Pista Civo-Roncaglia di Sopra

SERONE-CIVO-RONCAGLIA DI SOPRA E DI SOTTO-SERONE

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Serone-Civo-Roncaglia di Sopra e di Sotto-Serone
1 h e 45 min.
180
T
SINTESI. Alla prima rotonda in ingresso a Morbegno (per chi proviene da Milano) lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a sinistra. Dopo un cavalcavia ed una rotonda proseguiamo diritti fino al ponte sul fiume Adda, al quale prendiamo a destra, salendo fino al vicino bivio, al quale lasciamo a destra la strada provinciale Pedemontana e pieghiamo a sinistra, proseguendo nella salita sulla strada che porta a Dazio. Dopo un paio di tornanti, inizia un lungo tratto diritto che ci porta alla piana di Dazio. Passiamo a destra della chiesa parrocchiale di San Provino prima di descrivere una larga curva che precede una nuova salita. Lasciamo alle spalle le ultime case del paese e proseguiamo diritti, fino alla piazza della chiesa di Serone, centro amministrativo del comune di Civo (m. 718). Parcheggiamo presso la chiesa e ci incamminiamo verso ovest. Presso la chiesa le due strade principali si dividono: quella di destra sale in direzione nord-est, verso Naguarido, Chempo e Caspano, mentre quella di sinistra traversa verso sud-ovest, scendendo a Mello. Noi dobbiamo incamminarci sulla stradina che sta nel mezzo. Saliamo subito decisi verso est, ignorando alla nostra destra, presso un cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati, una pista che sale a Roncaglia di Sotto (segnalata a 30 minuti; useremo questa pista al ritorno). Seguiamo il cartello che dà San Bernardo a 15 minuti, Civo a 20 e Roncaglia di sotto a 35 minuti. La pista, con fondo in cemento e poi sterrato, porta all’ampio ripiano di prati ad est di Civo e confluisce in una pista più larga. Due cartelli ci informano che andando a sinistra si raggiunge in 8 minuti il centro di Civo, mentre prendendo a destra si raggiungono Roncaglia di Sotto in 20 minuti e Roncaglia di Sopra in 30. Andiamo a sinistra (ovest) ed in breve siamo al solitario oratorio di San Bernardo (m. 789), che domina la piana. Proseguiamo in leggera discesa e ci immettiamo in una strada asfaltata che passa a destra della chiesa di S. Andrea e raggiunge il centro di Civo (m. 754). Torniamo ora all’oratorio di San Bernardo e proseguiamo sulla pista verso est. Passiamo in una selva presso una cappelletta con il dipinto di Gesù Crocifisso. Usciamo di nuovi ad una fascia di prati, ed a destra del Corno di Colino occhieggia, lontano, il monte Disgrazia. In mezzo un campanile sormonta la linea dei castagni, quello della chiesa di San Giacomo a Roncaglia di Sopra. La pista in breve ci porta ad un quadrivio, presidiato da una nuova cappelletta. I cartelli segnalano che prendendo a destra si scende a Serone, procedendo diritti si traversa a Roncaglia di Sopra mentre prendendo a sinistra di sale a Roncaglia di Sotto. Andiamo diritti, rientrando in una selva e superando su un ponte il torrente Rigorso. Poco più avanti siamo ad un bivio, al quale prendiamo la pista di sinistra, in leggera salita. Superata una nuova cappelletta, la pista intercetta la carrozzabile che sale a Poira. Sul lato opposto della strada parte una stradina che sale al vicino cimitero. La seguiamo e procediamo oltre, fino a raggiungere il parcheggio che sta davanti all’ampio e splendido sagrato della suggestiva chiesa di San Giacomo a Roncaglia di Sopra (m. 887). Scendiamo ora seguendo la strada fino alla vicina strada per Poira e la seguiamo per poche decine di metri. Subito dopo il ponte sul torrente Rigorso, siamo alle case di Roncaglia di Sotto (m. 897). Appena oltre il ponte vediamo un parcheggio alla nostra destra, mentre sul lato opposto della strada vediamo la partenza di una stradina che passa a valle delle case della frazione. La imbocchiamo e raggiungiamo il cartello posto all’inizio di una pista agro-silvo-pastorale, chiusa al traffico dei veicoli non utorizzati. Non andiamo diritti, ma prendiamo a sinistra e cominciamo a scendere su una pista sterrata, verso sud-est. Dopo una semicurva a sinistra la pista ci riporta al quadrivio con la cappelletta. Ora proseguiamo diritti, seguendo le indicazioni per Serone ed imboccando una pista sterrata che entra in una selva. Sul suo lato sinistro troviamo una nuova cappelletta. La pista curva a destra (sud-sud-ovest) e passa presso un grande masso erratico. Superato un casello dell’acqua, scendiamo diritti e dopo un ultimo ripido tratto rieccoci in vista di Serone: la pista termina presso la piazza di Serone, dove abbiamo parcheggiato l’automobile.


