, di cui 156 celibi e 72 coniugati. Le case erano 35, di cui 4 vuote, mentre le famiglie erano 49. Il lavoro di dissodamento che rese disponibili i prati si dovette, nel XIII secolo, all'iniziativa dei monaci cistercensi della vicina (più in basso, a monte del centro di Prata Camportaccio) abbazia di Dona, edificata nel 1178, che ne deteneva il possesso. L'etimo del nome, peralto variamente attestato (Lottano, Lotano, Lotteno e Lodeno) rimanda a tale opera di dissodamento. Tre sono i nuclei dell'insediamento. Quello centrale è raccolto attorno alla chiesetta dedicata al Sacro Cuore di Gesù ed a Pasquale Baylon, costruita nel 1799 (il più recente restauro è del 2009). Ad est del centro sta un secondo gruppo di baite, alcune ben ristrutturate. Sulla prima che incontriamo si legge ancora la scritta "Osteria". Sul lato opposto, infine, presso il punto di arrivo della carrozzabile, sta un gruppo di baite dall'aspetto più dimesso. Su una parete però sopravvive un dpinto di Madonna con Bambino.


Lottano

Teniano conto che fino a qui possiamo anche salire in automobile, accorciando sensibilmente la salita. Lo facciamo sfruttando la carrozzabile Prata-Uschione e salendo per quale tornante, fino alla stradella che se ne stacca sulla destra (segnalazione per Lottano) e che in breve porta ad un piccolo parcheggio).
Torniamo al punto di arrivo della mulattiera. Qui troviamo alcuni cartelli, e seguiamo la direzione di quello che dà Nirola a 30 minuti, Pradotti a 50 ed il rifugio il Biondo a 2 ore. Passiamo davanti alla vecchia Osteria ed in mezzo a diverse baite. I segnavia bianco-rossi ci donducono alla partenza di una bella mulattiera con tratti scalinati, che entra in una selva e sale con pendenza media, verso sud est, procedendo diritta. Incontrimo così un casello dell'acqua, un tratto protetto da parapetto in legno, la struttura della teleferica ed una fontanella a lato del sentiero, prima di intercettare la carrozzabile che, staccandosi dalla strada Prata-Uschione poco prima di Uschione, prende a destra e sale ai maggenghi sopra Lottano, chiamati collettivamente Monti di Lottano. Un cartello dà Nirola a 15 minuti, Pradotti a 30 ed il rifugio Il Biondo ad un'ora e 40 minuti. La strada inanella in questo tratto diversi tornanti, nella luminosa cornice di un bosco di betulle, ma ritroviamo la mulattiera sul lato opposto, segnalata da paletti con segnavia bianco-rosso, e così più volte.


Lottano

Preannunciata da un cartello in legno, ecco infine la località Nirola (m. 900), un gruppo di baite distese sui prati alla nostra destra, nella splendica cornice dell'imponente ed un po' sinistra parete nord del pizzo di Prata (Pizzàsc' o Pizzùn), un salto di oltre 600 metri che rappresenta delle più difficili vie di salita dell'arco retico. Pare, anche se non vi sono prove certe, che fu salita per la prima volta da in solitaria dal prete alpinista don Giuseppe Buzzetti, allora parroco di Uschione, misteriosamente scomparso qualche anno dopo (luglio del 1934), in una traversata alta dalla Val Masino ad Uschione. Seguendo il cartello che indica Pradotti, seguiamo un sentiero che si porta a monte delle baite, lasciandole a destra, procede in una selva, passa accanto ad una baita solitaria interamente in sasso e taglia un prato delimitato da bassi muretti a secco. Superata una coppia di baite con una fontana saliamo ancora fra candide betulle, fino al cartello che annuncia Pradotti (m. 1050). Due cartelli segnalano un bivio, al quale andiamo a sinistra, seguendo l'indicazione per il Belvedere, dato a 30 minuti, ed il rifugio Il Biondo, dato ad un'ora e 20 minuti.


Pradotti e Pizzo di Prata

Usciamo così dalla selva e seguiamo la mulattiera delimitata da bassi muretti a secco, nella sua salita ai prati di Pradotti. Davanti a noi un gruppo di baite, incorniciate dal Pizzasc', un secondo nucleo un po' più in alto, alla nostra sinistra. La mulattiera termina intercettando una pista che, seguita verso sinistra, riporta alla carrozzabile dei Monti di Lottano. Noi peò procediamo verso destra, per breve tratto, fino ad un nuovo gruppo di cartelli. Qui ce ne stacchiamo imboccando un sentiero, nella direzione del cartello che dà il Belvedere a 30 minuti. Dopo una breve salita passiamo sotto una baita rammodernata ed attraversiamo un ponticello in legno, oltre il quale troviamo cartelli in legno che segnalano un bivio. Stiamo a destra, seguendo la direzione per il Belvedere. Saliamo così in una selva, con andamento diritto e regolare, verso est. Dopo un tratto protetto da corrimano sul lato destro, usciamo dalla selva in corrispondenza delle baite più basse, sul lato meridionale, del Belvedere, con una gradita fontana.


Il Belvedere

Siamo sul lato settentrionale di una valletta, la Val Bogia, che resta alla nostra destra. Prima di proseguire nel giro dei monti, saliamo su un sentierino, diritti, alle baite più alte, fino al limite del bosco, che qui propone una splendida pineta. Qui un sentierino ci permette di traversare verso sinistra tutta la parte alta del Belvedere (m. 1233), per gustarne la bellezza e l'ampia apertura panoramica cui deve il nome. Sul lato opposto della Valchiavenna dominiamo ampie sezioni, da sud a nord,della Val Bodengo, della Valle della Forcola e, in Valle Spluga,della Valle del Drogo. Ridiscendiamo alle baite basse sul lato meridionale dell'alpeggio. Qui troviamo due cartelli che indicano, nella direzione di sinistra (quella più alta) il Belvedere ed il rifugio Il Biondo), ed in quella diritta, più bassa, il Mont di Bech "Chiesetta", la Val Schiesone e Pratella. Seguiamo la prima direzione, imboccando un sentiero che traversa tagliando il fianco settentrionale della Val Schiesone, in una splendida pineta. Superata una breve fascia di prati con una coppia di baite, prosegue in piano fino alla radura delle baite di Curleggia (m. 1230). Rientrato in pineta, il sentiero prosegue in leggera salita sul ripido fianco della valle, con un tratto segnato da una frana. Superato un vallone laterale, giungiamo in vista dei prati nel cuore della Val Schiesone e dopo un'ultima breve traversata verso sud-est siamo a Pra' Baffone ed al rifugio Il Biondo (m. 1322).


Testata della Val Schiesone

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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