Apri qui una fotomappa dei sentieri a monte di Chiavenna e Prata Camportaccio

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Pratogiano (Chiavenna)-Lottano-Dona-Chiavenna
2 h e 30 min.
340
T

Entrati con l’automobile in Chiavenna, prendiamo, alla prima rotonda, a destra, per la Stazione ed il centro. Dopo una semicurva a sinistra, giunti al passaggio a livello della linea ferroviaria, prendiamo a destra e lo attraversiamo, lasciando poi l’automobile al grande parcheggio della località Pratogiano (m. 320). Portiamoci al Crotto Ombra, sul lato sud-orientale del viale. e cominciamo a percorrere la via al Tiglio. Prendiamo, poi, a sinistra, percorrendo la Via al deserto, fino a giungere all’ingresso del Deserto. Proprio a sinistra dell’ingresso parte la mulattiera per Uschione, segnalata da un cartello della Comunità Montana della Valchiavenna (sentiero B4). Dopo circa cento metri, ad un tornante siamo ad un bivio e lasciamo il sentiero per Uschione predendo a destra (sentiero B6, indicazioni per Dona, 30 minuti, Lottano, 40 minuti ed Iscrizioni Rupestri). Procediamo in leggera salita, superando la Valcondria e giungendo ad un secondo bivio, al quale prendiamo a sinistra (indicazione per Lottano), salendo decisamente su un sentiero piuttosto sporco. Passiamo sotto un vecchio piano inclinato ENEL dove passava la condotta forzata da Lottano al fondovalle, poi rimossa, ed usciamo dalla selva ad una piazzona su un tornante dx (per chi sale) della carrozzabile Prata-Uschione. La seguiamo in salita e dopo pochi tornanti la lasciamo imboccando la stradella sulla destra che porta subito alla piazzola di parcheggio di Lottano (m. 654). Proseguiamo verso destra su un viottolo, lasciamo a destra il nucleo centrale di baite attorno alla chiesetta e raggiungiamo un bivio con cartelli. Qui lasciamo il viottolo e scendiamo verso destra (indocazioni per Dona e Prata), su una bella mulattiera delimitata da muretti a secco. Entrati nella selva, pieghiamo a destra e scendiamo decisi, passando per alcune baite precedute da un suggestivo tratto scavato in un roccione. Passiamo a destra delle baite e, ignorato il sentiero in piano che si stacca sulla destra, scendiamo ancora, diritti, nella selva, dalla quale usciamo ad una piazzola. Procediamo diritti, passando a sinistra di un grane rustico, ed imbocchiamo la stradella che dopo poche decine di metri confluisce nella carrozzabile Prata-Uschione. Saliamo lungo la carrozzabile, verso destra, passando a monte della fascia di prati che ospita il nucleo di Dona (m. 450). Giunti al tornante dx, lasciamo la carrozzabile, seguendo il cartello del sentiero B6, che dà Chiavenna a 30 minuti. Sotto il cartello, un pannello indica le Incisioni Rupestri che nel 1978 alcuni studenti della scuole media Garibaldi scoprirono sul sentiero che collega Chiavenna a Dona, una serie di incisioni a lancia, risalenti alla tarda età del bronzo o alla prima età del ferro, quindi le più antiche rinvenute in Valchiavenna. Il sentiero sale fra muretti a secco nella fitta selva, poi traversa in piano, verso nord. Passiamo così a lato di una fenditura nella roccia, una vecchia cava di pietra ollare. la successiva discesa ci porta sul bordo di una grande falesia che strapiomba sulla piana di Chiavenna. Qui si trovano le incisioni rupestri, tre lance con punte rivolte verso sud-ovest, non segnalate per evitare che si moltiplico i gesti di danneggiamento già attuati (evitare di affacciarsi sul bordo molto esposto). Il sentiero lascia poi il ciglio della falesia e rientra nella selva, passando fra alcuni grandi massi (segnavia rosso-bianco-rossi), sempre verso nord. Ripassiamo così sotto il piano inclinato ENEL. Dopo qualche saliscendi, torniamo al bivio incontrato salendo e procediamo diritti, tornando al Deserto ed a Pratogiano a Chiavenna.


