Il monte che domina l'alpe Bassetta
Il monte Brusada incornicia l'alpe Bassetta
PRATI NESTRELLI-PRATI DELLA BRUSADA-MONTE BRUSADA
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Prati Nestrelli-Monte Brusada |
4 h |
1180 |
E |
SINTESI. Acquistato il pass giornaliero di transito al bar nel centro di Cino, portiamoci con l'automobile alla parte alta del paese, passiamo a destra del centro sportivo ed al bivio nei suoi presi prendiamo a destra, salendo con diversi tornanti sulla carrozzabile che porta ai Prati Nestrelli e che termina confluendo nella pista tagliafuoco della Costiera dei Cech occidentale. parcheggiamo qui, a circa 1250 merri di quota, e procediamo sulla pista verso est, passando a monte delle baite dei Nestrelli ed ignorando, sulla sinistra, segnalata, la partenza del sentiero per l'alpe Brusada. attraversiamo la valle Scemola
(che confluisce, più in basso, nella valle di Siro) e proseguiamo
fino ad uno slargo caratterizzato da grandi blocchi di pietra che sostengono la pista sul versante a monte.
Qui vediamo la partenza di un evidente sentiero, non segnalato, che per breve tratto sale diritto, poi piega a destra e prosegue quasi pianeggiante. Pià avanti scarta bruscamente a sinistra e sale ai ruderi di Cuper (o Coper) Volt (m. 1311). La salita prosegue decisa con rapidi tornantini, poi il sentiero volge a destra ed assume un andamento est-nord-est, attraversando alcune vallette e restando nel bosco. Attraversato un marcato vallone, si afafccia al limite basso occidentale dei prati della Brusada, volge a sinistra e ne segue il bordo fino alle baite della parte alta (cappelletta, m. 1584). Dalla parte alta occidentale dei prati della Brusada (cappelletta) imbocchiamo il sentiero che entra nel bosco, procedendo verso ovest. Superiamo un abbeveratoio ed un casello dell'acqua, scendiamo per breve tratto e tagliamo un corpo di frana. Usciamo all'aperto ed attraversiamo la parte alta della Valle di Siro (m. 1650), salendo poi su sentiero ripido in una pineta, raggiungendo a 1700 metri circa il filo di un dosso. Qui lasciamo il sentiero che prosegue all'aperto verso l'alpe Bassetta e proseguiamo seguendo in pineta sul dosso, fino a trovare un sentiero che taglia a destra ed esce all'aperto a ridosso dalla parte alta della Valle di Siro (fin qui possiamo giungere anche salendo direttamente dal punto in cui il sentiero più in basso (m 1650) intercetta il vallone). Seguendo una traccia o anche salendo a vista (stiamo sul lato sinistro) ci portiamo sotto la sella erbosa del passo della Piana (m. 2050). La tracia di sentiero piega a destra sale al passo. Noi invece proseguiamo a sinistra, cioè puntiamo ad ovest-nord-ovest, salendo su debole traccia ad una conca occupata da sfasciumi. La attraversiano con un po' di attenzione, sempre verso ovest.nord-ovest, ed attacchiamo l'ultimo facile crinale che ci separa dalla cima del monte Brusada (m. 2143). |
Valle dei Ratti vista dal monte Brusada
La
cima della Brusada è il punto di massima elevazione nel territorio
del comune di Cino. Qui si incontrano, per la verità, i confini
di tre comuni, Cino, Cercino e Verceia. La salita a questa cima non
è difficile, e la fatica spesa è ampiamente ripagata da
un panorama davvero eccezionale, regalato dalla sua particolare posizione,
sul confine tra Valtellina e Valchiavenna. Unico problema: a meno di
acquistare il permesso di accesso in automobile all’alpe Piazza,
in vendita in un bar di Cino, dobbiamo partire a piedi dai 504 metri
di Cino, per salire ai 2143 metri della vetta. I conti sono presto fatti:
sulla carta dobbiamo superare 1640 metri di dislivello e camminare per
circa otto ore. Dall’alpe Piazza, invece, il dislivello è
più ragionevole, e scende a meno di 1200 metri (cifra sempre
di tutto riguardo, ma non tale da spaventare un escursionista allenato).
