L'azienda
regionale delle Foreste della Lombardia ha promosso, fra il 1997 ed il
1998, il primo censimento degli alberi monumentali della Provincia di
Sondrio. Il concetto di albero monumentale comprende diversi parametri,
vale a dire il portamento e la forma della pianta, la sua rarità
botanica, il suo valore storico, paesaggistico ed architettonico e le
sue dimensioni.
I risultati hanno portato alla classificazione di 133 alberi, in tre categorie:
la prima elite (I e), cioè quella di maggior pregio, la prima (I)
e la seconda (II). I risultati e le schede riassuntive sono riportati
in un volume pubblicato, a cura della Provincia di Sondrio e della Regione
Lombardia, nel maggio del 1999, ed intitolato "Alberi monumentali
della Provincia di Sondrio". Da esso si evince che sono solo 18 gli
alberi che si sono classificati nella categoria I e.
Li possiamo considerare monumenti del nostro ambiente naturale, non certamente
paragonabili alle sequoie giganti dei parchi degli Stati Uniti, ma altrettanto
importanti come punti di riferimento di primario valore nella cornice
non solo naturale, ma anche culturale e storica che ci circonda e, in
un certo senso, ci abbraccia e ci fa essere quello che siamo. Per questo
ci è parso significativo riportare le 18 schede dei primi della
classe (desumendo i dati dalla pubblicazione citata), con i riferimenti
necessari per andarli a trovare, perchè, come accade a certi primi
della classe, non si sentano troppo soli.
Prima
di passare all'illustrazione di questi campioni del nostro paesaggio,
va però operata una citazione consolatoria. "Per un punto
Martin perse la cappa", recita un famoso adagio, e noi potremmo dire
che "per una spunta", cioè per una potatura, alcuni alberi
hanno perso la possibilità di rientrare in questa elite. Ecco quel
che dice, in proposito, il volume citato: "Menzione a parte meritano
i due platani del fondovalle, posti lungo le strade statali 36 e 38 a
Tresenda e Novate Mezzola, entrambi con dimensioni ragguardevoli, ma segnati
dalla medesima sorte: una potatura drastica totalmente ingiustificata
che ne ha compromesso irrimediabilmente il loro alto valore monumentale"
(pg. 2). Beh, regaliamo almeno al platano di Tresenda, che si trova a
lato (sud) della strada statale 38, in corrispondenza del ponte della
strada che conduce all'Aprica, l'onore di una citazione fotografica, e
ad entrambi una visita di consolazione.
Castagno (Castanea sativa Mill.) in località Piasci,
sotto il paese di Monastero (Comune di Berbenno).
Lo si raggiunge facilmente staccandosi dalla Provinciale Valeriana
che congiunge Ardenno e Berbenno, all'altezza di Ere, per poi salire
verso Monastero. Superato il caratteristico nucleo di case della
Maroggia, si raggiungono i Piasci. Denominato "centùn"
o "ciantùn", l'albero è legato a diverse
leggende. Si narra che all'ombra delle sue fronde riposò
già San Benigno De' Medici (detto anche San Bello), nel secolo
XV. Dicono anche che le sue radici erano tanto ramificate da giungere
a succhiare il vino dalle botti delle vicine cantine. Ora appare
quasi piegato dal peso dei secoli. La sua marcata inclinazione è
uno degli aspetti che più lo caratterizzano. |
Quota
m: 528 |
Circonferenza
cm: 510 |
Altezza
m: 8 |
Condizioni
fitosanitarie: medie |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore paesaggistico ed architettonico |
Abete
bianco (Abies alba Mill.) nel cuore della valle del Bitto
di Albaredo, in comune di Bema. Per raggiungerlo bisogna
effettuare un'escursione partendo da Albaredo per San Marco (cui si sale
da Morbegno), pecorrendo per un tratto la provinciale verso il passo e staccandosene
sulla destra in corrispondenza del ristoro Via dei Monti. Una stradina porta
alla chiesetta della Madonna delle Grazie, scende superando, su altrettanti
ponti, due valli, risale al dosso Chierico. Prima di raggiungere le baite
del dosso, la si lascia per imboccare il primo sentiero che scende, sulla
destra, ed effettua un lungo traverso (ignorare altre deviazioni) fino a
raggiungere il letto del torrente, nel cuore della valle. Superato il torrente
su un ponticello costituito da massi, si risale verso l'alpe di Vesenda
Bassa. Prima di raggiungerne la casera, si guarda sulla destra, dove, da
un fitto bosco di abeti, emerge la chioma diradata dell'abete di
Vesenda (Avezz de Uusenda), il più famoso albero di Valtellina.
