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L'anello che ha come centro il bacino artificiale di Gera, in
alta Valmalenco, rappresenta un'escursione facile e di grande
interesse panoramico. |
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Per effettuarlo, da Lanzada saliamo a Campo Franscia e di qui, sfruttando una pista
in parte asfaltata, |
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a Campomoro, dove,
poco oltre il rifugio omonimo, |
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dobbiamo
lasciare l’automobile e percorrere a piedi la strada che
fiancheggia il lato sud-orientale |
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dell’invaso di Campomoro, |
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fino al poderoso sbarramento della diga di Gera. |
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Raggiunta la sommità dello sbarramento (m. 2060), |
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non possiamo non
soffermarci ad ammirare il suggestivo scenario che si apre di
fronte ai nostri occhi: incorniciata dal Sasso Rosso, a
sinistra, e dal piz Palù, a destra, |
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si mostra la bella vedretta di Fellaria, dalle cui seraccate
scendono diversi torrentelli verso la conca terminale della
valle. |
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Siamo sul limite destro del camminamento della diga, ma non lo
attraversiamo: rimaniamo sul lato destro e, seguendo le
indicazioni Giro del lago, |
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imbocchiamo la pista che percorre il lato orientale del
bacino, rimanendo un po' più in alto rispetto ad esso. |
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Dobbiamo, poi, staccarci dalla pista |
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per scendere a superare |
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il torrente della valle, su un ponte,
raggiungendo, poi, |
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la piana più bassa dell’alpe Poschiavina (2230 metri).
Invece di addentrarci nella piana, seguiamo le indicazioni ed
il sentiero che scende di qualche decina di metri, |
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riavvicinandosi al lago e proseguendo, |
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con un tracciato arditamente scolpito nella roccia, |
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che offre ottimi
scorci |
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sul lago |
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di Gera, |
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fino alla croce
che preannuncia |
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l’alpe Gembrè
(m. 2224). |
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Oltrepassate le baite, |
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scendiamo, |
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seguendo le indicazioni, verso i numerosi torrentelli che segnano il circo terminale dell’alta
val Lanterna. |
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Stiamo percorrendo il cosiddetto Sentiero dei ponti, |
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perché sette ponticelli in legno |
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ci permettono di superare |
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i torrentelli la cui portata |
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non è
insignificante. |
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Dal ghiacciaio di Fellaria
scendono tre grandi cascate: |
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quella orientale, |
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quella centrale e quella occidentale. |
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Si tratta di uno spettacolo di forte
impatto emotivo. |
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Superati |
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i numerosi |
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torrentelli, |
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ricominciamo a
salire, verso lo sperone roccioso sul quale è collocato il
rifugio Bignami (m. 2385). |
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Nella salita incontriamo |
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l'ultimo dei ponti, |
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prima di affrontare l'ultimo strappo. Alle nostre spalle,
ottima è la visuale sul passo Confinale, che congiunge
Valmalenco e Valle Poschiavina. |
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Il
rifugio |
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rappresenta |
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un osservatorio privilegiato sul Piz Palù |
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e sulla vedretta di Fellaria orientale, |
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che cade nel ripiano inferiore con impressionanti seracchi. |
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Più a destra, |
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è
ottima la visuale sul passo Confinale. |
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Più a destra ancora, il massiccio monte
Spondascia domina la diga di Gera. |
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Per tornare alla diga di Gera, basta seguire il comodo sentiero
che scende tagliando il fianco sud-orientale del Sasso Moro |
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(attenzione però alla caduta sassi, pericolo tutt’altro che remoto). |
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Sul lato opposto si apre al nostro sguardo la val Poschiavina.
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In breve, ci ritroviamo sul camminamento che percorre lo sbarramento
della diga di Gera, dopo circa due ore e mezza di cammino ed un
dislivello in salita stimabile approssimativamente in 450
metri. |
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