L'alpeggio a monte di Poira di Mello e di Civo
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Soccio
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Poira di Mello - Zoca del Lüf - Pre Sücc-Poira di Civo - Poira di Mello |
3 h e 20 min |
620 |
E |
SINTESI. Saliamo da Mello lungo la strada per Civo lasciandola per prendere a sinistra e percorrere la pista che termina a Poira di Mello (chiesetta di S. Abbondio, m. 1030), nei cui pressi parcheggiamo. Percorriamo per breve tratto la vicina pista sterrata verso est, fino ad un cartello di divieto di scarico, alle cui spalle si trova un prato,
tagliato da una traccia di sentiero appena percettibile e non segnalata. La traccia entra nella selva e si fa più visibile. Sale, diritta,
verso nord, raggiungendo una zona di affioramenti rocciosi, dove piega
a destra (est), proponendo un tratto quasi scalinato nella roccia. Al
termine di questo passaggio raggiungiamo il limite occidentale di uno
splendida radura, la Zoca del Lüf (m. 1148). La traccia di sentiero taglia i prati, da
ovest ad est, poi, piegando leggermente a sinistra, rientra nel bosco.
Sul limite del bosco si trova anche, a sinistra, un enorme masso, sotto
il quale è ricavato una sorta di ricovero per gli animali.
Il sentiero, sempre ben visibile, riprende, ora, a salire, assumendo
di nuovo la direzione nord e rimanendo nel bosco di pini e betulle.
Guadagniamo, così, rapidamente quota, perché il tracciato
non si perde in oziosi zig-zag, ma sale diritto e piuttosto ripido.
La salita è bruscamente interrotta, alla quota approssimativa
di 1430 metri, dalla nuova pista tagliafuoco che parte da Poira di Mello,
sale ai Prati Ovest e comincia una lunga traversata verso est (passando
a valle proprio di Pre Sücc). Sul lato opposto della pista, però,
ritroviamo il sentiero, e possiamo riprendere a salire.
Dopo una ventina di minuti, il sentiero confluisce nel più marcato
sentiero che da Poira di Civo sale a Pra Sücc.Lo percorriamo verso sinistra, finché piega a destra e porta al limite sud-occidentale dell'ampia fascia di prati di Pra Sücc' (m. 1640). |
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Panorama da Pra Succ' (Clicca qui per aprire)
L’alpe Pre Sücc' (Pra Sücc', o, come viene variamente italianizzata,
Pre Soccio, Pra Soccio, Presoccio) è costituita da un ampio terrazzo
di prati posti ad una quota di 1650 metri circa, a monte di Poira. Il
nome (che significa “prato asciutto”) si riferisce alla
scarsità d’acqua che la caratterizza, problema, peraltro,
assai comune nei diversi alpeggi della Costiera dei Cech. Anche per
questo, probabilmente, i pastori di Mello si mossero verso alpeggi più
lontani, dove gli armenti potessero trovare con maggiore facilità
di che abbeverarsi. Il Pre Sücc, di solito, non è meta di
un’escursione a se stante, ma punto di passaggio nella salita
ai Tre Cornini, al bivacco Bottani Cornaggia o alla Croce G.A.M. sulla
quota 2585.
Nondimeno, soprattutto nel periodo autunnale e invernale, si può
programmare una piacevole passeggiata ad anello che ha come punto di
partenza Poira di Mello e punto di massima elevazione questo alpeggio.
