Un godibilissimo circuito di mountain-bike che sfrutta una decauville dismessa
CARTA DEL PERCORSO - ESCURSIONI A PIATEDA
Uno dei più eleganti e suggestivi
anelli di mountain-bike, sul versante orobico, è quello che parte
da Piateda, passa per Briotti e, sfruttando un suggestivo tratto della
decauville dismessa, effettua, ad una quota di poco superiore ai 1000
metri, una bella traversata verso il Gaggio di Piateda, per poi tornare
a Piateda passando per Piateda Alta.
Si tratta di un percorso di medio impegno, che non propone tratti tecnici
ed è interamente ciclabile. Il periodo consigliato è quello
tardo primaverile ed autunnale, ma anche nel primo inverno, in assenza
di manto nevoso, oppure nella stagione estiva il percorso è godibilissimo
e di sicura soddisfazione.
Per raggiungere il punto di partenza, cioè Piateda, dobbiamo
staccarci dalla ss. 38 dello Stelvio sulla destra (se procediamo da
Sondrio a Tirano) o poco prima del passaggio a livello che segna il
limite orientale della tangenziale di Sondrio, oppure un po’ più
avanti, quando troviamo il cartello che indica il paese. Nel primo caso
attraversiamo subito il fiume Adda su un ponte, poi passiamo per Busteggia (termine che deriva da “bustum”, arso, arido) e raggiungiamo alla fine, dopo 3,7 km, il centro di Piateda (m. 304),
passando proprio davanti alla centrale della Falck.
Vale la pena ricordare che solo in epoca relativamente recente il centro
del paese si è collocato al piano: il centro storico, infatti,
era posto più a monte, nelle frazioni di Previsdomini, Monno,
Vermaglio, Piateda Alta, Bèssega e Gaggio, collocate in una felice
posizione panoramica, dalla quale si domina il versante retico. Poi
anche qui si è fatto sentire il sensibile processo di abbandono
della media montagna e di popolamento del piano. A
riprova di ciò basti ricordare che la chiesa parrocchiale del
Crocifisso, che ci accoglie nel centro del paese, è di costruzione
recente (prima metà del Novecento).
Partiamo, dunque, dalla piazza antistante la chiesa, dove possiamo parcheggiare
l’automobile, e cominciamo a pedalare verso est, cioè in
direzione di Boffetto. Dopo circa 800 metri raggiungiamo la località
Dosso, dove si trova il ponte sull’Adda denominato della Streppona.
Invece di impegnare il ponte, deviamo a destra, percorrendo una stradina
meno trafficata, che ci porta, dopo 2,3 km dalla partenza, alla contrada
Paleari di Boffetto, a sud dell’antico e caratteristico ponte
che scavalca il fiume Adda, qui costretto a scorrere quasi a ridosso
del versante orobico per l’imponente conoide della Fiorenza che
scende dal versante retico.
Seguendo le indicazioni della pista ciclabile, ignoriamo una deviazione
a destra e passiamo a destra del ponte, proseguendo nel cuore del paese.
Lasciamo, così, alla nostra sinistra l’antica chiesetta
di S. Pietro Martire, mentre un po’ più lontana si vede,
sulla riva opposta dell’Adda, la chiesa parrocchiale di S. Caterina.
Oltrepassate le ultime case di Boffetto, giungiamo in località
Carolo (m. 327), passando a sinistra di un bel lavatoio, della partenza
della mulattiera per Sazzo e della cinquecentesca chiesetta di San Rocco.
Proseguendo,
troviamo, sulla sinistra, un’area di sosta attrezzata, allestita
immediatamente a sud dell’Adda come struttura per servire il Sentiero
Valtellina. Poco oltre, ecco, sulla sinistra, il ponte sull’Adda
di Casacce (m. 352). Impegnandolo, si sale, infatti, verso questa località,
frazione di Ponte in Valtellina, mentre proseguendo diritti si percorre
per un ultimo tratto il Sentiero Valtellina, prima che questo si interrompa
sulla riva meridionale dell’Adda.
Noi, invece, dobbiamo impegnare la strada che sale a Sazzo, Arigna (termine che deriva da “lariana” e, quindi, da “larix”, cioè larice) e
Briotti, sulla nostra destra. Dopo qualche tornante, ci si presenta
la bella facciata del santuario di S. Luigi di Sazzo, a 456 m. s.l.m.
ed a 4 km circa dalla partenza. La chiesa è in realtà
intitolata a San Michele e sorge laddove, in origine, vi era una cappella
privata della potente famiglia dei Quadrio, che proprio qui possedeva
un importante fortilizio.
Quando la chiesa fu consacrata, nel 1664,
la venerazione per il futuro S. Luigi Gonzaga (allora beato) era assai
forte, in Valtellina. Per questo essa ospitò una cappella dedicata
a lui, e venne ben presto conosciuta con la denominazione di santuario
di San Luigi di Sazzo. Vicino al lato settentrionale del santuario parta
una mulattiera che passa sotto il cimitero e, tagliata la strada asfaltata,
scende, in una fresca selva, alla chiesetta di San Rocco a Carolo: può
essere sfruttata da chi desideri effettuare una biciclettata più
breve, che prevede il ritorno a Piateda per la medesima via di andata.