In entrambi i casi, dobbiamo passare per i prati Nestrelli (ai quali possiamo salire direttamente con il pass). Vediamo,
innanzitutto, come raggiungerli da Cino.
Apri qui una fotomappa della zona del monte Brusada
Lasciata l’automobile al parcheggio nella parte alta del paese (oppure procedendo in automobile, se disponiamo del pass), incamminiamoci sulla comoda carrozzabile, che, passando per l’impressionante Sasso dei Nestrelli (ora attrezzato a Palestra di Roccia), porta al limite inferiore dei prati, prima di intercettare la pista tagliafuoco. Quella medesima pista che dobbiamo, invece, percorrere, verso est, qualora ci siamo portati in automobile all’alpe Piazza.
I Prati della Brusada
Dal limite superiore orientale dei prati Nestrelli imbocchiamo, quindi,
un sentiero che si congiunge con la pista tagliafuoco e seguiamola per un tratto, fino ad uno slargo con grandi massi sul limite della pista; a destra dei grandi massi vediamo un marcato sentiero che sale per un tratto diritto (non c'è alcuna segnalazione), poi piega a destra e per un buon tratto procede quasi in piano, fino ad una brusca svolta a sinistra. Superato un rudere, il sentiero sale alla baita di Cuper di sopra
(Coper Volt; la località è costituita da altre 6 baite,
che però sono oramai nascoste dal bosco), procede ripido con diverse svolte, piega a destra superando due valloni e raggiunge i Prati
Brusada, in territorio del comune di Cercino, il cui limite inferiore
è collocato a circa 1500 metri di quota. Risaliti i prati Brusada,
sul limite di sinistra, raggiungiamo la baita più alta (m.
1584), dove sventola una bandiera italiana.
Qui troviamo un sentiero, che, imboccato verso destra, effettua una
lunga traversata fino ai prati di Bioggio, mentre seguito nella direzione
opposta conduce alle falde meridionali del monte Brusada. Scegliamo,
dunque, questa seconda direzione (ovest), raggiungendo subito una cappelletta,
il Cincet de la Brusada, nella quale è raffigurata una Madonna
con bambino, insieme ai santi Ambrogio, Michele e Margherita. Qui troviamo
anche due cartelli. Il primo illustra l’importanza dei prati della Brusada, “appartenenti un tempo alle famiglie di Cercino. Erano
un tempo i maggenghi con molte baite a cui appoggiavano i pastori di
Cercino per la monticazione degli aridi pascoli alti, strappando alle
rocce il duro fieno selvatico che le mucche non potevano raggiungere
e lasciando il resto all’intraprendenza delle pecore e delle capre”.
Il cartello illustra anche le caratteristiche panoramiche
della cresta che dalla cima della Brusada scende al passo della Piana:
ma di questo diremo più avanti. Un secondo cartello dà
la cima Brusada ad un’ora e mezza di cammino.
Proseguiamo, quindi, in questa direzione, entrando nel bosco. Si tratta
di percorrere un sentiero che entra nel bosco e sale gradualmente in
direzione nord-ovest. A quota 1630 troviamo un abbeveratoio in legno
e, poco oltre, un casello dell’acqua. Il sentiero prosegue con
traccia più stretta, scendendo per un breve tratto. Poi passiamo
a monte di un corpo franoso e proseguiamo nella salita con un tratto
all’aperto. A 1650 metri il sentiero attraversa un vallone che
costituisce la parte alta della valle di Siro. Sul lato opposto ci attende
una ripida salita, in una bella pineta, che ci porta, a quota 1700,
sul filo del dosso che scende dalla cima della Brusada verso sud. Il
sentiero si addentra, poi, in un mare di ginestre, proseguendo verso
ovest e raggiungendo, dopo una graduale salita ed una serie di saliscendi,
il limite orientale dell’alpe Bassetta, in corrispondenza di un
terrazzo dal quale si prosegue facilmente alla volta del baitone dell’alpe.
