Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Ciaz-Alpe Senevedo superiore-Lago di Entova-Alpe Entova
1 h e 20 min.
340
E
Alpe Bracciascia-Alpe Entova- Lago di Entova
1 h e 30 min.
300
E


Lago di Entova

La visita al lago di Entova inferiore (così denominato per distinguerlo dal lago di Entova superiore, posto poco a valle dell'omonima forca) è un'ottima idea per una tranquilla passeggiata, alla portata di tutti, che apre scenari davvero suggestivi soprattutto nella stagione autunnale. Possiamo salire facilmente al lago per due vie.
La più breve parte dalla località Ciaz, che raggiungiamo con l'automobile salendo da Chiesa Valmalenco a San Giuseppe e proseguendo in direzione di Chiareggio. La strada prosegue per un buon tratto diritta, propone una prima coppia di tornanti in località Carot, poi una seconda coppia di tornanti ravvicinati, dx e sx. Poco più avanti, siamo al ponte sul torrente Forasco (furàsch), in località Ciaz. Appena prima del ponte troviamo due slarghi, a sinistra ed a destra della strada, dove possiamo parcheggiare l'automobile (siamo a circa 1580 metri di quota).


Alpe Palolungo

Troviamo anche una pista che si stacca dalla strada sul suo lato destro. Un cartello del sentiero 329 dà l'alpe Palolungo a 30 minuti, l'alpe Fora ad un'ora e 30 minuti ed il lago Palù a 2 ore e 30 minuti. Imbocchiamo la pista agro-silvo-pastorale, con fondo in cemento e sterrato, che ci fa guadagnare ben presto quota con una pendenza discreta, nella fresca cornice di una pineta (siamo, del resto, nel regno delle pinete fra le più belle dell'intera provincia di Sondrio). Dopo un tratto in leggera discesa giungiamo ad alcuni cartelli, che segnalano l'alpe Palolungo (pààlunch). Qui proseguiamo salendo verso sinistra, in direzione dell'alpe Senevedo superiore.
Dopo una breve salita, siamo alla piazzola dove la pista termina, sul lmite dei prati dell'alpe Senevedo superiore (sursénevée, m. 1800), uno splendido terrazzo panoramico dal quale si apre uno scorcio molto bello della testata della Val Sissone (punta Baroni, monte Sissone, cime di Rosso e di Vazzeda, Cima di Val Bona), oltre che sulla punta di Fora. Dalla piazzola parte un largo sentiero, che passa a lato dei prati dell'alpe. In breve siamo ad un nuovo cartello, che dà il lago di Entova a 30 minuti, l'alpe di Entova a 40 minuti e l'alpe Sasso Nero a 2 ore (sentiero 329/1).


Lago di Entova

Il cartello è posto in corrispondenza della partenza di un sentiero che guadagna quota in una silenziosa pineta, verso destra, cioè in direzione est (segnavia bianco-rossi). Stiamo attraversando il tranquillo bosco di Fora. Tranquillo oggi, ma non in passato, quando la presenza di orsi poteva significare incontri non sempre piacevoli. Narrano le cronache che proprio qui, nel 1738, un uomo venne sbranato proprio da un orso. Questo fu anche lo scenario dell'ultimo avvistamento di un orso in Valmalenco, agli inizi del Novecento. Poi venne un secolo di assenza, prima del ritorno in anni recenti.
Dopo aver oltrepassato alcune radure, il sentiero comincia a scendere leggermente, uscendo ad una radura dove alcuni cartelli segnalano un bivio: proseguendo verso sinistra si sale all'alpe di Entova (332), mentre andando a destra si scende all'alpe Palolungo e si traversa all'alpe Bracciascia. La palina segnala anche che siamo giunti alla meta, cioè al lago di Entova.
In realtà non vediamo alcun lago ma solo, alla nostra sinistra, un modesto corso d'acqua che scorre molto pigramente sul bordo di un'ampia piana, in buona parte nascosta da pini mughi. Per incontrare il lago dobbiamo prendere a sinistra, seguendo un debole sentiero che rimane a sinistra del corso d'acqua e ci porta al limite di un'ampia radura, una torbiera ormai in gran parte asciugata. Il lago appare, alla nostra destra. Procedendo per un tratto ai limiti della radura, incontriamo il letto asciutto di un piccolo corso d'acqua. Seguendolo, siamo alla riva occidentale del lago di Entova, incorniciata da una fitta macchia di pini e pini mughi e, in alto, dal corrugato versante meridionale della Sassa d'Entova. Qualcuno ha posto anche una pioda per il barbecue. Siamo a 1862 metri e camminiamo da circa un'ora.


