ALTRE ESCURSIONI AD ALBAREDO - CARTA DEL PERCORSO - GALLERIA DI IMMAGINI


Apri qui una fotomappa della salita all'alpe Lago ed al monte Pedena

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Rifugio Monte Lago-Lago dell'Alpe Lago
1 h e 30 min.
450
E
Rifugio Monte Lago-Alpe Lago-Monte Pedena
3 h
900
EE
SINTESI. Dalla piazza S. Antonio di Morbegno, seguendo le indicazioni per Albaredo ed il Passo di San Marco imbocchiamo la strada provinciale che passa per il Tempietto degli Alpini, lascia a destra la deviazione per Bema e sale ad Arzo, per poi addentrarsi lungo il fianco orientale della valle. Superate Valle e Campo Erbolo, siamo al più importante nucleo della valle, Albaredo per San Marco (m. 898). Con un paio di tornanti lasciamo il paese e procediamo verso il passo di San Marco. Superiamo così la deviazione a destra per la Madonna delle Grazie ed il Dosso Chierico e quella a sinistra per Baitridana e l’alpe Piazza. Poco oltre il km 18 vediamo aprirsi alla nostra destra l’anfiteatro della valle. Parcheggiamo allo slargo con l’indicazione del rifugio Alpe Lago, a circa 1510 metri, e ci incamminiamo sulla pista che, dopo un tornante dx, porta al vicino rifugio Alpe Lago (m. 1557). Proseguendo sulla pista, dopo un tornante sx ne raggiungiamo il punto finale, in corrispondenza di una baita con un cartello che segnala la vendita di prodotti caseari. Qui, presso una fondata, parte il sentiero 151 segnalato da segnavia bianco-rossi e rosso-bianco-rossi che sale all’alpe Lago. Il sentiero, sempre ben marcato, supera due bassi muretti a secco ed inizia, in terreno aperto, una lunga diagonale ascendente che taglia la media valle verso destra, cioè sud-est, con qualche tornantino, attraversando due torrenti (il secondo richiede attenzione perché a destra si apre un salto di roccia) e raggiungendo il piccolo ripiano che ospita la baita quotata 1689 metri. Poco sopra la baita c’è una coppia di larici monumentali. Qui dobbiamo stare un po’ attenti e non seguire il sentiero che alle spalle della baita va a sinistra, passando a monte dei larici, ma quello più marcato che passa appena a valle della baita e prosegue verso destra, cioè sempre verso sud-est, salendo a zig-zag in terreno aperto. Dopo il primo tornante sx ed il successivo dx, siamo ad un bivio al quale, ignorata la traccia più marcata che prosegue diritta, prendiamo a sinistra. Dopo qualche tornante superiamo un uovo torrentello e guadagiamo un ampio corridoio erboso, che seguiamo piegando leggermente a sinistra. Il corridoio si restringe e ci avviciniamo ad una macchia di larici. Lasciando alla nostra destra una pietraia, seguiamo il sentiero, sempre ben marcato, che guadagna uota a zig-zag dentro la macchia, verso est. Superato da destra a sinistra il medesimo torrentello incontrato più in basso usciamo di nuovo in terreno aperto e saliamo verso est fino ad intercettare la recente pista sterrata che traversa fin qui dall'alpe Piazza. Alla nostra sinistra vediamo la baita quotata 1824 metri, per la quale passa la pista. Non seguiamo però la pista ma la lasciamo subito seguendo, sul lato opposto, la prosecuzione del sentiero che sale con serrati tornantini verso est (leggermente a sinistra), lungo una ripida china, al termine della quale raggiungiamo il piccolo poggio dove si trova il baitone dell’alpe Lago (m. 1909). Alle sue spalle il sentiero riprende a salire fino al bordo di della grande conca dell'alta Valle di Lago, dove troviamo una terza baita, a quota 1920 m. Alla nostra sinistra vediamo la croce in legno sulla cima di un poggio che si affaccia ad un salto roccioso. Scoliniamo ora per breve tratto a ridosso di una fascia di roccette, piegando a destra ed intercettando un sentiero che si infila in un ampio ripiano che un tempo ospitò probabimente un lago. Restando a sinistra di un torrentello proseguiamo diritti e raggiungiamo infine la conca terminale a ridosso del fianco montuoso, dove riposa il Lago dell'alpe di Lago (m. 1931). Qui può terminare l’escursione più semplice, con ritorno al rifugio Alpe Lago per la medesima via di salita.
Qui può terminare l’escursione più semplice, con ritorno al rifugio Alpe Lago per la medesima via di salita. Oppure possiamo anche da qui traversare all’alpe Piazza, sfruttando un sentiero che parte dalla baita di quota 1920 scendendo verso destra (per chi dal Lago si riporta alla baita), attraversando il valloncello centrale della valle e traversando ad un ripido versante erboso con radi larici. Il sentierino intercetta la Gran Via delle Orobie: seguendola traversiamo al limite dell’Alpe Piazza e di qui possiamo salire al monte Lago o traversare direttamente al rifugio Alpe Piazza, passando per il bivacco Legüi. Se invece possediamo l’esperienza per salire al monte Pedena, procediamo così. Tornando dal lago, invece di volgere a sinistra per ripassare dalla baita di quota 1920 prendiamo a destra ed iniziamo a salire un ripido versante erboso, in direzione di un’invitante bocchetta quotata 2108. Più o meno a metà della salita, però, volgiamo a destra, salendo lungo un ampio canalone in gran parte occupato da pietrame. Restiamo sul suo lato sinistro, sfruttando una striscia erbosa. Al termine del canalone pieghiamo leggermente a destra e, tagliate due franette, proseguiamo diritti lungo una sorta di corridoio ai piedi del crinale alla nostra sinistra, procedendo anche su facili lastroni. Raggiungiamo così un ampio avvallamento delimitato dalla cresta nord del monte Pedena, a sinistra, e da uno sperone roccioso che scende alla nostra destra. Abbiano l’impressione di avere di fronte a noi la cima, ma non è così. Saliamo zigzagando fra canalini e strisce di pascolo e ci portiamo ai piedi delle rocce sotto la cresta. Piegando quindi a destra ci portiamo su cengette erbose al crinale dello sperone roccioso, giungendo in vista dell’anticima, sormontata da un grande ometto che si scorge già dal Lago. Volgendo leggermente a sinistra, procediamo ora un po’ a zig-zag sul ripido versante fra erba e placche, puntando all’anticima ed al suo ometto (che da qui appare come la cima). La raggiungiamo senza troppi problemi, ma ci attendono gli ultimi brevi passaggi, fra blocchi esposti, nella traversata su una crestina alla vicina cima del monte Pedena (m. 2399), sormontata da un secondo grande ometto.