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Portiamoci,
dunque, a Mello e percorriamo la strada per Civo. Prima
della contrada Ca’ Molinari, in uscita dal paese, troveremo, sulla
sinistra, la partenza della stradina che sale a Poira di Mello. All’ultimo
tornante sinistrorso, lasciamola, staccandocene sulla destra ed imboccando
la carrozzabile che porta ai prati del versante orientale di Poira
di Mello. Percorriamo per un tratto la pista, fino a trovare
un bivio, al quale prendiamo a destra, imboccando la pista che conduce,
dopo un paio di tornanti, alla splendida chiesetta di S. Abbondio (in località Le Città), inaugurata il 21 luglio 2002. Presso la
chiesetta, troveremo una bandiera italiana ed un’aquila di granito,
posata, su un masso, dal gruppo dell’Associazione Nazionale Alpini
di Mello. Splendido il panorama orobico dalla chiesetta, che propone,
in primo piano, le valli del Bitto di Albaredo e Gerola.
Seguendo la pista poco oltre la chiesetta, in direzione di Poira di
Civo (est), troveremo, sulla sinistra, un cartello di divieto di scarico,
alle cui spalle, sul versante montuoso, si vedono due grandi corpi franosi.
Lasciamo qui l’automobile e cominciamo a salire, da una quota
approssimativa di 1030 metri. Alle spalle del cartello si trova un prato,
tagliato da una traccia di sentiero appena percettibile. Si tratta di
uno dei due sentieri che da Poira salgono a Pre Sücc (sentiero
non segnalato, né da cartelli né da segnavia; l’altro
sentiero, invece, assai più conosciuto, parte da Poira di Civo
ed è ben segnalato: lo potremo sfruttare per il ritorno).
La traccia entra nella selva e si fa più visibile. Sale, diritta,
verso nord, raggiungendo una zona di affioramenti rocciosi, dove piega
a destra (est), proponendo un tratto quasi scalinato nella roccia. Al
termine di questo passaggio raggiungiamo il limite occidentale di uno
splendida radura, un piccolo gioiello di cui, guardando al versante
montuoso dal basso, non si sospetterebbe l’esistenza.
Si
tratta della Zoca del Lüf (Zocca, cioè
piana, del Lupo, a 1148 metri), un nome sinistro per un luogo gentile,
ma anche nascosto, silenzioso, quasi inquietante. In mezzo al prato
della radura è posto un masso al quale sembra appoggiata una
grande betulla. Il lupo non c’è, o, almeno, non si fa più
vedere, qui, da molto più di un secolo. Forse se ne sta nascosto,
ad osservare, da qualche punto del limite del bosco che fascia, da ogni
lato, la radura. Anche noi osserviamo questo luogo straordinario, prima
di rimetterci in cammino. La traccia di sentiero taglia i prati, da
ovest ad est, poi, piegando leggermente a sinistra, rientra nel bosco.
Sul limite del bosco si trova anche, a sinistra, un enorme masso, sotto
il quale è ricavato una sorta di ricovero per gli animali. A
destra, invece, vediamo un masso più piccolo, spaccato in due:
quale immane forza potè produrre una simile ferita nel cuore
vivo della dura roccia?
Il sentiero, sempre ben visibile, riprende, ora, a salire, assumendo
di nuovo la direzione nord e rimanendo nel bosco di pini e betulle.
Guadagniamo, così, rapidamente quota, perché il tracciato
non si perde in oziosi zig-zag, ma sale diritto e piuttosto ripido.
La salita è bruscamente interrotta, alla quota approssimativa
di 1430 metri, dalla nuova pista tagliafuoco che parte da Poira di Mello,
sale ai Prati Ovest e comincia una lunga traversata verso est (passando
a valle proprio di Pre Sücc). Sul lato opposto della pista, però,
ritroviamo il sentiero, e possiamo riprendere a salire.
Dopo una ventina di minuti, il sentiero confluisce nel più marcato
sentiero che da Poira di Civo sale a Pre Sücc.
Ora dobbiamo seguire il nuovo sentiero verso sinistra. Per un buon tratto
questo sale appena, poi, dopo un paio di tornanti dalla pendenza più
decisa, ci porta al limite inferiore sud-occidentale dei prati dell’alpe.
