CARTE DEL PERCORSO - ALTRE ESCURSIONI A LIVIGNO


Apri qui una fotomappa della Valle del Saliente e della Valle del Saliente Alto

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Ponte Calcheira-Val Saliente-Forcola di Tropione
3 h e 45 min.
930
EE
SINTESI. Entrati in Livigno scendendo dal passo del Foscagno e di Eira, prendiamo a destra, passando davanti alla chiesa di Santa Maria e portandoci sul limite settentrionale del paese. Qui lasciamo a destra la strada che va al passo del Gallo e prendiamo a sinistra, raggiungendo in breve il parcheggio presso il Ponte di Calcheira (m. 1859), dove inizia la strada chiusa al traffico non autorizzato che si inoltra in Val Federia. Parcheggiata qui l’automobile, ci incamminiamo sulla stradina che oltrepassa il ponte. Poco più avanti vediamo i cartelli che segnalano la partenza di un sentiero che sale fra i larici ed esce ad un prato, volgendo a destra e congiungendosi ad una stradina asfaltata. La seguiamo salendo per pochi tornanti, fino alle baite dl Camposc’tin (m. 1950), dove lasciamo la pista e prendiamo a destra imboccando il sentiero per la Valle del Saliente, segnalato da un cartello (percorso 175, Troi da Lodovico-Sagliént, per la Bocheta da Tropiòn). Il sentiero prosegue salendo in un bel lariceto, verso nord, e ne esce ad una breve fascia di prati, dove attraversa un piccolo corso d’acqua. Tagliamo poi, salendo, fitto mugheto, raggiungendo, dopo una breve discesa, il ponte di quota 2080, che scavalca il Rio Saliente Alto, che scende dalla valle omonima, con una suggestiva cascata. Restiamo sempre a sinistra del torrente principale della valle nella quale ci addentriamo, cioè del Rio Saliente, e saliamo verso nord con diverse svolte una ripida china erbosa, con tratti molto esposti. Un tratto intagliato nella viva roccia, molto insidioso se bagnata, a 2190 metri, viene superato anche grazie all’ausilio di catene fisse e ci introduce al cuore della Valle del Saliente. Procediamo verso nord, seguendo l’andamento della valle, un po’ alti rispetto al torrente, che resta sempre alla nostra destra. Superiamo un avancorpo roccioso e ci avviciniamo alla stretta della valle, che qui si chiude diventando una vera e propria gola. Il sentiero procede imperterrito tagliandone il fianco occidentale (di sinistra, per chi sale), in leggera salita ed in piano. È un sentiero esposto, per cui dobbiamo procedere con la massima cautela ed attenzione. La sua sede non è mai esigua, ma il terriccio può risultare insidioso, e lo diventa decisamente se il fondo è bagnato. A quota 2320 metri circa il sentiero si porta sul fondo della valle e superiamo su blocchi il Rio Saliente, portandoci alla sua destra. Proseguiamo ora sul versante orientale della valle, sempre verso nord e poco più avanti iniziamo a salire decisamente un costone. Poi pieghiamo a sinistra e ci riportiamo al torrente, con qualche passaggio esposto (in questo tratto il sentiero diventa piuttosto esiguo). Un cartello segnala un bivio: il sentierino di destra sale deciso alla bocchetta del Cantone. Noi invece proseguiamo sul sentiero di sinistra, ripassiamo il torrente Rio Saliente da destra a sinistra e dopo una breve salita ci troviamo di fronte al segnalato Baitèl da la Sascia (m. 2411), costituito dal rudere di un baitello. Poco più avanti ripassiamo una volta ancora il torrente, da sinistra a destra, e proseguiamo nella salita seguendone il corso. Qui la valle piega decisamente a sinistra e procediamo verso ovest-nord-ovest. La traccia del sentiero si fa esile ed a tratti insidiosa, per cui risulta più comodo salire a ridosso del torrente. A quota 2520 ci approssimiamo alla grande china di sfasciumi che scende dal pizzo Tropshun; qui il sentiero volge a sinistra, passa da destra a sinistra uno dei due rami del Rio Saliente e sale verso ovest, approdando ad una conca erbosa (nevaio spesso anche a stagione avanzata). Piegando leggermente a destra risaliamo l’ultima facile china di pietrame e nevaietti, verso ovest-nord-ovest, guadagnando la valletta di pietrame della Forcola di Tropione (Fuorcla Trupchun, m. 2779). Il ritorno avviene, con molta cautela (perché in discesa l'insidia del sentiero è maggiore), per la medesima via di salita.