Apri qui una panoramica su gruppo del Masino, monte Disgrazia e gruppo del Bernina dal monte Pedena

La valle di Lago è una tributaria orientale della Valle del Bitto di Albaredo, compresa fra la Valle Piazza a nord e la Val Pedena a sud. È presidiata al vertice nord-orientale dal monte Lago (m. 2353) ed a quello sud-orientale dal monte Pedena (m. 2399). Il suo nome, come quello del monte, deriva dalla presenza di un laghetto (il Lago, m. 1931), che, per quanto piccolo, ha pure la sua importanza, essendo l’unico dell’intera Valle del Bitto di Albaredo. Nella sua parte alta ospita il ripiano dell’alpe Lago, assai meno visitata della vicina alpe Piazza, ma molto graziosa e facilmente raggiungibile dal rifugio Alpe Lago, nei pressi della strada provinciale del passo di San Marco, con una camminata di un’ora e mezza circa.


Rifugio Alpe Lago

Dall’alpe si può poi, seguendo la variante bassa della Gran Via delle Orobie, traversare verso nord all’ape Piazza, cioè al bivacco Legüi (m. 1923) ed il rifugio Alpe Piazza (m. 1835), oppure procedere in senso opposto, verso sud, sempre seguendo la G V O ed approdando alla media Val Pedena, ai piedi del passo omonimo. Traversando verso il bivacco Legüi possiamo, non appena ci affacciamo all’ampia alpe Piazza, prendere a destra e salire per il facile crinale erboso alla cima del monte Lago.


