Da Rasura al Bar Bianco; gli anelli Rasura-Mellarolo e Rasura-Sacco
CARTA DEI PERCORSI - ESCURSIONI A RASURA - ANELLO DEL DOS - DOS-BAR BIANCO - DOS-MELLAROLO - DOS-SACCO
Panorama dal Dosso di Sant'Antonio
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Strada per il Bar Bianco-Sentiero del Dosso-Pista-Strada per il Bar Bianco |
1 h |
160 |
T |
Strada per il Bar Bianco-Dos-Lares-Ciani-Bar Bianco |
2 h e 30 min. |
570 |
E |
Strada per il Bar Bianco-Dos-Sacc-Mellarolo-Rasura-Strada per il Bar Bianco |
3h |
320 |
E |
Il
Dosso di Sant’Antonio, “Dòs de sant’Antùni”
è il dosso boscoso che si trova immediatamente a monte di Rasura.
È teatro di una corsa-camminata che si tiene annualmente, su
una distanza di poco più di 5 km, partendo da Mellarolo, il paesino
che si trova immediatamente a nord del dosso, sul versante opposto della
valle percorsa dal Rio Fiume ("fiüm"). Può anche essere teatro di diverse
rilassanti camminate, che hanno come punto di partenza e di arrivo Rasura.
Ecco alcune proposte, fra le quali ciascuno potrà scegliere a
seconda dei suoi gusti e delle sue… gambe.
L’anello del Dos. La più semplice fra
le camminate propone una salita lungo il dosso ed un ritorno a Rasura
sulla bella mulattiera per l’alpe Culino (“cülign”, toponimo che deriva da "aquilino"). Portiamoci, con l’automobile,
alla parte alta di Rasura ed imbocchiamo, al bivio, la strada di sinistra,
che sale al rifugio Bar Bianco ed all’alpe Culino. Dopo aver affrontato
un tornante destrorso, incontriamo, in prossimità del successivo
tornante sinistrorso, un cartello giallo della Pro Loco di Rasura, che
indica la partenza del sentiero del Dosso di Sant’Antonio, dato
a 20 minuti.
Parcheggiata l’automobile, incamminiamoci, ad una quota approssimativa
di 940 metri, sul sentiero, che si stacca sulla destra dalla strada
asfaltata, scende per un tratto, passa a monte di alcuni prati e baite
ed entra in un bel bosco. Superata una nuova baita, percorriamo un buon
tratto, salendo gradualmente,
in una fresca abetaia, fino ad un ponticello in cemento, che ci permette
di superare il torrente della valle. Ancora un tratto in salita, ed
alla fine giungiamo ad intercettare una pista che si stacca, sulla destra,
dalla strada Rasura-Bar Bianco (indicazione per Rasega, Fontane e Ronchi
di Sotto). Percorrendola in salita, ci portiamo sulla strada principale,
ad una quota approssimativa di 1100 metri (la più alta di questa
passeggiata).
Per chiudere l’anello, ora, dobbiamo solo scendere per un breve
tratto, fino a trovare, sulla nostra sinistra, la bella mulattiera che
scende, diretta, in un bel bosco, fino ad intercettare la medesima strada
più in basso, poco a monte del tornante in prossimità
del quale abbiamo parcheggiato l’automobile. La passeggiata richiede
circa 50-60 minuti di cammino; il dislivello approssimativo in salita
è di 160 metri.
Lares
Dal Dos al bar Bianco. La passeggiata sopra descritta può essere ampliata significativamente, fino a raggiungere la base della splendida alpe Culino, dove si trova il rifugio Bar Bianco (m. 1506). E ciò è possibile in due modi. Il più classico è questo. Dopo aver raggiunto, dal Dos, la strada principale Rasura-Bar Bianco, scendiamo per un breve tratto, ma, invece di guardare a sinistra, guardiamo a destra: sull’alto muraglione di cemento a lato della strada vedremo l’indicazione (segnavia rosso-bianco-rosso numerato 124, con la scritta “Bar Bianco L. Culino C. Rosetta”) della ripartenza della mulattiera per il Bar Bianco. Passiamo ai piedi di un ampio prato, alla cui sommità occhieggia un gruppo di baite, ed incontriamo un paletto con segnavia bianco-rosso, identificato come paletto n. 6. Poi la mulattiera rientra nel bosco, e, dopo pochi tornanti, ci porta al paletto n. 7. Usciti di nuovo all’aperto, raggiungiamo le baite del bel maggengo del Lares, o Larice (denominato così perché un tempo circondato da una fascia di larici): sul fondo emerge la solitaria cima del pizzo di Trona, una delle più significative della testata della Val Gerola.