Pratogiano a Chiavenna

Una bella camminata, ideale nelle mezze stagioni ma anche in inverno, porta dalla località di Pratogiano di Chiavenna agli splendidi nuclei di Lottano e Dona a monte di Prata Camportaccio.
Entrati con l’automobile in Chiavenna, prendiamo, alla prima rotonda, a destra, per la Stazione ed il centro. Dopo una semicurva a sinistra, giunti al passaggio a livello della linea ferroviaria, prendiamo a destra e lo attraversiamo, lasciando poi l’automobile al grande parcheggio della località Pratogiano (prédégiàna, probabilmente da pré de giànda o ghianda, cioè prato della ganda, per  i massi dell’antichissima frana scesa dalla valcóndria), la zona storica dei crotti, dove spiccano grandi ippocastani e platani, uno dei quali figura fra gli alberi monumentali della provincia di Sondrio. Si tratta di un platano (Platanus hybrida Brot.) alto 35 metri, con una circonferenza alla base di 6,40 metri. Nel parco sono presenti altri platani di dimensioni ragguardevoli, che superavano in altezza, prima di una potatura effettuata più di dieci anni fa, i 40 metri.


Sentiero per Lottano

La camminata parte da qui (320 m. circa). Portiamoci al Crotto Ombra (cròt ómbra), sul lato sud-orientale del viale, alle cui spalle incombe il "sas di can", uno scuro roccione strapiombante di pietra ollare (cartello che segnala una Pista Ciclabile ed il Sentiero per Uschione), e cominciamo a percorrere la via al Tiglio. Prendiamo, poi, a sinistra, percorrendo la Via al deserto, fino a giungere all’ingresso del Deserto (désèert), cioè della casa dell’Istituto don Guanella, che sorge su un piccolo pianoro dove sorgeva l’osteria Deserto (di qui il nome), distrutta oltre ottant’anni fa. Proprio a sinistra dell’ingresso parte la mulattiera, segnalata da un cartello della Comunità Montava della Valchiavenna (sentiero B4), che dà Uschione ad un’ora, Pescieda a 2 ore e 20 minuti ed il laghetto del Grillo a 4 ore. Un secondo cartello dà Lotteno a 30 minuti e Dona di Prata di 45 minuti.
Dopo circa cento metri, ad un tornante siamo ad un bivio e lasciamo il sentiero per Uschione predendo a destra (sentiero B6, indicazioni per Dona, 30 minuti, Lottano, 40 minuti ed Iscrizioni Rupestri). Procediamo in leggera salita, superando la Valcondria e giungendo ad un secondo bivio, al quale prendiamo a sinistra (indicazione per Lottano), salendo decisamente su un sentiero piuttosto sporco. Passiamo sotto un vecchio piano inclinato ENEL dove passava la condotta forzata da Lottano al fondovalle, poi rimossa, ed usciamo dalla selva ad una piazzona su un tornante dx (per chi sale) della carrozzabile Prata-Uschione. La seguiamo in salita e dopo pochi tornanti la lasciamo imboccando la stradella sulla destra che porta subito alla piazzola di parcheggio di Lottano (m. 654).


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Si tratta di una frazione di Prata, posta su un incantevole ripiano di prati ritagliato sull'aspro versante settentrionale della Val Schiesone, al riparo dalle violente piene dell'omonimo torrente che, dal 1700 al 1953, hanno più volte flagellato il fondovalle. La vicenda umana di questi monti risale ben al di qua delle soglie della storia, come tesimoniano le incisioni rupestri trovate su una rupe posta un po' più in basso, presso la frazione di Dona. In tempi decisamente più recenti la felice posizione spiega perché nei secoli passati vi dimorassero molte più persone di quanto oggi si potrebbe immaginare. Nel 1861, per esempio, vi abitavano 240 persone, un quarto della popolazione complessiva di Prata Camportaccio. La statistica curata dal prefetto Scelsi, nel 1866, registra a Lottano 247 persone (il nucleo centrale di Prata, per avere un'idea comparativa, ne contava 130), 129 maschi e 118 femmine, di cui 156 celibi e 72 coniugati. Le case erano 35, di cui 4 vuote, mentre le famiglie erano 49. Il lavoro di dissodamento che rese disponibili i prati si dovette, nel XIII secolo, all'iniziativa dei monaci cistercensi della vicina (più in basso, a monte del centro di Prata Camportaccio) abbazia di Dona, edificata nel 1178, che ne deteneva il possesso. L'etimo del nome, peralto variamente attestato (Lottano, Lotano, Lotteno e Lodeno) rimanda a tale opera di dissodamento. Tre sono i nuclei dell'insediamento. Quello centrale è raccolto attorno alla chiesetta dedicata al Sacro Cuore di Gesù ed a Pasquale Baylon, costruita nel 1799 (il più recente restauro è del 2009). Ad est del centro sta un secondo gruppo di baite, alcune ben ristrutturate. Sulla prima che incontriamo si legge ancora la scritta "Osteria". Sul lato opposto, infine, presso il punto di arrivo della carrozzabile, sta un gruppo di baite dall'aspetto più dimesso. Su una parete però sopravvive un dipinto di Madonna con Bambino.