Valle di Lago

Fin qui siamo a livello di pratica escursionistica media. Un escursionista esperto, in condizioni di terreno, di visibilità e di tempo ideali, può dall’alpe Lago salire alla meno facile cima del monte Pedena che, a dispetto del nome, il cui etimo parrebbe suggerire un ripiano, è una cima bella ma non banale, ed è anche una classica meta scialpinistica. Quindi ciascuno può scegliere a misura delle sue capacità e disponibilità di tempo, dalla semplice visita all’alpe Lago ed al Lago alla salita al monte Pedena.


Larici monumentali

Punto di partenza è il rifugio Alpe Lago. Lo raggiungiamo salendo in Valle del Bitto di Albaredo da Morbegno. Qui, dalla via appena ad est di piazza S. Antonio, seguendo le indicazioni per Albaredo ed il Passo di San Marco imbocchiamo la strada provinciale che passa per il Tempietto degli Alpini, lascia a destra la deviazione per Bema e sale ad Arzo, per poi addentrarsi lungo il fianco orientale della valle. Superate Valle e Campo Erbolo, siamo al più importante nucleo della valle, Albaredo per San Marco (m. 898).


Larici monumentali

Con un paio di tornanti lasciamo il paese e procediamo verso il passo di San Marco. Superiamo così la deviazione a destra per la Madonna delle Grazie ed il Dosso Chierico e quella a sinistra per Baitridana e l’alpe Piazza. Poco oltre il km 18 vediamo aprirsi alla nostra destra l’anfiteatro della valle. Parcheggiamo allo slargo con l’indicazione del rifugio Alpe Lago, a circa 1510 metri, e ci incamminiamo sulla pista con fondo in cemento che, dopo un tornante dx, porta al vicino rifugio Alpe Lago (m. 1557), che dispone di 50 posti letto (per informazioni cfr. http://www.rifugioalpelago.it, rifugioalpelago@gmail.com, telefono 03421890233, 3385699172 o 3333837326).


La Valle di Lago

Proseguendo sulla pista, dopo un tornante sx ne raggiungiamo il punto finale, in corrispondenza di una baita con un cartello che segnala la vendita di prodotti caseari. Qui, presso una fondata, parte il sentiero 151 segnalato da segnavia bianco-rossi e rosso-bianco-rossi che sale all’alpe Lago. Il sentiero, sempre ben marcato, supera due bassi muretti a secco ed inizia, in terreno aperto, una lunga diagonale ascendente che taglia la media valle verso destra, cioè sud-est, con qualche tornantino, attraversando due torrenti (il secondo richiede attenzione perché a destra si apre un salto di roccia) e raggiungendo il piccolo ripiano che ospita la baita quotata 1689 metri. Poco sopra la baita c’è una coppia di larici solitari, di cui uno spicca per portanza. Si tratta di un larice annoverato fra le piante monumentali della Provincia di Sondrio. Un cartello ne indica l’altezza in 24 metri e la circonferenza massima del tronco in 5 metri e mezzo.


Apri qui una fotomappa della salita in Valle di Lago

Qui dobbiamo stare un po’ attenti e non seguire il sentiero che alle spalle della baita va a sinistra, passando a monte dei larici, ma quello più marcato che passa appena a valle della baita e prosegue verso destra, cioè sempre verso sud-est, salendo a zig-zag in terreno aperto. Dopo il primo tornante sx ed il successivo dx, siamo ad un bivio al quale, ignorata la traccia più marcata che prosegue diritta, prendiamo a sinistra. Dopo qualche tornante superiamo un uovo torrentello e guadagiamo un ampio corridoio erboso, che seguiamo piegando leggermente a sinistra.


Apri qui una panoramica dalla croce della Valle di Lago

Il corridoio si restringe e ci avviciniamo ad una macchia di larici. Lasciando alla nostra destra una pietraia, seguiamo il sentiero, sempre ben marcato, che guadagna uota a zig-zag dentro la macchia, verso est. Superato da destra a sinistra il medesimo torrentello incontrato più in basso usciamo di nuovo in terreno aperto e saliamo verso est fino ad intercettare la recente pista sterrata che traversa fin qui dall'alpe Piazza. Alla nostra sinistra vediamo la baita quotata 1824 metri, per la quale passa la pista.