Ci si inoltra nel bosco ed in breve lo si raggiunge. Nei suoi pressi un
tavolo consente anche una pausa ristoratrice. |
Quota
m: 1350 |
Circonferenza
cm: 575 |
Altezza
m: 39 |
Condizioni
fitosanitarie: scadenti |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore storico |
Faggio (Fagus sylvatica L.) dalla forma curiosa e bizzarra, che se ne
sta sul limite inferiore del prato Isio (in comune
di Berbenno di Valtellina), quasi a presidiarne l'accesso. Lo si
raggiunge facilmente salendo verso il prato da Polaggia (che si raggiunge
da Berbenno, prendendo a destra - est). Superati i prati di Gaggio di Polaggia
ed il Pian del Prete, la strada raggiunge il bell'alpeggio, dal quale si
può proseguire per l'alpe Caldenno, in valle di Postalesio. |
Quota
m: 1555 |
Circonferenza
cm: 600 |
Altezza
m: 7 |
Condizioni
fitosanitarie: medie |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore storico e paesaggistico |
Gelso
bianco (Morus alba L.) a Ponte in Valtellina,
all'incrocio fra la via sant'Ignazio ed il vicolo Fòppoli (presso
le scuole elementari e medie). Lo si raggiunge salendo al centro del paese,
oltrepassando la chiesa parrocchiale e dirigendosi al parcheggio di piazza
S. Ignazio. L'albero è molto conosciuto, e già nel secolo
XVII lo si definiva pianta centenaria, per cui ha sicuramente una veneranda
età. |
Quota
m: 510 |
Circonferenza
cm: 444 |
Altezza
m: 10 |
Condizioni
fitosanitarie: medie |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore storico ed architettonico |
Castagno (Castanea sativa Mill.) in località Bedognolo,
nel comune di Grosio. Si raggiunge la località
staccandosi dalla strada che da Ravoledo, sopra Grosio, si inoltra in
val Grosina, al penultimo tornante (destrorso per chi sale) prima di San
Giacomo (oppure, come riferimento più comodo, al secondo tornante
dopo aver superato Fusino). Qui si stacca dalla strada asfaltata una stradina
che scende ad un primo nucleo di case, presso una fontana, per poi risalire
ad un secondo gruppo di abitazioni. Ed è qui, proprio sul limite
della selva ed a lato della strada, sulla sinistra, che si può
facilmente riconoscere l'albero, le cui fattezze hanno veramente qualcosa
di fiabesco, dato che nella parte bassa il tronco presenta una grande
cavità, che la fantasia può immaginare abbiano eletto a
propria dimora folletti o gnomi. L'albero ha la caratteristica di possedere
la maggiore circonferenza dell'intera provincia di Sondrio. |
Quota
m: 960 |
Circonferenza
cm: 1200 |
Altezza
m: 10 |
Condizioni
fitosanitarie: scadenti |
Motivi
di interesse:
portamento e forma, valore storico e paesaggistico |
Larice (Larix decidua Mill.) all'alpe Lago in valle
del Bitto di Albaredo (comune di Albaredo per San Marco). Lo
si raggiunge facilmente percorrendo la provinciale per il passo di San
Marco oltre Albaredo, fino al rifugio Alpe Lago. Il rifugio si trova a
circa 7,6 chilometri dal cartello che si incontra all'uscita da Albaredo
e che indica se il passo di San Marco è aperto o chiuso. L'edificio
è poco sopra la strada, sulla sinistra, ad un tornante destrorso
della stessa, e lo si raggiunge percorrendo per un breve tratto una carrozzabile
con fondo sterrato. Alle spalle del rifugio, a destra (per chi ne guarda
la facciata), parte il sentiero, segnalato da segnavia rosso-bianco-rossi,
che sale verso l'alpe Lago, effettuando una diagonale che lo porta ad
attraversare due corsi d'acqua. Il larice, affiancato da un larice gemello
di dimensioni leggermente inferiori, è ben visibile, a sinistra
della prima baita che si incontra salendo, nei pressi di una biforcazione
del sentiero seguito. Lo si raggiunge dopo una ventina di minuti di cammino. |
Quota
m: 1695 |
Circonferenza
cm: 550 |
Altezza
m: 24 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse:
portamento e forma, valore storico e paesaggistico |
Agrifoglio (Ilex aquifolium L.) nel giardino di una casa privata a Campo
Erbolo (valle del Bitto di Albaredo), località