I cartelli della Comunità Montana Valtellina di Morbegno indicano che
il sentiero per i Tre Cornini, il bivacco Bottani Cornaggia e l’Oratorio
dei Sette Fratelli prosegue sulla sinistra, fiancheggiando il limite
occidentale dei prati.
Noi, invece, proseguiamo a destra, raggiungendo la prima delle baite
poste sul limite inferiore dei prati. Una curiosità: l’alpe
è tagliata dal confine fra i comuni di Civo (a destra) e Mello
(a sinistra). Le baite della parte bassa appartengono al primo, quelle
della parte alta (m. 1700 circa) al secondo.
Si tratta di un terrazzo estremamente panoramico. Guardando verso nord-est,
vediamo, in primo piano, due elevazioni. La prima, da sinistra, è
il culmine del lungo dosso a monte di Poira di Civo, sormontato dalla
Croce di Roncaglia (o Croce di Ledino, m. 2093), mentre la seconda,
alle sue spalle, è il Corno del Colino (m. 2504). Poi, procedendo
verso sinistra, lo sguardo raggiunge orizzonti più lontani, che
propongono, innanzitutto, la Val Terzana, con il passo di Scermendone
ed il pizzo Bello. Segue il monte Canale, alle cui spalle occhieggia
la punta Painale, ed il monte Rolla, alle cui spalle si intravede appena
il pizzo Combolo. Sul fondo, ad est, lo sguardo raggiunge il gruppo
dell’Adamello. Procedendo verso destra, cioè verso sud-est,
osserviamo la serrata sequenza delle valli orobiche, orientali e centrali.
Alle spalle del tondeggiante e boscoso Culmine di Dazio vediamo bene
la bassa Val di Tartano. In primo piano, a sud. Talamona e Morbegno,
e, alle sue spalle, le valli del Bitto di Albaredo e Gerola, separate
dal lungo dosso di Bema. A destra, infine, verso sud-ovest, un bello
scorcio della Val Lesina, presidiata, sull’angolo sud-occidentale,
dal massiccio e caratteristico corno del monte Legnone.
Siamo in cammino da quasi due ore ed abbiamo superato un dislivello
in salita approssimativo di 620 metri. Vediamo, ora, come tornare,
per una via diversa rispetto a quella della salita. Seguiamo i segnavia
bianco-rossi, che segnalano una traccia di sentiero che, senza salire
alla parte alta dei prati, li taglia da ovest ad est, fino all’ultima
baita sul limite del bosco, la Ca’ du Bunetìn. Poco sotto
la baita troviamo una traccia di sentiero che entra nel bosco e, dopo
un primo tratto quasi pianeggiante, comincia a scendere, portandoci
anche ad una sorgente dove abbiamo qualche speranza di trovare acqua.
Al termine della discesa il sentiero si congiunge con il sentiero principale
Poira-Pre Sücc (quello stesso che abbiamo intercettato salendo
da Poira di Mello).
Si tratta di un sentiero dal fondo molto bello, riposante, che scende,
con diversi tornanti, in un fresco bosco. A quota 1450 metri circa,
ecco di nuovo la pista tagliafuoco, scavalcata la quale proseguiamo
la discesa verso Poira di Civo. Dopo molto tornanti,
il sentiero volge a destra e diventa una larga mulattiera. La pendenza
si attenya ed attraversiamo la pineta che precede la piana di Poira.
Usciamo dalla pineta in corrispondenza di alcune case, presso la chiesetta
di Poira di Civo (m. 1070).
Prendiamo, ora, a destra, seguendo la strada asfaltata che scende, per
lasciarla ben presto, sulla destra, quando, al primo tornante sinistrorso,
troviamo la traccia di sentiero che taglia i prati della conca di Poira
verso ovest, in direzione di Poira di Mello e della già visibile
chiesetta di S. Abbondio, dove abbiamo lasciato l’automobile.
Possiamo così chiudere questo insolito anello, una passeggiata
interessante e rilassante, anche nel cuore dell’inverno.
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CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
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