Apri qui una fotomappa della Valle di Lago

Non seguiamo però la pista ma la lasciamo subito seguendo, sul lato opposto, la prosecuzione del sentiero che sale con serrati tornantini verso est (leggermente a sinistra), lungo una ripida china, al termine della quale raggiungiamo il piccolo poggio dove si trova il baitone dell’alpe Lago (m. 1909).


Apri qui una panoramica del lago della Valle di Lago

Alle sue spalle il sentiero riprende a salire fino al bordo di della grande conca dell'alta Valle di Lago, dove troviamo una terza baita, a quota 1920 m. Alla nostra sinistra vediamo la croce in legno sulla cima di un poggio che si affaccia ad un salto roccioso. Ai piedi della croce una rappresentazione della pietà con i volti lignei del Cristo e della Madonna.


Il lago della Valle di Lago

Scoliniamo ora per breve tratto a ridosso di una fascia di roccette, piegando a destra ed intercettando un sentiero che si infila in un ampio ripiano che un tempo ospitò probabimente un lago. Restando a sinistra di un torrentello proseguiamo diritti e raggiungiamo infine la conca terminale a ridosso del fianco montuoso, dove riposa il Lago dell'alpe di Lago (m. 1931). Qui può terminare l’escursione più semplice, con ritorno al rifugio Alpe Lago per la medesima via di salita.


Apri qui una panoramica del lago della Valle di Lago

Oppure possiamo anche da qui traversare all’alpe Piazza. Per farlo torniamo indietro sul sentiero e lo seguiamo in discesa fino alla baita quotata 1885 metri. Poco dopo il sentiero termina alla nuova pista sterrata, seguendo la quale traversiamo in leggera salita al limite dell’Alpe Piazza e di qui possiamo salire al monte Lago prendendo a destra e guadagniandone il crinale oppure traversare direttamente al rifugio Alpe Piazza, passando per il bivacco Legüi.


Il Lago e la sua conca dal crinale del monte Lago

Se invece possediamo l’esperienza per salire al monte Pedena, procediamo così. Torniamo indietro dal Lago sul sentiero, lascianolo dopo un breve tratto per prendere destra ed iniziare a salire un ripido versante erboso, in direzione di un’invitante bocchetta quotata 2108, che si affaccia sulla Val Budria (Val Tartano), anche se la discesa su questo versante è pressoché impraticabile. Più o meno a metà della salita, però, volgiamo a destra, salendo lungo un ampio canalone in gran parte occupato da pietrame. Restiamo sul suo lato sinistro, sfruttando una striscia erbosa.


Salita alla cima del monte Pedena

Al termine del canalone pieghiamo leggermente a destra e, tagliate due franette, proseguiamo diritti lungo una sorta di corridoio ai piedi del crinale alla nostra sinistra, procedendo anche su facili lastroni. Raggiungiamo così un ampio avvallamento delimitato dalla cresta nord del monte Pedena, a sinistra, e da uno sperone roccioso che scende alla nostra destra. Abbiano l’impressione di avere di fronte a noi la cima, ma non è così. Saliamo zigzagando fra canalini e strisce di pascolo e ci portiamo ai piedi delle rocce sotto la cresta. Piegando quindi a destra ci portiamo su cengette erbose al crinale dello sperone roccioso, giungendo in vista dell’anticima, sormontata da un grande ometto che si scorge già dal Lago.
Volgendo leggermente a sinistra, procediamo ora un po’ a zig-zag sul ripido versante fra erba e placche, puntando all’anticima ed al suo ometto (che da qui appare come la cima).


Verso la cima del monte Pedena

Verso la cima del monte Pedena

La raggiungiamo senza troppi problemi, ma ci attendono gli ultimi brevi passaggi, fra blocchi esposti, nella traversata su una crestina alla vicina cima del monte Pedena (m. 2399), sormontata da un secondo grande ometto. Ovviamente in questo ultimo tratto va prestata la massima attenzione. Altrettanto ovviamente la salita è da evitare con terreno bagnato.