in comune di Morbegno che si raggiunge salendo lungo la provinciale per
il passo di san Marco. Campo Erbolo è l'ultima frazione di Morbegno,
prima di entrare nel territorio del comune di Albaredo (che si trova a
poca distanza dalla frazione). Bisogna percorrere 11 chilometri della
strada provinciale per raggiungerla. Poco prima di una fontana sulla destra
della strada, è ben visibile, sulla sua sinistra, il grande albero,
il cui tronco è parzialmente interrato. |
Quota
m: 840 |
Circonferenza
cm: 257 |
Altezza
m: 14 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse:
rarità botanica, valore storico ed architettonico |
Platano (Platanus hybrida Brot.) nella località Pratogiano (zona
storica dei crotti) di Chiavenna. Per raggiungerlo basta
imboccare, alla rotonda dell'ingresso a Chiavenna (per chi viene da Milano)
il primo svincolo a destra, per il centro. Si percorre così un viale
e, dopo una smicurva a sinistra, ci si ritrova alla Stazione Ferroviaria,
il cui edificio è visibile sulla destra. Nella zona è presente,
sulla sinistra, un ampio parcheggio, presso l'edficio utilizzato dalle Poste.
Vi si trova anche l'ufficio dell'APT, dove si possono ottenere preziose
informazioni e materiale illustrativo sulle iniziative di vario genere che
possono interessare il turista. Lasciata la macchina nel parcheggio, basta
attraversare i binari per ritrovarsi all'inizio del viale Pratogiano, che
corre sui lati di un bel parco, dove, oltre al platano citato, sono presenti
altri platani di dimensioni ragguardevoli, che superavano in altezza, prima
di una potatura effettuata più di dieci anni fa, i 40 metri. Vale
la pena di ricordare, en passant, che la zona Pratogiano è anche
la zona storica dei crotti di Chiavenna, altra meta di un'interessantissima
visita. |
Quota
m: 310 |
Circonferenza
cm: 640 |
Altezza
m: 35 |
Condizioni
fitosanitarie: medie |
Motivi
di interesse:
valore storico ed architettonico |
Abete
rosso (Picea abies Karst) a Madesimo (via Giosuè Carducci, 12), che, si dice, sia stato piantato dal famoso
poeta Giosuè Carducci nel 1890. Per visitarlo basta proseguire, oltre
il centro di Madesimo, in direzione dell'uscita nord dal paese. All'inizio
della salitella di via Carducci, sulla nostra destra, noteremo alcuni abeti
imponenti, e fra questi l'albero legato al grande poeta, riconoscibile anche
per la targa apposta. Gli abeti svettano a fianco della strada, nel giardino
della villa Adele, ora condominio. Si tratta della villa nella quale Carducci
soggiornò per quindici anni, durante le sue villeggiature nell'amatissima
Madesimo.
A proposito di amatissima: può essere interessante ricordare che
l'origine più probabile del nome "Madesimo" è proprio
l'aggettivo "amatissimo", che ha perso la "a" iniziale
e si è trasformato nella denominazione attuale. |
Quota
m: 1540 |
Circonferenza
cm: 200 |
Altezza
m: 22 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse: valore storico |
Carpino
bianco (Carpinus betulus L.) in località Borgo
Francone, a Chiuro, nel giardino di una casa privata
(la casa Gandola-Quadrio), del sec. XV. La casa si trova nella parte alta
(nord) del paese. |
Quota
m: 400 |
Circonferenza
cm: 342 |
Altezza
m: 21 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore architettonico |
Abete
bianco (abies alba Mill.) presso la Zocca del Conco,
nella sezione medio-alta della Val Codera. Siccome alla
valle non si può accedere in automobile, è assai faticoso
raggiungere quest'albero, in quanto si deve partire da Mezzolpiano (Novate
Mezzola), percorrere la mulattiera che porta a Codera e proseguire inoltrandosi
nella valle. Superato il rifugio Brasca (m. 1305), si prosegue fino alle
due baite diroccate dell'alpe Codera (m. 1480). Percorsa per altri 300
la sponda sinistra (destra per chi sale) del torrente Codera, si giunge
ad un gorsso masso, dove lo si attraversa, per risalire di circa 100 metri
un pascolo abbandonato sul lato settentrionale della valle del Conco.