Pista al Lares
La mulattiera piega a destra e ci propone un breve tratto, delimitato da una duplice staccionata di legno, nel cuore dei prati, prima di piegare a sinistra e passare in mezzo ad alcune baite. Oltre le baite (segnavia bianco-rosso) attraversiamo una selva, incontriamo una comoda panchina, e raggiungiamo il punto in cui il tracciato piega a destra, salendo fino ad intercettare la pista sterrata già menzionata, che proviene dalla strada asfaltata Rasura-Bar Bianco. Procedendo verso sinistra, arriviamo, dopo pochi passi, ad uno slargo che funge da parcheggio (potremmo, volendo, salire fin qui con l’automobile, accorciando così l’impegno dell’escursione); appena prima dello slargo, sulla destra, la mulattiera, con una bella salinatura di pioli di legno, riprende a salire.
Cappelletta al Lares
Seguendola, troviamo il cartello che segnala la “Madonna della
Larice”, che se ne sta, a vegliare il maggengo, in una bella edicola
che sovrasta una formazione rocciosa rossastra. Guardando a sud, riconosceremo,
nell’alta Val Gerola, quattro solchi vallivi: si tratta, da sinistra,
della selvaggia e boscosa Valburga, della Val Bomino, della Valle di
Pescegallo e della Val Tronella; sulla testata di quest’ultima
riconosceremo il pizzo ed il torrione della Mezzaluna e l’affilato
pizzo di Tronella. Riprendiamo a salire: il sentiero, sempre elegantemente
scalinato, volge a destra, e ci porta sul limite meridionale dei prati
della bella località Ciani. Saliamo ancora, senza portarci al
centro dei prati (dove si trova anche una bella cappelletta), ma rimanendo
sul limite di sinistra (ci guidano i segnavia bianco-rossi). Guardando
a sinistra, ora, vedremo comparire, a destra del pizzo di Tronella,
anche il pizzo di Trona, una delle più importanti cime della
testata della Val Gerola.
Rimanendo a sinistra dei prati, superiamo alcune invitanti panchine
e ci infiliamo di nuovo nel bosco, in una bella selva di larici, dove
troviamo, ben presto un bivio, segnalato da alcuni cartelli appesi ad
un tronco. Il sentiero di sinistra, numerato 139, porta all’alpe
Combanina (o Ciof), mentre quello di destra (sentiero 124) prosegue
la salita verso la località Pesciadello (o Pesciadèl,
cioè piccolo larice), dove si trova il rifugio Bar Bianco. Poco
oltre, la segnalazione ufficiale della Gran Via delle Orobie: l’alpe
Combana è data ad un’ora e 10 minuti, mentre la cima della ("scima de la rusèta"), nella direzione della nostra salita, è data a 2 ore
(il Bar Bianco è, appunto, il classico punto di partenza per
l’ancor più classica salita alla cima della Rosetta). Dopo
tre cippi in legno (con indicazione 12°, 12B e 13), la salita, e
con essa le nostre fatiche, hanno termine quando il sentiero esce dal
bosco, proprio sullo spiazzo che funge da parcheggio del Bar Bianco (m. 1506). Diciamo che siamo in cammino da un paio d’ore o poco
più; il dislivello superato è di 570 metri.
Vediamo,
ora, un itinerario alternativo, più lungo e meno noto, ma con
diversi elementi di interesse, per raggiungere il Bar Bianco, passando
per il rifugio della Corte. Dopo aver intercettato, salendo dal Dos,
la pista che si stacca dalla strada principale in discesa, invece di
risalire a quest’ultima, cerchiamo, a monte della pista, il punto
di partenza di un sentiero che sale, deciso, nella splendida abetaia,
fino ad intercettare la strada asfaltata per la Corte e le Tagliate
(strada che, a sua volta, si stacca sulla destra dalla strada principale
Rasura-Bar Bianco, ad un bivio segnalato). Percorriamo, ora, la strada
per la Corte verso destra, fino a trovare, sulla sinistra, la partenza
di una bella e larga mulattiera (indicazione per il monte Olano, dato
ad un’ora e 15 minuti di cammino). Attraversiamo, così,
gli splendidi prati della Corte. Siamo nei pressi della chiesetta e
del rifugio della Corte, al quale, se lo riteniamo, possiamo fare sosta.