Lago di Entova

Affascinante lo scenario alle nostre spalle: il lungo e riposante bordo di una pineta che si adagia sul limite della torbiera. Purtroppo lo stato di salute del lago non è buono: è in corso il suo lento ma inesorabile interramento. Per questo non potrà che provare piacere per tutti quello che verranno a gustarne la discreta quiete.
Non possiamo terminare l'escursione senza visitare la vicina alpe di Entova. Tornati al bivio con i cartelli, prendiamo a sinistra. Attraversata una fascia di pietre rossastre, proseguiamo salendo a destra della fitta macchia di pini e pini mughi che ci sottrae la vista del lago (parentesi: proviamo ad avventurarci un po' a naso fra quell'intrico: potremo scovare qualche scorcio che ci regalerà il bellissimo scenario della pineta sul limite della torbiera incorniciata dalla testata deella Val Sissone). Ben presto il sentiero diventa una pista con fondo erboso che taglia il pascolo dell'alpe e porta alla pista sterrata che parte dall'alpe Bracciascia e porta poco sotto l'ex-rifugio Entova Scerscen. Sul lato opposto della pista stanno le graziose baite dell'alpeggio (m. 1917), che viene ancora caricato.


Alpe di Entova

Annotiamo che seguendo la pista verso sinistra (o un più rapido sentiero che parte a sinistra delle baite) si sale al rifugio Longoni (ma ci vogliono ancora quasi un paio d'ore). Il ritorno all'automobile avviene per la medesima via di salita. In tutto, calcoliamo un paio d'ore, necessarie per scoprire uno degli angoli meno noti ma non certo meno belli dall'alta Valmalenco. Al lago possiamo giungere anche sfruttando questa pista, che parte dall'alpe Bracciascia, raggiungendo quindi l'alpe di Entova e poi scendendo in pochi minuti al lago medesimo. Vediamo come.
Raggiunta Chiesa in Valmalenco, proseguiamo alla volta di San Giuseppe (m. 1433), dove lasciamo la strada, che prosegue per Prìmolo, salendo, sulla destra, in direzione dell’alpe Palù. Incontriamo ben presto il rifugio Sasso Nero (m. 1520), presso il quale si trova un ampio piazzale, dove è possibile lasciare l’automobile. Possiamo salire ancora un po’, verso i Barchi: in corrispondenza del secondo tornante destrorso troviamo, sulla sinistra, la deviazione per il rifugio Longoni, che viene dato a due ore e mezza di cammino. Lasciata l’automobile in una piazzola appena sotto la deviazione, iniziamo la salita, che inizialmente sfrutta una comoda pista, chiusa al traffico non autorizzato.


Lago di Entova

Attraversiamo così lo splendido scenario dei Prati della Costa e dell’alpe Bracciascia (m. 1678). Davanti a noi si apre, progressivamente, lo scenario della testata della Val Sissone (val de sisùm), con le cime di Rosso e di Vazzeda e, più a sinistra, il monte Sissone e le cime di Chiareggio. Ai lati della pista un bellissimo bosco di abeti sostituisce i prati dell’alpe. Questa piacevole salita, con pendenza regolare ed abbordabile, conduce ad un tratto ancora più dolce, dove la pista tocca l’alpe Èntova (m. 1917), le cui belle baite sembrano riposare tranquille sui dolci prati a destra della strada.
Da qui, come già illustrato, possiamo scendere sfruttando la pista con fondo in erba ed il sentiero fino ai cartelli del bivio; qui prendiamo a destra e, sabdo a sinistra del corso d'acqua, siamo alla radura del lago. Se vogliamo combinare i due percosi ad anello, al bivio con i cartelli seguiamo il sentiero che scende all'alpe Palolungo e di qui traversare all'alpe Bracciascia, tornando infine al parcheggio dell'automobile.

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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