In un bel bosco caratterizzato anche dalla presenza di abeti rossi di
altezza superiore a 30 metri, si trova l'abete bianco. |
Quota
m: 1545 |
Circonferenza
cm: 570 |
Altezza
m: 29 |
Condizioni
fitosanitarie: scadenti |
Motivi
di interesse: valore storico |
Larice (Larix decidua Mill.) pressi il sentiero che dalla Val
di Mello porta nella laterale valle di Zocca (indicazioni per
i rifugi Allievi-Bonacossa). L'albero si trova nel primo tratto del sentiero,
500 metri circa dopo la sua partenza (che, a sua volta, si trova fra le
località Cascina Piana (casìna ciàna) e Rasica), 5 metri sopra il sentiero stesso. |
Quota
m: 1240 |
Circonferenza
cm: 560 |
Altezza
m: 29 |
Condizioni
fitosanitarie: scadenti |
Motivi
di interesse: portamento e forma |
Larice (Larix decidua Mill.) , all'alpe Campascio (campàasc) di Livigno.
Lo si raggiunge percorrendo la strada che da Livigno porta all'alpe, procedendo
dall'alpe in direzione del passo della Forcola, fino al crocifisso di
quota 2130. L'albero si trova 55 metri sopra la verticale del crocifisso
(a nord-est della strada). Con i suoi 850 anni, è sicuramente la
pianta più longeva di Livigno. |
Quota
m: 2185 |
Circonferenza
cm: 445 |
Altezza
m: 14,5 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse:
portamento e forma, valore storico e paesaggistico |
Pino
cembro (Pinus cembra L.) nel Bosco di Santa Maria
ad est di Livigno. Si trova a lato della s.s. 301. |
Quota
m: 2058 |
Circonferenza
cm: 347 |
Altezza
m: 24 |
Condizioni
fitosanitarie: medie |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore storico |
Pino
cembro (Pinus cembra L.) nel Bosco di Santa Maria
ad est di Livigno. Si trova a lato della s.s. 301. |
Quota
m: 2054 |
Circonferenza
cm: 340 |
Altezza
m: 17 |
Condizioni
fitosanitarie: scadenti |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore storico |
Abete
rosso (Picea abies Karst) a S. Antonio Morignone,
nel comune di Valdisotto. Per raggiungerlo bisogna salire dai
pozzi della pista bassa, lungo la strada forestale, in direzione dei muraglioni
della pista alta. L'albero si trova in un bosco che raccoglie alcuni dei
più alti alberi della provincia di Sondrio (anch'essi abeti rossi). |
Quota
m: 1130 |
Circonferenza
cm: 410 |
Altezza
m: 45 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse: valore storico |
Faggio (Fagus sylvatica- var. purpurea L.), nel giardino di una casa in
viale Italia, a Tirano. |
Quota
m: 430 |
Circonferenza
cm: 340 |
Altezza
m: 24 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse:
portamento e forma, valore storico ed architettonico |
Tiglio (Tilia cordata Mill.) in località Al Monte,
un insieme di baite abbandonate in Val Trebecca (comune di Prata
Camportaccio), raggiungibile mediante un difficile sentiero che
parte da S. Cassiano, sale al Motto dell'Orso e si addentra nella valle.
Si tratta di un sentiero per escursionisti esperti. |
Quota
m: 1000 |
Circonferenza
cm: 375 |
Altezza
m: 35 |
Condizioni
fitosanitarie: buone |
Motivi
di interesse: portamento e forma, valore paesaggistico |
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