Al termine della salita sulla mulattiera incontriamo un cartello che
segnala, sulla sinistra, la partenza di un sentiero secondario per l’alpe
Culino, data ad un’ora di cammino (si tratta del sentiero 141).
Il sentiero, attraversata una radura (la traccia qui è debole),
entra in una bella abetaia (la traccia si fa più marcata), e
poi in una macchia di faggi, salendo sempre gradualmente. Dopo un buon
tratto, giungiamo ad un bivio, segnalato su un masso: proseguendo verso
sinistra seguiamo la direzione per il bar Bianco, mentre prendendo a
destra torniamo al rifugio Corte.
Passo dopo passo, ci portiamo fino al solco della valle del Rio Fiume ("fiüm"),
che attraversiamo su un ponticello in legno. Il sentiero, non segnalato
sulla carta IGM, passa,
quindi, sul versante opposto della valle, dove incontriamo di nuovo
la magia sempre affascinante del bosco di abeti. Alla fine della salita
ci ritroviamo all’ultimo tornante sinistrorso (per chi sale) della
pista sterrata che porta al Bar Bianco (si tratta sempre della strada
Rasura-Bar Bianco, che, oltre la località Ciani, si fa sterrata).
Pochi passi ancora, e siamo al Bar Bianco, dopo circa due ore e 40 minuti
di cammino (il dislivello in salita è sempre di 570 metri). Ovviamente,
possiamo combinare questo itinerario ed il precedente ad anello.
Dal Dos a Mellarolo. Nei secoli passati Mellarolo,
il paesino a nord di Rasura, sul versante opposto della valle del Rio
Fiume, era frazione di Rasura; poi venne assegnato al comune di Cosio Valtellino. Ma, al di là delle vicende amministrative, i due
centri hanno sempre conservato un forte legame. Una camminata che li
stringa ad anello, quindi, ci sta davvero bene, e ripercorre, in buona
parte, il tracciato della camminata-corsa che anima Rasura nel cuore
del mese di agosto.
Prendiamo come riferimento, di nuovo, il punto nel quale il sentiero
del Dos giunge ad intercettare la pista che si stacca, sulla destra,
dalla strada principale Rasura-Bar Bianco. Ora, però, invece
di proseguire sulla sinistra, in salita, prendiamo a destra, in discesa.
La pista sterrata, dopo pochi tornante, scende fino ai prati degli splendidi
maggenghi a monte di Mellarolo, con le località Rasega, Fontane
e Dosso di Sopra. Alla strada si sostituisce, poi, un largo sentiero,
che prosegue
nella lunga diagonale della discesa fra prati e baite ben curate, proponendo
alcuni suggestivi scorci panoramici sulla bassa Valtellina e sulle cime
del gruppo del Masino.
Alla fine raggiungiamo il punto terminale di una pista sterrata che
sale fin qui da Sacco. La seguiamo per un tratto, fino a trovare, sulla
destra, la partenza di un largo sentiero, che imbocchiamo. Il sentiero
piega subito a destra, entra nel bosco e, dopo aver toccato una baita
isolata ed attraversato un ruscello, torna ad uscire all’aperto
nella parte alta di una fascia di prati posta immediatamente a monte
di Mellarolo. La successiva discesa ci porta alla parte alta del paese,
dove arriva la stradina asfaltata che, staccandosi, sulla destra, dalla
ex ss. 405, ora strada provinciale, della Val Gerola poco prima di Rasura, permette di salire al
paese. È, questo, un paese che profuma ancora d’antico:
un profumo che si respira soprattutto sostando sul piccolo sagrato della
chiesa dedicata alla Beata Vergine dell’Assunta (m. 816).