Serone

Alla prima rotonda in ingresso a Morbegno (per chi proviene da Milano) lasciamo la ss 38 dello Stelvio prendendo a sinistra. Dopo un cavalcavia ed una rotonda proseguiamo diritti fino al ponte sul fiume Adda, al quale prendiamo a destra, salendo fino al vicino bivio, al quale lasciamo a destra la strada provinciale Pedemontana e pieghiamo a sinistra, proseguendo nella salita sulla strada che porta a Dazio.
Dopo un paio di tornanti, inizia un lungo tratto diritto che ci porta alla piana di Dazio. Passiamo a destra della chiesa parrocchiale di San Provino prima di descrivere una larga curva che precede una nuova salita. Lasciamo alle spalle le ultime case del paese e proseguiamo diritti, fino alla piazza della chiesa di Serone, centro amministrativo del comune di Civo (m. 718).
Parcheggiamo presso la chiesa e ci incamminiamo verso ovest. Presso la chiesa le due strade principali si dividono: quella di destra sale in direzione nord-est, verso Naguarido, Chempo e Caspano, mentre quella di sinistra traversa verso sud-ovest, scendendo a Mello. Noi dobbiamo incamminarci sulla stradina che sta nel mezzo. Saliamo subito decisi verso est, ignorando alla nostra destra, presso un cartello di divieto di transito per i veicoli non autorizzati, una pista che sale a Roncaglia di Sotto (segnalata a 30 minuti; useremo questa pista al ritorno). Seguiamo il cartello che dà San Bernardo a 15 minuti, Civo a 20 e Roncaglia di sotto a 35 minuti. La pista, con fondo in cemento e poi sterrato, guadagna quota, mentre alle nostre spalle il Culmine di Dazio si mostra in primo piano. Alla sua destra distinguiamo l’imbocco della Val Tartano. Superata una breve selva, usciamo all’ampio ripiano di prati ad est di Civo. Alto alla nostra destra spicca un rustico solitario. Alla sua destra la larga piramide del Corno di Colino domina l’orizzonte.


L'oratorio di San Bernardo

La pista confluisce in una pista più larga. Due cartelli ci informano che andando a sinistra si raggiunge in 8 minuti il centro di Civo, mentre prendendo a destra si raggiungono Roncaglia di Sotto in 20 minuti e Roncaglia di Sopra in 30. Andiamo a sinistra (ovest) ed in breve siamo al solitario oratorio di San Bernardo (m. 789), che domina la piana. Nei suoi pressi sono poste una fontanella ed una panca in legno per godersi il primo piano del versante orobico sopra Talamona e della Val Gerola.
Proseguiamo in leggera discesa e ci immettiamo in una strada asfaltata che passa a destra della chiesa di S. Andrea e raggiunge il centro di Civo (m. 754).