Salendo in Valle del Saliente

Entrati in Livigno scendendo dal passo del Foscagno e di Eira, prendiamo a destra, passando davanti alla chiesa di Santa Maria e portandoci sul limite settentrionale del paese. Qui lasciamo a destra la strada che va al passo del Gallo e prendiamo a sinistra, raggiungendo in breve il parcheggio presso il Ponte di Calcheira (m. 1859), dove inizia la strada chiusa al traffico non autorizzato che si inoltra in Val Federia. Parcheggiata qui l’automobile, ci incamminiamo sulla stradina che oltrepassa il ponte.
Poco più avanti vediamo i cartelli che segnalano la partenza di un sentiero che sale fra i larici ed esce ad un prato, volgendo a destra e congiungendosi ad una stradina asfaltata. La seguiamo salendo per pochi tornanti, fino alle baite dl Camposc’tin (m. 1950), dove lasciamo la pista ed imbocchiamo a destra il sentiero per la Valle del Saliente, segnalato da un cartello (percorso 175, Troi da Lodovico-Sagliént, per la Bocheta da Tropiòn).


Salendo in Valle del Saliente

Il sentiero prosegue salendo in un bel lariceto, verso nord, e ne esce ad una breve fascia di prati, dove attraversa un piccolo corso d’acqua che scende dal ripido versante alla nostra sinistra, oltre il quale si nasconde l’ampio terrazzo glaciale della Valle del Saliente Alto. Tagliamo poi, salendo, fitto mugheto, passiamo accanto ad una sorgente solforosa e raggiungendo, dopo una breve discesa, il ponte di quota 2080, che scavalca il Rio Saliente Alto, che scende dalla valle omonima, con una suggestiva ed alta cascata.
Restiamo sempre a sinistra del torrente principale della valle nella quale ci addentriamo, cioè del Rio Saliente, e saliamo verso nord con diverse svolte una ripida china erbosa, con tratti molto esposti. Fra le due cime vediamo la depressione della bocchetta del Cantone, per la quale si scende nella valle omonima, tributaria della Val Viera. Un tratto intagliato nella viva roccia, molto insidioso se bagnata, a 2190 metri, viene superato anche grazie all’ausilio di catene fisse e ci introduce al cuore della Valle del Saliente, che si mostra subito nella sua fiera e selvaggia bellezza. Sul suo fondo vediamo a destra la Corna Cavalli (Piza di Cavagl) ed a sinistra il Monte o Pizzo Saliente (Piz da Sagliént).


Salendo in Valle del Saliente

Salendo in Valle del Saliente

Procediamo verso nord, seguendo l’andamento della valle, un po’ alti rispetto al torrente, che resta sempre alla nostra destra. Superiamo un avancorpo roccioso e ci avviciniamo alla stretta della valle, che qui si chiude diventando una vera e propria gola. Il sentiero procede imperterrito tagliandone il fianco occidentale (di sinistra, per chi sale), in leggera salita ed in piano. È un sentiero esposto, perché il versante alla nostra destra è ripido e dirupato, per cui dobbiamo procedere con la massima cautela ed attenzione. La sua sede non è mai esigua, ma il terriccio può risultare insidioso, e lo diventa decisamente se il fondo è bagnato. Mentre saliamo con molta flemma, potremo avvistare begli esemplari di stambecchi maschi (mentre femmine e cuccioli prediligono la vicina Val Viera). Anche la flora offre molti elementi di interesse: la valle è la più ricca quanto a varietà di fiori nel Livignasco. L'occhio esperto potrà riconoscere, fra gli altri fiori, vari tipi di sassifraga, primule, gigli martegoni, garofanini di montagna, semprevivi, orchidee, rose alpine e genziane.
A quota 2320 metri circa il sentiero si porta sul fondo della valle e superiamo su blocchi il Rio Saliente, portandoci alla sua destra. Proseguiamo ora sul versante orientale della valle, sempre verso nord e poco più avanti iniziamo a salire decisamente un costone. Poi pieghiamo a sinistra e ci riportiamo al torrente, con qualche passaggio esposto (in questo tratto il sentiero diventa piuttosto esiguo). Un cartello segnala un bivio: il sentierino di destra sale deciso su una ripida china e porta alla bocchetta del Cantone, che si affaccia sulla valle omonima (in alta Val Viera).