Noi, però, non lo seguiamo, ma pieghiamo decisamente a nord,
iniziando la salita alla cima. Ora non troveremo altre indicazioni,
per cui dobbiamo stare attenti ai riferimenti naturali. La via più
semplice (ma non l'unica) per salire alla cima è quella di staccarsi
a destra dal sentiero quanto questo raggiunge il dosso boscoso, a quota
1700. Siccome, però, non è facile trovare la deviazione,
risulta più semplice attaccare
direttamente (se non c'è neve) l'ampio ed evidente vallone erboso,
che raggiunge il crinale che separa la Valtellina dalla Val dei Ratti.
La risalita del vallone porta nei pressi del crinale, ad est della cima
del monte Brusada e ad ovest del passo della Piana; da qui saliamo,
infine, senza troppe difficoltà al grande ometto della cima del monte Brusada (m.
2143) procedendo verso ovest (sinistra) e sfruttando una sorta di ampio
corridoio costituito da massi e sfasciumi. È anche possibile,
ma assai più faticoso, salire alla cima seguendo il dosso sopra
citato, un po’ a vista, piegando leggermente a sinistra fino a
guadagnare il crinale ad ovest della cima, poco sotto la stessa. Dall’alpe
Piazza alla cima calcoliamo circa 3 ore e mezza di cammino, necessarie
per superare un dislivello di circa 1180 metri. Se, invece, partiamo
da Cino le cifre si fanno più severe: 5 ore di cammino per un
dislivello di 1640 metri.
Cima del monte Brusada
Dalla cima possiamo godere di un panorama davvero eccezionale. In lontananza,
ad ovest, oltre la compagine delle Alpi Lepontine, si può scorgere
il massiccio del Monte Rosa, mentre il panorama è chiuso, a sud
e sud-est, dalla catena orobica e dal gruppo Ortles-Adamello. In primo
piano, invece, ad est campeggiano i monti Erbea (m. 2430) e Sciesa (m.
2487), sul fianco meridionale della Valle dei Ratti. Alla loro sinistra
si distingue la testata della Valle dei Ratti, che propone, da destra,
la cima del Calvo (sciöma del munt Splügam. 2967), il pizzo Ligoncio (m. 3038) e l’inconfondibile
Sasso Manduino (m. 2888). Proseguendo verso sinistra (quindi in direzione
nord-ovest) si distinguono alcune cime del fianco occidentale della
bassa Val Codera, con il pizzo di Prata, a destra (m. 2727) ed il monte
Matra, sulla sinistra (m. 2206).
Ci sono diverse possibilità per tornare a Cino, o all’alpe
Piazza. La più ovvia ed anche più breve è quella
di ripercorrere a ritroso l'itinerario di salita.
Una seconda possibilità prevede di tornare al vallone dell’alta
valle di Siro, scendendo di nuovo al sentiero Brusada-Bassetta, per
seguirlo, ora, verso ovest (destra), fino al baitone dell’alpe
Bassetta, dove si aprono nuovamente due possibilità. La prima
prevede una discesa diretta verso i Prati dell'O, seguendo un sentiero
che parte verso sud dal limite occidentale del monte e, dopo qualche
tornante, descrive una diagonale verso est, raggiungendo così
i 1226 metri dei prati. Dai prati si può seguire verso est la
pista tagliafuoco, che conduce ai Prati Nestrelli, oppure percorrerla
in senso opposto, raggiungendo l'alpe Piazza.
La valle dei Ratti vista dal passo della Piana
La soluzione migliore, anche se più faticosa, è però quella di percorrere il sentiero che dal monte Bassetta prosegue la discesa verso sud ovest, mantenendosi sul crinale, fino alla cima del monte Foffricio, riconoscibile per il grande ripetitore; poco prima della cima si taglia a sinistra e si scende all'alpe Piazza, dove recuperiamo l’automobile per tornare a Cino.