Apri qui una panoramica di Civo

Un quadro sintetico di Civo (l'antica Clivio) e delle sue vicinanze nella prima metà del Seicento è offerto dal prezioso manoscritto di don Giovanni Tuana (1589-1636, grosottino, parroco di Sernio e di Mazzo), intitolato “De rebus Vallistellinae” (Delle cose di Valtellina), databile probabilmente alla prima metà degli anni trenta del Seicento (edito nel 1998, per la Società Storica Valtellinese, a cura di Tarcisio Salice, con traduzione delle parti in latino di don Avremo Levi). Vi leggiamo: “Da Datio v'è la strada, quale per mezzo la montagna in una bassa alquanto spatiosa, qual conduce a Chivo, così detto sia che il luoco è posto in territorio alquanto pendente, sia che sia stata habitatione antica di Caio Lucio gentil huomo di Teodosio imperatore come ad alcuni parve. Il territorio è delitioso, come tutta la sponda di Traona, ricco di vini, frutti et grano, bagnato d'un rivo qual li serve per l'usi d'ordinarij, per irrigationi et per molini. Ha la chiesa parochiale di S. Andrea apostolo, et se bene ha solo 40 fameglie ha però nome di grandissima communità perché comprende du' altre vicinanze, cioè Caspano. Badolia, Ca del Pic, Chievo, Ca del Sasso, Roncaglia di sotto et di sopra, Serono, Villetta, Nogaredo, Chempo et Toate.


Il quadrivio e la cappelletta

Torniamo ora all’oratorio di San Bernardo e proseguiamo sulla pista verso est. Ripassiamo così, ora alti ed a sinistra, presso il rustico solitario. Alla nostra sinistra il Corno di Colino chiude il versante dell’alta Val Toate, con il modesto ma pronunciato picco a sinistra, la torre di Bering. Ai prati si sostituisce una selva e sulla sinistra della pista vediamo una cappelletta con il dipinto di Gesù Crocifisso. Usciamo di nuovi ad una fascia di prati, ed a destra del Corno di Colino occhieggia, lontano, il monte Disgrazia. In mezzo un campanile sormonta la linea dei castagni, quello della chiesa di San Giacomo a Roncaglia di Sopra.
La pista in breve ci porta ad un quadrivio, presidiato da una nuova cappelletta, con il dipinto di una Madonna con Bambino con San Giuseppe, riconoscibile per il giglio nella mano sinistra, simbolo di purezza. Purtroppo qui, come in diversi altri casi, la parte centrale del dipinto è interamente persa. Un quadrivio, dunque: i cartelli segnalano che prendendo a destra si scende a Serone, procedendo diritti si traversa a Roncaglia di Sopra mentre prendendo a sinistra di sale a Roncaglia di Sotto. Andiamo diritti, rientrando in una selva e superando su un ponte il torrente Rigorso, di solito modesto nella sua portata. Guardando in alto si scorge, sul fondo della linea degli alberi, la torre di Bering.


Il monte Disgrazia ed i Corni Bruciati

Poco più avanti siamo ad un bivio, al quale prendiamo la pista di sinistra, in leggera salita. Sul suo lato sinistro ecco una nuova cappelletta, con Gesù Crocifisso ed ai sui lati Maria e Maria Maddalena. La singolare contrapposizione fra la compostezza della Madonna ed i capelli scarmigliati di Maria Maddalena non impedisce di cogliere l’espressione di un comune dolore.
Poco più avanti la pista intercetta la carrozzabile che sale a Poira. Sul lato opposto della strada parte una stradina che sale al vicino cimitero. La seguiamo e procediamo oltre, fino a raggiungere il parcheggio che sta davanti all’ampio e splendido sagrato della suggestiva chiesa di San Giacomo a Roncaglia di Sopra (m. 887). Dietro la sua facciata, sulla sinistra, ecco di nuovo il monte Disgrazia.