Lottano

Dalla piazzola di Lottano proseguiamo verso destra su un viottolo, lasciamo a destra il nucleo centrale di baite attorno alla chiesetta e raggiungiamo un bivio con cartelli. Qui lasciamo il viottolo e scendiamo verso destra (indocazioni per Dona e Prata), su una bella mulattiera delimitata da muretti a secco. Entrati nella selva, pieghiamo a destra e scendiamo decisi, passando per alcune baite precedute da un suggestivo tratto scavato in un roccione. Passiamo a destra delle baite e, ignorato il sentiero in piano che si stacca sulla destra, scendiamo ancora, diritti, nella selva, dalla quale usciamo ad una piazzola. Procediamo diritti, passando a sinistra di un grane rustico, ed imbocchiamo la stradella che dopo poche decine di metri confluisce nella carrozzabile Prata-Uschione. Saliamo lungo la carrozzabile, verso destra, passando a monte della fascia di prati che ospita il nucleo di Dona (m. 450).    


Dona

Qui, infatti, in età medievale sorse un monastero benedettino maschile, di regola cistercense o benedettina. Fu fondato nell'ultimo quarto del secolo XII da un religioso, Olderico, che lo storico settecentesco Francesco Saverio Quadrio ritiene proveniente dal monastero di San Fedele di Samolaco. Il 3 luglio 1185 il monastero ricevette in dono dall'imperatore Federico I un terreno e un campo. Papa Urbano III conferma la sua istituzione nel 1187, attribuendole diverse terre, fra cui quella di Lottano ("Loteno"). Nel 1216 era costituto dall'abate,da tre monaci e da cinque conversi. Nel 1254 è attestata la presenza di cinque religiosi, e così nel 1316. La visita pastorale del Vescovo di Como Landriani nel 1444, però, trova nel monastero solo un professo ed un converso, mentre manca l'abate, Giovanni "de Isardis" di Treviglio. Ultimo abate regolare è stato Luca da Oggiono, tra il 1454 ed il 1473, con un solo monaco professo e due servitori. Nel 1474 succedeva al defunto abate Luca un commendatario, Giovanni "de Prata". Dopo la sua morte iniziò un periodo di vacanza, fino alla soppressione.


Dona

Dona non rimase però deserta: dalla statistica curata dal Prefetto Scelsi nel 1866, infatti, apprendiamo che nel nucleo vivevano 57 persone (20 maschi e 37 donne, 40 celibi, 12 coniugati e 5 vedovi), in 11 case (di cui 2 vuote). Il numero di famiglie era di 11.


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Saliamo dunque sulla carrozzabile per Uschione, ma al primo tornante dx la lasciamo, seguendo il cartello del sentiero B6, che dà Chiavenna a 30 minuti. Sotto il cartello, un pannello indica le Incisioni Rupestri che nel 1978 alcuni studenti della scuole media Garibaldi scoprirono sul sentiero che collega Chiavenna a Dona, una serie di incisioni a lancia, risalenti alla tarda età del bronzo o alla prima età del ferro, quindi le più antiche rinvenute in Valchiavenna.


Falesia

Il sentiero sale fra muretti a secco nella fitta selva, poi traversa in piano, verso nord. Passiamo così a lato di una fenditura nella roccia, una vecchia cava di pietra ollare. la successiva discesa ci porta sul bordo di una grande falesia che strapiomba sulla piana di Chiavenna.


Sentiero Dona-Chiavenna

Qui si trovano le incisioni rupestri, tre lance con punte rivolte verso sud-ovest, non segnalate per evitare che si moltiplico i gesti di danneggiamento già attuati (evitare di affacciarsi sul bordo molto esposto). Il sentiero lascia poi il ciglio della falesia e rientra nella selva, passando fra alcuni grandi massi (segnavia rosso-bianco-rossi), sempre verso nord. Ripassiamo così sotto il vecchio piano inclinato ENEL dove passava la condotta forzata da Lottano al fondovalle, poi rimossa. Dopo qualche saliscendi, torniamo al bivio incontrato salendo e procediamo diritti, tornando al Deserto ed a Pratogiano a Chiavenna.


Sentiero Dona-Chiavenna        

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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