CARTA DEL PERCORSO


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DAL GAGGIO DI PIATEDA ALL'ALPE PESSA

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Gaggio di Piateda-Dosso del Sole-Legnomarcio-Alpe Pessa
2 h e 30 min.
830
E

SINTESI. Lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a destra alla prima rotonda dopo Sondrio (per chi procede verso Bormio). Proseguendo diritti verso sud, intercettiamo la strada Pedemontana che passa per Piateda, presso la chiesa parrocchiale. Prendiamo a destra (est) e poi, dopo breve tratto, lasciamo la Pedemontana prendendo a destra per imboccare la strada che sale alle frazioni alte sopra Piateda. Oltrepassata Piateda Alta (a 6,2 km da Piateda), raggiungiamo il Gaggio (m. 1020), dove si trova un piccolo bacino idroelettrico. Al Gaggio troviamo il cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Parcheggiamo dunque qui, ad uno slargo nel quale troviamo un’edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, e ci incamminiamo sempre sulla strada che prosegue nella salita, passando per il Dosso del Sole (m. 1280l). Qui ad un bivio prendiamo dunque a sinistra e proseguiamo circondati da boschi prevalentemente di abeti, fino al bivio ad una quota di poco inferiore ai 1500 metri (fin qui possiamo salire anche in automobile acquistando il pass di transito al bar presso la chiesa parrocchiale di Piateda). Qui lasciamo alla nostra sinistra la pista che si dirige verso Le Piane ed imbocchiamo la pista di destra, che porta al Legnomarcio (m. 1500). Seguendo la pista procediamo verso sud-ovest, circondati da una splendida abetaia ("peghèra"), uscendo ai prati del maggengo di Legnomarcio (Légn marsc', m. 1559). La pista, con fondo erboso, prosegue verso sud, salendo gradualmente, sempre in abetaia, fino ad uscire in vista dell'alpe Pessa (Pèsa, m. 1850). La pista attraversa l'avvallamento per il quale scorre il torrente omonimo e ci portia al nucleo dell'alpe (tre baite e casera).


Panorama dal bivio delle piste per Le Piane e l'alpe Pessa (clicca qui per aprire)

Una delle più semplici camminate sul versante orobico a monte di Piateda ha come meta l’alpe della Pessa, uno dei più importanti alpeggi di Piateda, ai piedi della punta omonima.
Per effettuare l’escursione lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a destra alla prima rotonda dopo Sondrio (per chi procede verso Bormio). Proseguendo diritti verso sud, intercettiamo la strada Pedemontana che passa per Piateda, presso la chiesa parrocchiale. Prendiamo a destra (est) e poi, dopo breve tratto, lasciamo la Pedemontana prendendo a destra per imboccare la strada che sale alle frazioni alte sopra Piateda. Passiamo così per Dosso e Previsdomini (a 4 km da Piateda), raggiungendo alla contrada Monno (5 km da Piateda), ad un tornante sx, lo svincolo a destra per la Val Venina, che ignoriamo, proseguendo sulla strada principale, che raggiunge Piateda Alta (a 6,2 km da Piateda), dove passiamo a sinistra della bella chiesa di S. Antonio. Era questo, in passato, il nucleo principale di Piateda, prima che il primato passasse al Piano.
La strada, più stretta, prosegue, passando per Bessega e raggiungendo il Gaggio (Ul Gasc’, m. 1020, a 3 km da Piateda Alta), dove si trova un piccolo bacino idroelettrico (Ul Bacìi) e dove partono le condotte forzate che scendono alla centrale di Venina.


Panorama dalla pista per Legnomarcio (clicca qui per aprire)

Questo luogo è legato ad una singolare storia: vi furono nascoste, in una struttura apposita, alcune casse con la scritta “motori”, che contenevano in realtà le vetrate del Duomo di Milano, smontate per sottrarle ai bombardamenti e portate fin qui per iniziativa della famiglia Falck. Ovviamente, terminata la guerra le vetrate furono ricollocate nel Duomo.
Al Gaggio troviamo il cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Parcheggiamo dunque qui, ad uno slargo nel quale troviamo un’edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, e ci incamminiamo sempre sulla strada che prosegue nella salita, con sfondo in asfalto ed in cemento (prevalentemente sterrata dopo i 1150 m. circa). Teniamo però presente che fino alle Piane (Li Piàani) ed al rifugio ANA possiamo salire in automobile, previo acquisto del pass giornaliero al Bar presso la chiesa parrocchiale di Piateda.
Ignorate alcune piste secondarie, intorno ai 1280 metri usciamo dal bosco ai luminosi prati che si sono meritati la denominazione di Dosso del Sole (Dos dal Suul). Qui troviamo un bivio con i cartelli che indicano Le Piane km. 3 proseguendo a sinistra, Corne km. 2 e Campiolo km 3 proseguendo diritti. Prendiamo dunque a sinistra e proseguiamo circondati da boschi prevalentemente di abeti, fino al bivio ad una quota di poco inferiore ai 1500 metri. Qui lasciamo alla nostra sinistra la pista che si dirige verso Le Piane ed il rifugio ANA di Piateda ed imbocchiamo la pista che se ne stacca sulla destra. Il cartello di riferimento segnala l'alpe La Pessa (m. 1850), con tempo di percorrenza di un'ora, e la possibilità di trovarvi prodotti tipici d'alpe. Teniamo presente che fin qui possiamo salire in automobile, acquistando, al bar nella piazza accanto alla chiesa parrocchiale di Piateda, il pass per l'accesso.


Panorama della Val Vedello e della Val Venina (clicca qui per aprire)

Seguendo la pista procediamo verso sud-ovest, circondati da una splendida abetaia ("peghèra"), uscendo ai prati del maggengo di Legnomarcio (Légn marsc', m. 1559), costituito da alcuni edifici rurali ristrutturati, con un bel colpo d'occhio, a nord, sul monte Disgrazia, che da mostra un profilo turrito, diverso da quello più noto. Il maggengo è citato in un documento del 1538, nella forma latina "ad lignos marzios". In un documento del 1664 leggiamo invece la dizione "ad ligna marcia". Nonostante l'altezza, vi si praticano due sfalci di fieno nella stagione estiva.
La pista, con fondo erboso, prosegue verso sud, salendo gradualmente, sempre in abetaia, fino ad uscire in vista dell'alpe Pessa (Pèsa, m. 1850). La pista attraversa l'avvallamento per il quale scorre il torrente omonimo (La Pèsa, che ha origine ai piedi della Punta della Pessa, Piz 'lla Pèsa) e ci porta al nucleo dell'alpe, costituito da tre baite, dalla casera, da un ricovero per gli animali, alcuni ruderi ed una fontana. In un documento del 1600 il decano di Boffetto Martino Cavazzi investe a locazione l'alpeggio Giovan Domenico detto Vanotto e Giovan Domenico Strepponi "de Bertolijs".
Dall'alpe si gode di un buon colpo d'occhio, a nord, sul monte Disgrazia e sull'alta Valmalenco, ma anche, a sud-ovest, sulla Val Vedello e la Val Venina. L'escursione dal Gaggio di Piateda (che può essere anche un interessante itinerario di mountain-bike) dura circa 2 ore e mezza di cammino, e comporta un dislivello approssimativo in altezza di 830 metri.


Panorama dall'alpe Pessa (clicca qui per aprire)



CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri).

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