Proseguiamo nella salita, circondati da una fitta macchia di castagni,
raggiungendo il bel poggio su cui è collocata Albareda (m. 781, termine che deriva probabilmente, come Albaredo, da “arboretum” e da “arbor”, pioppo),
dove troviamo la chiesetta di S. Gregorio, che possiamo visitare, con
un breve fuori-programma, sfruttando la deviazione sulla destra che
ci permette di raggiungerla. Più in alto, oltrepassato il ponte
sul torrente Trìpolo, eccoci alla frazione omonima, ad 804 metri
s.l.m. ed a circa 8 km dalla partenza. Subito dopo, troviamo un bivio:
proseguendo diritti si raggiunge Fontaniva, conosciuta anche come Arigna,
per poi proseguire in direzione della centrale dell’Armìsa,
nel cuore della Valle d’Arigna. E’, questa, la direzione
che deve prendere chi intenda raggiungere i segnalati rifugi Donati,
Corti e Resnati (questi ultimi, per la verità, bivacchi).
Per percorrere l'anello, invece, dobbiamo prendere a destra, seguendo
le indicazioni per Briotti. Prima di giungervi, superiamo le frazioni
Berniga (m. 835), Famlonga (m. 925) e Prestinè (m. 956), rispettivamente
a 10,5, 11 ed 11,5 km dalla partenza. Alla fine, siamo al punto più
alto dell’anello, la località di Briotti, a 1060 metri
ed a 12,5 km dalla partenza.
Essa è costituita da diversi nuclei di baite disposte su un ampio
versante di prati, in posizione assai felice: d’estate sono diversi
i villeggianti che la animano. Una sosta ristoratrice permette di dominare
il versante retico sopra Montagna,
Tresivio e Ponte, che culmina nella vetta di Rhon (m. 3186). Più
a sinistra, il monte Disgrazia si mostra in una prospettiva poco consueta
e con un profilo slanciato.
Dobbiamo, ora portarci all’imbocco della decauville, cioè
verso destra (ovest) seguendo le indicazioni per la pista ciclabile (indicazioni che troviamo anche molto più in basso, al ponte
di Casacce). Per farlo, abbiamo due possibilità: deviare a destra
per il Dosso del Grillo, non appena troviamo la relativa indicazione,
oppure salire fino al centro di Briotti, dove si trova un piccolo parcheggio,
prendere a destra e, seguendo il cartello per la pista ciclabile, impegnare
una pista sterrata (all’inizio poco marcata) che corre in piano
verso ovest, passando sopra il Dosso del Grillo. Quest’ultimo
è un insieme di strutture sportive dove si tengono, d’estate,
anche diverse manifestazioni.
Per l’una o per l’altra via, eccoci, dunque, alla larga
pista con andamento pianeggiante che taglia lo splendido versante orobico
sopra Boffetto e Piateda, mantenendosi costantemente su una quota compresa
fra 1020 e 1040 metri. Dopo un’area di sosta attrezzata, raggiungiamo
il confine, segnalato da un cartello, fra il territorio del comune di
Ponte in Valtellina, che lasciamo, e quello del comune di Piateda, nel
quale rientriamo. Dopo
una lunga e faticosa salita, ci attende, quindi, una traversata di tutto
relax, in una cornice naturale di superba bellezza. Le abetaie che ci
circondano, infatti, regalano stupendi giochi di luce, rari effetti
cromatici e suggestivi chiaroscuri. Nella traversata, superiamo diversi
valloni e valli.
La prima valle importante è quella del torrente Seriòlo,
che scende al fiume Adda appena prima (cioè ad ovest) di Boffetto.
E’ la volta, poi, del torrente principale del versante, il Serio,
che ha scavato il solco della val Sorda. Lo attraversiamo su un ponte
che ci permette di gettare una suggestiva occhiata sul selvaggio scenario
della media valle. Poco dopo le baite della località Suolo troviamo
una pista che si stacca in discesa, sulla destra, dalla decauville.
Questa, da Briotti al bacino del Gaggio di Piateda, è lunga circa
5 km, ma non può essere percorsa interamente, perché,
prima del bacino citato, si trova un divieto di accesso alle persone
non autorizzate. Per proseguire nel circuito, quindi, tagliamo fuori
la pur bella località del Gaggio e sfruttiamo la deviazione a
destra, scendendo, con qualche tornante, ai prati di Prebottoni ed intercettando,
alla fine, la strada asfaltata che da Piateda piano sale a Piateda alta
e prosegue per il Gaggio. Il
fondo non è sempre ottimale, ma con un po’ di prudenza
la discesa non riserva particolari difficoltà.
Ci troviamo, così, poco sopra la località Bèssega,
ad 804 metri, fino a circa un secolo fa centro di una certa importanza,
con un centinaio di abitanti: qui incontriamo, invece, ora, se non siamo
nel cuore della stagione estiva, un silenzio arcano, che avvolge il
secentesco oratorio di San Rocco.
Abbiamo percorso, finora, circa 18 km dalla partenza: dopo un ulteriore
chilometro e mezzo, eccoci allo stupendo terrazzo panoramico di Piateda
alta (m. 709), dominato dalla chiesa di S. Antonio Abate, che fu eretta
a parrocchia nel 1589. L’ultima parte della discesa ci permette
di atraversare le frazioni di Monno (dove troviamo, ad un tornante destrorso,
sulla sinistra, la deviazione per la Val Venina) e Previsdomini, a 538
metri s.l.m.
Alla fine, dopo circa 26 km. dalla partenza, possiamo facilmente chiudere
l’anello, perché la strada confluisce nella pedemontana
in corrispondenza della periferia orientale di Piateda piano: prendendo
a sinistra, torniamo rapidamente al parcheggio della chiesa parrocchiale,
dove abbiamo lasciato l’automobile. Il
dislivello superato in salita è di circa 755 metri, ed il tempo
necessario si aggira intorno alle 2 ore e 30 minuti.
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri).
Escursioni e camminate (consigli ed indicazioni; I miei canali su YouTube: paesi e campane, rifugi e vette, passi e poesie, poesie, musica) |
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