Apri qui una fotomappa della salita dal Baitel da la Sascia alla Forcola del Tropione

Noi invece proseguiamo sul sentiero di sinistra (Troi da Lodovico, n. 175), ripassiamo il torrente Rio Saliente da destra a sinistra e dopo una breve salita ci troviamo di fronte ad un grande masso erratico, a ridosso del quale scoviamo il segnalato Baitèl da la Sascia (m. 2411), costituito dal rudere di un baitello sfruttato in passato dai pastori ed addossato appunto ad un grande masso. Il baitello può fungere da ricovero in caso di emergenza. Lo scenario impressiona per il forte senso di solitudine. Le formazioni rocciose alla nostra destra (est) assumono forme gotiche e bizzarre: somigliano talora ad obelischi, funghi e torrette.


Salendo in Valle del Saliente

Poco più avanti ripassiamo una volta ancora il torrente, da sinistra a destra, e proseguiamo nella salita seguendone il corso. Qui la valle piega decisamente a sinistra e procediamo verso ovest-nord-ovest. La valle appare ora più aperta e dominata dal profilo severo ed affilato del monte Saliente (m. 3043), ed un po’ paradossalmente la successione di dossi ondulati che vediamo alla nostra sinistra è chiamata “La Stretta”. A meno che il riferimento sia alla traccia del sentiero, che in effetti si fa esile ed a tratti insidiosa, per cui risulta più comodo salire a ridosso del torrente.


Salendo in Valle del Saliente (al centro: la bocchetta del Cantone)

Valle del Saliente dalla Forcola di Tropione

A quota 2520 ci approssimiamo alla grande china di sfasciumi che scende dal pizzo Tropshun; qui il sentiero volge a sinistra, passa da destra a sinistra uno dei due rami del Rio Saliente e sale verso ovest, approdando ad una conca erbosa (nevaio spesso anche a stagione avanzata) ai piedi del Pizzo Tropione (Piza da Tropion o Tropchun, m. 2941), che si eleva alla nostra sinistra, ed il monte o pizzo Saliente (m. 3043), i cui contrafforti incombono alla nostra destra. Piegando leggermente a destra risaliamo l’ultima facile china di pietrame e nevaietti, verso ovest-nord-ovest, guadagnando la valletta di pietrame della Forcola di Tropione o di Trupchun (Bochéta da Tropion o Fuorcla Trupchun, m. 2779).


La salita alla bocchetta di Trupchun o Tropione

Il valico si affaccia sulla Val Trupchun, in territorio elvetico, compresa nell’unico Parco Nazionale Svizzero, nel quale gli stambecchi sono di casa e non si fanno problemi a sconfinare in territorio italiano. Oltre lo sbocco della valle vediamo un bello scorcio delle Alpi engadinesi. Fra le cime spicca, sulla destra, la regolare piramide del piz Quattervals. Sul lato italiano, invece, la visuale è più limitata, anche se da qui possiamo maggiormente apprezzare la peculiare forma della Valle del Saliente, fatta un po' come una bottiglia che in basso di stringe nel proverbiale collo. Sul fondo domina il poderoso fianco del Motto.
Siamo sullo spartiacque che divide il bacino dello Spöl (Livigno) da quello dell’Inn (la Val Trupchun è tributaria dell’Engadina Ota, e scendendo per questa valle si raggiunga S’chanf). Nel caso volessimo farlo, però assicuriamoci di aver con noi un documento di identità ed informiamoci sulla legislazione svizzera (il transito dai passi alpini in territorio elvetico è infatti vietato). Il ritorno avviene, con molta cautela (perché in discesa l'insidia del sentiero è maggiore), per la medesima via di salita.


La Val Trupchun ed il piz Quattervals (a destra)

CARTE DEL PERCORSO, ELABORAZIONE SU ESTRATTO DELLA CNS (COPYRIGHT DATI: SWISSTOPO, CONSULTABILE ON-LINE ALL'INDIRIZZO http://map.geo.admin.ch)

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