La chiesa di San Giacomo a Roncaglia di Sopra

La chiesa prepositurale di S. Giacomo di Roncaglia di Sopra fu edificata nel 1654 e consacrata vent’anni più tardi. Una chiesa splendida, con un sagrato molto ampio, circondato da 14 cappellette nelle quali sono raffigurate scene della Via Crucis.
Giovanni Guler von Weineck, nella sua opera "Rhaetia" pubblicata a Zurigo sul finire del Cinquecento, scrive: “Al disopra del Dosso Visconte, a circa millecinquecento passi da Caspano, sorge il popoloso villaggio di Roncaglia, in un terreno pianeggiantecui sovrasta una foresta; al disotto poi di Roncaglia, fra il torrente Tovate e Cermeledo, s’incontrano sei frazioni: Tovate, Chempo, Naguarido, Sirone, Vallate, Cerido. In questo territorio si alleva molto bestiame e si produce un genere speciale di piccoli caci squisiti, i quali sonoassai rinomati e si esportano qua e là anche in paesi lontani. Fra Caspano e Roncaglia corre impetuoso iltorrente Tovate per una forra del monte; e quivi si scava un marmo eccellente che viene condotto a Morbegno, a
Traona e ad altri paesi circonvicini per adornare porte e finestre; è bello e piacevole alla vista, ma assai duro da scalpellare. Gli abitanti di Roncaglia, come i terrieri di Mello, discendono dagli abitatori di Civo, dai quali si sono separati, venendo a dissodare queste terre e dalla loro opera assunsero il nome attuale. Roncaglia, infatti, può provenire dal dialettale roncà (dissodare, liberare il terreno dal pietrame)”.


Sagrato della chiesa di San Giacomo a Roncaglia di Sopra

Il vescovo di Como Feliciano Ninguarda, in visita pastorale in queste zone nel 1589, a sua volta scrive: "A un miglio da Caspano verso occidente c'è il paese di Roncaglia superiore, con la chiesa parrocchiale dedicata a S. Giacomo apostolo. Sotto di esso a un tiro di bombarda c'è Roncaglia inferiore, spettante alla stessa comunità, con 100 famiglie, tutte cattoliche. E' parroco il sacerdote Giovanni di Beca, oriundo di lì, che ha circa novanta anni. In altri tempi questa comunità con la chiesa era stata sottomessa alla parrocchiale di Caspano ma in seguito fu separata; ogni famiglia però è obbligata una volta all'anno, nella festa di S. Martino, a dare al parroco di Caspano due piccole misure di mistura."
Dalla "Cronistoria di Caspano e dei paesi limitrofi" del sacerdote Giovanni Libera (Como, 1926), apprendiamo, infine, interessanti notizie sull'edificazione della chiesa di S. Giacomo e su un curioso episodio che risale al tempo dell'occupazione francese della Valtellina ad inizio Ottocento, nel contesto del periodo napoleonico:
Addì 6 agosto 1654 dal sac. Giovan Battista Paravicino, fu Giovan Antonio, da Buglio , prevosto di Talamona e Vicario Foraneo di tutto il Terziere Inferiore della Valtellina, venne benedetta la prima pietra della chiesa attuale di S. Giacomo. Intervenne alla funzione il parroco di Caspano ed il di lui nipote sac. Lorenzo Grazioli, notaio ap. e Dottor in S. Teologia.  La qual pietra fu posta nella parete angolare del coro da mattina e da monte, come da strumento rogato dal suddetto notaio ap. E Dottor in S. Teologia, sac. Lorenzo Grazioli, anno, mese e dì, come sopra. Detta chiesa ha molti affreschi di C. Ligari, e possiede coro, pulpito, confessionali e organo a pregevoli intagli, bellissimi stucchi, un altare monumentale di legno intagliato e dorato, molta e ricca argenteria. Nel piazzale della chiesa si trovano le 14 splendide cappelle della Via Crucis, dipinte dal Ligari e ristaurate dal Gavazzeni.