Valchiavenna vista dal crinale ovest del monte Brusada
PRATI NESTRELLI-ALPE BASSETTA-MONTE BRUSADA
Punti di partenza ed arrivo |
Tempo necessario |
Dislivello in altezza in m. |
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti) |
Prati Nestrelli-Alpe Bassetta-Monte Brusada |
4 h |
1190 |
EE |
SINTESI. Acquistato il pass giornaliero di transito al bar nel centro di Cino, portiamoci con l'automobile alla parte alta del paese, passiamo a destra del centro sportivo ed al bivio nei suoi presi prendiamo a destra, salendo con diversi tornanti sulla carrozzabile che porta ai Prati Nestrelli e che termina confluendo nella pista tagliafuoco della Costiera dei Cech occidentale. Parcheggiamo qui, a circa 1250 merri di quota, e procediamo sulla pista verso est, passando a monte delle baite dei Nestrelli e trovando subito, alla nostra sinistra, il sentiero segnalato per l'alpe Bassetta. Lasciamo la pista e saliamo seguendo il sentiero (segnalazione n. 201
in vernice blu, scritta "Bassetta" in rosso, segnavia rosso-bianco-rosso), riprende, con traccia molto marcata, a salire, in direzione
nord-ovest, in una macchia, fino ad una porta nella roccia, oltre la
quale usciamo dalla boscaglia e proseguiamo nella salita circondati
dalla bassa vegetazione. Dopo circa venti minuti di cammino, raggiungiamo un incrocio di sentieri,
a quota 1260 circa: il nostro sentiero, infatti, ne taglia uno che corre,
con andamento pianeggiante, da est ad ovest. Ignoriamo questo secondo sentiero e proseguiamo su
quello che sale, verso sinistra, proponendo poi una serie di tornanti
ed un nuovo lungo traverso verso sinistra (nord-ovest), che passa a
valle di un caratteristico e grande spuntone di roccia, fino a raggiungere
il baitone dell’alpe Bassetta (m. 1700). Attenzione, però: la traccia non
è sempre evidente e, soprattutto sulla
traiettoria di massi che talvolta vengono messi in movimento più
in alto da capre o mucche al pascolo. Dal baitone, seguendo le indicazioni del sentiero Bonatti, proseguiamo appena sotto il crinale verso est, dentrando in una macchia di pini e giungendo al segnalato passo del Culmine (m. 1818). Qui un sentiero prende a sinistra in direzione dell'alpe Codogno. Lo ignoriamo e proseguiamo sul crinale, seguendo una debole traccia che si districa fra pini e massi. Usciamo poi all'aperto e proseguiamo in prossimità del crinale, appoggiandoci leggermente sul lato destro (versante ripido). Il sentierino si fa più ripido e serpeggia fra magri pascoli e roccette. In qualche tratto ci aiutiamo mettendo le mani a terra. Raggiunto un terrazzo, affrontiamo, sempre in prossimità del crinale, l'ultimo strappo che ci porta in cima al monte Brusada (m. 2134). Possiamo tornare percorrendo a rovescio l'itinerario di salita dai prati Brusada: discesa verso est attraversando una piana occupata da sfasciumi, discesa del canalone della Valle di Siro verso sud, fino ad intercettare a quota 1650 metri circa il sentiero che, percorso verso sinistra, porta ai prati della Brusada; di qui, scendendo lungo il limite di destra, si segue il sentierino che nella loro parte basse piega a destra, entra nel bosco, riattraversa la Valle di Siro e scende nel bosco fino ai ruderi di Cuper di Sopra, per poi piegare a destra e scendere ad intercettare la pista tagliafuoco che, percorsa verso destra (ovest), riporta ai Nestrelli. |
Apri qui una panoramica dai Prati Nestrelli
Se vogliamo partire dai Prati Nestrelli per un'interessantissima escursione possiamo scegliere fra due direttrici principali, quella che porta al monte Bassetta e quella che raggiunge i prati della Brusada. Il primo tratto di salita è comune, ed inizia a monte delle baite più alte dei prati, sulla destra (fra queste, una simpatica “Cascina Maria”), dove troviamo un sentiero che, dopo pochi metri, intercetta la già citata pista tagliafuoco. Sul lato opposto della pista, un po' a sinistra rispetto al punto della pista al quale siamo saliti, il sentiero, in una sorta di porta nella roccia (segnalazione n. 201 in vernice blu, scritta "Bassetta" in rosso, segnavia rosso-bianco-rosso), riprende, con traccia molto marcata, a salire, in direzione nord-ovest, in una macchia, fino ad una porta nella roccia, oltre la quale usciamo dalla boscaglia e proseguiamo nella salita circondati dalla bassa vegetazione.