La crestina della cima del monte Pedena

La cima del monte Pedena

Bellissimo il panorama. A nord vediamo, in primo piano, il monte Lago (m. 2399), a sinistra della Val Budria; alle loro spalle, da sinistra, si propongono le cime della Costiera dei Cech (alle cui spalle fanno capolino le cime che coronano la Valle dei Ratti), seguite dal gruppo del Masino, che si propone nella sua integrale bellezza, con i pizzi Porcellizzo (m. 3075), Badile (m. 3308), Cengalo (m. 3367) e del Ferro (occ. m. 3267, centr. 3289 ed or. m. 3234), le cime di Zocca (m. 3174) e di Castello (m. 3386), la punta Rasica (m. 3305), i pizzi Torrone (occ. m. 3349, cent m. 3290, or. m. 3333), il monte Sissone (còrgn del sisùm, m. 3330) ed il monte Disgrazia (m. 3678).


Apri qui una panoramica sul gruppo del Masino e sul monte Disgrazia dalla cima del monte Pedena

Segue la testata della Valmalenco, che propone, da sinistra, il pizzo Gluschaint (m. 3594), le gobbe gemelle della Sella (m. 3584 e 3564) e la punta di Sella (m. 3511), il pizzo Roseg (m. 3936), il pizzo Scerscen (m. 3971) il pizzo Bernina (m. 4049), i pizzi Argient (m. 3945) e pizzo Zupò (m. 3995), la triplice innevata cima del pizzo Palù (m. 3823, 3906 e 3882), ed il più modesto pizzo Varuna (m. 3453). Proseguendo verso destra, si scorge il gruppo dello Scalino, con il pizzo Scalino (m. 3323), la punta Painale (m. 3248) e la vetta di Ron (m. 3136).


Bassa Valtellina e Costiera dei Cech viste dal monte Pedena (clicca qui per ingrandire)

Poi il fianco orientale della Val di Tartano chiude ad est l’orizzonte ed impedisce di vedere il gruppo dell’Adamello e di intravedere le cime delle Orobie centrali. In compenso, il colpo d’occhio su buona parte della Val di Tartano, ad est e a sud, è molto interessante, anche se non completo: si mostrano, da sinistra, tutte le cime più significative della Val Lunga, i pizzi Torrenzuolo e del Gerlo, il monte Seleron, la cima Vallocci, la cima delle Cadelle ed il monte Valegino; davanti a loro vediamo la costiera Val Lunga-Val Corta, con il monte Gavet, il monte Moro ed il pizzo della Scala; in primo piano si mostra la Val Budria, ramo occidentale della Val Corta, di cui vediamo assai bene il crinale che la separa dalla Val Brembana.


Passo di Pedena dal monte Pedena

Alle spalle del versante orientale della Val Lunga si vede, invece, una suggestiva fuga di quinte di valli orobiche, e si intravedono le più alte cime delle Orobie centrali. Il panorama, a sud-est e sud, è dominato dalla vicina cima erbosa del monte Azzarini che in parte nasconde la Val Brembana, mentre a sud-ovest lo sguardo scende al passo di San Marco, alle cui spalle si distinguono le cime di Ponteranica ed il monte Valletto, sulla testata orientale della Val Gerola.


Apri qui una fotomappa dell'itinerario di salita al monte Pedena

Alla loro destra, più lontani, si propongono i pizzi dei Tre Signori, di Trona e Varrone, sull’angolo di nord-ovest della medesima valle. Ad ovest, alle spalle del lungo e boscoso dosso di Bema, vediamo tutte le cime del versante occidentale della Val Gerola; alle loro spalle emerge, sulla destra, l'inconfondibile corno del monte Legnone, che delimita, sulla sinistra, un breve scorcio sulla bassa Valtellina, incorniciato dalle alpi Lepontine, con cui si chiude questo giro d’orizzonte a 360 gradi.
Il ritorno al parcheggio avviene per la medesima via di salita.


Apri qui una panoramica sul monte Pedena e la Valle del Bitto di Albaredo

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