La chiesa di San Giacomo a Roncaglia di Sopra

Un commissario della Cisalpina, residente a Morbegno, aveva mandato, come in altre chiese, così anche nella chiesa di S. Giacomo a Roncaglia un ufficiale coll’ordine di far disporre nella suddetta chiesa tutta l’argenteria di quella parrocchia e di fare un elenco degli oggetti di valore, che più tardi sarebbero stati requisiti. Vi era parroco un Paganetti, nativo di Roncaglia, il quale, appena ultimata l’elencazione, escogitò d’accordo con un proprio nipote e col segrista un rimedio per salvaguardare il vistoso patrimonio. Scavata una buca profonda in una stalla a pian terreno della Casa Parrocchiale vi fece una notte seppellire tutti gli oggetti d’argento, ricoprendo poi la terra smossa con un mucchio di letame; nella notte stessa fece abbattere una porta laterale della chiesa, mentre egli in tutta fretta si portava sull’Alpe Ligoncio (sovrastante ai Bagni di Masino).
Ma due gendarmi si recarono poco appresso sul suddetto Alpe ad arrestarlo ed a tradurlo nella chiesa S. Antonio a Morbegno, dove si svolse unprocesso. Quasi tutta la popolazione di Roncaglia, trepidante per la sorte del proprio pastore, assisteva al dibattimento e attestava la innocenza del sacerdote e ne reclamava la liberazione. Due pastori del Ligoncio, un Fiora ed un Morelli, ambedue di Roncaglia, giuravano, che la notte del furto il sac. Paganetti trovavasi con loro sull’Alpe. Egli poi si discolpava col dire che aveva ricevuto l’ordine del commissario di far disporre nella chiesa gli oggetti sacri, ordine da lui perfettamente eseguito; ma non aveva ricevuto l’altro ordine, cioè quello di far la custodia ai suddetti oggetti. Il tribunale dopo 2 ore di discussione sentenziò non farsi luogo a procedere contro il cittadino Prevosto Paganetti per mancanza di prove. Caduta la Cisalpina, gli oggetti sacri tornarono alla luce.

Scendiamo ora seguendo la strada fino alla vicina strada per Poira e la seguiamo per poche decine di metri. Subito dopo il ponte sul torrente Rigorso, siamo alle case di Roncaglia di Sotto (m. 897), che, nonostante il nome, è pressoché alla stessa altezza, più ad ovest, di Roncaglia di Sopra. Appena oltre il ponte vediamo un parcheggio alla nostra destra, mentre sul lato opposto della strada vediamo la partenza di una stradina che passa a valle delle case della frazione. La imbocchiamo e raggiungiamo il cartello posto all’inizio di una pista agro-silvo-pstorale, chiusa al traffico dei veicoli non utorizzati. Non andiamo diritti, ma prendiamo a sinistra e cominciamo a scendere su una pista sterrata, verso sud-est. Dopo una semicurva a sinistra la pista ci riporta al quadrivio con la cappelletta.


Roncaglia di Sotto

Ora proseguiamo diritti, seguendo le indicazioni per Serone ed imboccando una pista sterrata che entra in una selva. Sul suo lato sinistro troviamo una nuova cappelletta, dove è raffigurata una Madonna con Bambino. La pista curva a destra (sud-sud-ovest) e passa presso un grande masso erratico. Superato un casello dell’acqua, scendiamo diritti a sinistra di un alto muro a secco, cui se ne aggiunge un secondo in muratura a sinistra. Dopo un ultimo ripido tratto rieccoci in vista di Serone: la pista termina presso la piazza di Serone, dove abbiamo parcheggiato l’automobile.

CARTA DEL PERCORSO SULLA BASE DELLA CARTA TEMATICA DELLA REGIONE LOMBARDIA

GALLERIA DI IMMAGINI

Copyright 2003-2018: Massimo Dei Cas La riproduzione di singole parti della pagina è consentina previa indicazione della fonte e dell'autore
(Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it)

Copyright © 2003 - 2024 Massimo Dei Cas Designed by David Kohout