Prati Nestrelli
Dopo circa venti minuti di cammino, raggiungiamo un incrocio di sentieri, a quota 1260 circa: il nostro sentiero, infatti, ne taglia uno che corre, con andamento pianeggiante, da est ad ovest. Qui le due direttrici di salita si separano. Se vogliamo salire all’alpe ed al monte Bassetta dobbiamo, infatti, ignorare questo secondo sentiero e proseguire su quello che sale, verso sinistra, proponendo poi una serie di tornanti ed un nuovo lungo traverso verso sinistra (nord-ovest), che passa a valle di un caratteristico e grande spuntone di roccia, fino a raggiungere il baitone dell’alpe Bassetta (m. 1700). Attenzione, però: la traccia non è sempre evidente e, soprattutto sulla traiettoria di massi che talvolta vengono messi in movimento più in alto da capre o mucche al pascolo. Dal baitone dell'alpe Bassetta, infine, con breve salita siamo ai 1747 metri della cima del monte Bassetta, splendido terrazzo panoramico su Val Chiavenna e Val dei Ratti.
I Prati Nestrelli
Una notazione conclusiva su questo sentiero: ora attraversa un versante montuoso desolato e brullo, ma più di mezzo secolo fa lo scenario era completamente diverso. Questa zona era ricoperta di un foltissimo bosco di pini ed abeti, tanto che in diversi tratti neppure la più intensa luce meridiana riuscita a perforare la compatta compagine delle loro fronde. Dicono che quando il più grande di questi, colpito a morte dagli incendi che devastarono il versante nel 1948, 1952 e 1965, venne tagliato, si contarono i suoi anelli, raggiungendo la cifra impressionante di 1100: si trattava di un abete più che millenario! I ragazzi si divertivano a salire in cima a questi alberi imponenti, i cui rami si intrecciavano in modo così fitto da formare una sorta di piattaforma pensile sulla quale ci si poteva muovere agevolmente, da albero ad albero. Sforziamoci con l'immaginazione a ricostruire questo splendido scenario, perso per sempre.
Apri qui una panoramica dal monte Bassetta
Dal baitone, seguendo le indicazioni del sentiero Bonatti, proseguiamo appena sotto il crinale verso est, dentrando in una macchia di pini e giungendo al segnalato passo del Culmine (m. 1818). Qui un sentiero prende a sinistra in direzione dell'alpe Codogno. Lo ignoriamo e proseguiamo sul crinale ovest del monte Brusada, seguendo una debole traccia che si districa fra pini e curiose formazioni rocciose. Usciamo poi all'aperto e proseguiamo in prossimità del crinale, appoggiandoci leggermente sul lato destro (versante ripido). Il sentierino si fa più ripido e serpeggia fra magri pascoli e roccette. In qualche tratto ci aiutiamo mettendo le mani a terra. Raggiunto un terrazzo, affrontiamo, sempre in prossimità del crinale, l'ultimo strappo che ci porta in cima al monte Brusada (m. 2134).
Crinale ovest del monte Brusada
Possiamo tornare percorrendo a rovescio l'itinerario di salita dai prati Brusada: discesa verso est attraversando una piana occupata da sfasciumi, discesa del canalone della Valle di Siro verso sud, fino ad intercettare a quota 1650 metri circa il sentiero che, percorso verso sinistra, porta ai prati della Brusada; di qui, scendendo lungo il limite di destra, si segue il sentierino che nella loro parte basse piega a destra, entra nel bosco, riattraversa la Valle di Siro e scende nel bosco fino ai ruderi di Cuper di Sopra, per poi piegare a destra e scendere ad intercettare la pista tagliafuoco che, percorsa verso destra (ovest), riporta ai Nestrelli.
Panorama dal crinale ovest del monte Brusada
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
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