Per chiudere l’anello, dobbiamo, ora, scendere per un tratto lungo
la strada asfaltata, staccandocene, poi, sulla destra in corrispondenza
dell’ultimo tornante che immette in paese. Troveremo, dopo una
breve discesa, un lavatoio, sul margine meridionale del paese, alle
spalle del quale parte il sentiero che riporta a Rasura. Il sentiero
entra in una fresca selva e, dopo una nuova breve discesa, raggiunge
ancora il cuore della valle del Rio Fiume ("fiüm"che segna il confine fra
i comuni di Rasura e Cosio Valtellino), varcandolo su un ponte il legno,
in un punto nel quale le acque gorgogliano giocando nel disegno di rocce
arrotondate.
Dopo
una salita, sempre nel bosco, usciamo all’aperto ai prati della
località Dosso, raggiungendo, in breve, il gruppo delle baite
poste a circa 850 metri di altezza. Sulla destra incontriamo anche un
interessantissimo dipinto che risale al 1426 e che raffigura una Madonna
incoronata con Bambino. Al termine della traversata ci immettiamo sulla
strada asfaltata che scende al bivio della parte alta di Rasura; imboccando
l’altro ramo del bivio, quello per il Bar Bianco (o meglio, un
sentiero che permette di tagliare per via più diretta una fascia
di prati e baite), ci riportiamo, alla fine, al primo tornante sinistrorso,
nei cui pressi abbiamo lasciato l’automobile. Questo tranquillo
anello Rasura-Mellarolo-Rasura richiede circa 2 ore e 15 minuti di cammino;
il dislivello in salita è di circa 200 metri.
Dal Dos a Sacco. Quest’ultima proposta di camminata
rappresenta una semplice variante più ampia della precedente.
In questo caso, una volta scesi dai maggenghi di Fontane e Ronchi di
Sopra alla strada sterrata che sale da Sacco, invece di lasciarla per
imboccare il sentiero che se ne stacca sulla destra e scende a Mellarolo,
la percorriamo interamente, fino a raggiungere la parte alta di Sacco.
La discesa propone qualche tratto un po’ ripido, ma nel complesso
è riposante e panoramica (oltre ai begli scorci sulla bassa e
media Valtellina, alcuni tratti propongono suggestivi scorci su Mellarolo
e Rasura). Scendendo, raggiungiamo anche il punto nel quale alla pista
si congiunge, da sinistra, la bella e ripida mulattiera che da Sacco
sale alla Corte. Per abbreviare la discesa, possiamo anche lasciare
la pista quando troviamo, sulla destra, un sentiero che se ne stacca.
Se, invece, seguiamo la pista fino al suo termine, passiamo per la chiesetta
di S. Bernardo e, attraversata una splendida conca di prati,
raggiungiamo le case alte di Sacco e scendiamo alla splendida piazza
del paese, con la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo (m. 700).
Per tornare a Rasura, risaliamo dalla chiesa lungo la strada per la
parte alta e, al primo bivio, prendiamo a sinistra, imboccando una strada
sterrata che passa a monte di una grande baita, sulla cui facciata è
dipinta una splendida Madonna con Bambino il cui stile rivela un’origine
assai antica. La strada si fa, quindi, sentiero, attraversa una fascia
di prati e supera, su un ponticello in cemento, una valle minore, prima
di raggiungere una nuova fascia di prati, ai quali stanno aggrappate
le baite della Sponda. Qui troviamo un divertente cartello che invita
a tenere una velocità massima di 10 km orari, per il pericolo
di attraversamento…galline. Pochi passi ancora, ed abbiamo raggiunto
la parte settentrionale di Mellarolo e la sua chiesa. Non ci resta che
seguire l’itinerario sopra descritto per compiere l’ultima
traversata da Mellarolo a Rasura. Questo più ampio anello richiede
circa 3 ore di cammino e comporta un dislivello approssimativo di 320
metri.
CARTE DEL PERCORSO SULLA BASE DI © GOOGLE-MAP (FAIR USE)
Copyright 2003-2018: Massimo Dei Cas
Escursioni e camminate (consigli ed indicazioni; I miei canali su YouTube: paesi e campane, rifugi e vette, passi e poesie, poesie, musica) |
|||||||
Storia, tradizioni e leggende |
|||||||
Immagini, suoni e parole |
|||||||
Copyright © 2003 - 2023 Massimo Dei Cas Designed by David Kohout