GALLERIA DI IMMAGINI; CARTA DEL PERCORSO; APPROFONDIMENTO
Lago di Montespluga

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Isola-Montespluga
2 h e 40 min.
650
E
SINTESI. Procedendo sulla ss 36 dello Spluga oltre Chiavenna, raggiungiamo Campdolcino. Uscendo dal paese, prendiamo a sinistra (indicazioni per Isola), lasciando alla nostra destra la strada per Pianazzo, Madesimo ed il passo dello Spluga. Dopo pochi chilometri siamo ad Isola (m. 1268). Parcheggiata l’automobile nel parcheggio sopra la chiesa, scendiamo all’inizio del paese, dove troviamo la locanda Cardinello. Percorrendo una stradina asfaltata, la via Cardinello, raggiungiamo il ponte che ci porta sul lato opposto della valle. Siamo leggermente a monte della centrale idroelettrica e del punto di partenza della strada per Pianazzo, ed abbiamo alla nostra sinistra il torrente Liro. Un cartello indica la Via Spluga, che, nel primo tratto, è costituita da una pista sterrata che sale fino alle case della frazione di Torni (m. 1360). Più avanti la pista cede il posto ad una mulattiera che si congiunge, poi, con la variante che proviene da Rasdeglia e Soste, sul lato opposto, e piega leggermente a destra, risalendo un crinale costituito da larici e magri pascoli, prima di raggiungere l’imbocco della Valle del Cardinello. Il sentiero è intagliato sul fianco strapiombante della valle, con alcuni tratti scalinati nella viva roccia. Alcuni corrimano, nei tratti che richiedono maggiore attenzione, aiutano, ed in generale bisogna procedere con prudenza, ed evitare di percorrere la mulattiera in presenza di neve o ghiaccio. La valle piega verso destra, cioè verso nord-est. Dopo aver superato un’ultima porta nella roccia, il sentiero giunge alla sommità della valle, ad est del punto nel quale la ss. 36 dello Spluga raggiunge la casa Cantoniera di Stuetta. Senza raggiungere la strada statale, proseguiamo sull’antico tracciato, che ci porta sull’imbocco occidentale (di sinistra) del camminamento che percorre lo sbarramento della grande diga di Montespluga. La Via dello Spluga continua guadagnando leggermente quota, sulla sinistra, e correndo poco sopra il lato occidentale del lago di Montespluga, mentre sul lato opposto corre la strada statale. Dopo aver effettuato un arco di cerchio verso sinistra, raggiungiamo il pianoro nel quale termina la Val Loga, estrema propaggine nord-occidentale delle montagne di Valchiavenna. Un ponticello ci permette di superare il torrente che scende dalla valle e di raggiungere le prime case di Montespluga (m. 1908).

Anno 1800: il XIX secolo si apre sotto la stella di Napoleone, il cui splendore si impone in Europa dopo la folgorante battaglia di Marengo, con la quale sbaraglia gli Austriaci riprendendosi la Lombardia. Il geniale stratega è deciso a chiudere la partita con gli Asburgo ed i loro alleati Russi, imponendo la Francia come potenza egemone nel continente europeo, e sa che solamente minacciando una manovra a tenaglia su Vienna potrà piegarli.
Le condizioni sembrano maturare: il 5 dicembre, infatti, il suo generale Moreau sconfigge i Russi ad Hohenlinden, creando i presupposti per una manovra contro l’Austria che parta dalla Baviera. La seconda direttrice deve essere il Tirolo, e Napoleone decide di raccogliere le truppe necessarie richiamando anche l’armata dei Grigioni, al comando del generale MacDonald, costituita da circa 15.000 uomini. Il maresciallo conta di raggiungere Chiavenna passando per il passo dello Spluga, per poi ricongiungersi all’armata d’Italia.
Per guadagnare tempo, sceglie di sfruttare la mulattiera che da Montespluga scende ad Isola calandosi nella gola del Cardinello. Una scelta rischiosa, a dicembre inoltrato, pagata con un alto tributo di vite umane. Uomini, animali e pezzi di artiglieria cominciano, quindi, a scendere lungo il tracciato intagliato, in molti punti, nella viva roccia ed esposto su strapiombi che cadono a picco sul fondo della stretta valle scavata dal torrente Liro. Le vibrazioni provocate dal passaggio dell’armata provocano ben presto alcune slavine, che travolgono diversi soldati ed animali. Il panico fa il resto: cavalli e muli si spaventano, i soldati cercano come possono di calmarli, senza però riuscire ad evitare che altre bestie precipitino scivolando nei tratti esposti. Alla fine Isola è raggiunta, a prezzo, però, di numerose perdite.
Nel 1800 la mulattiera del Cardinello era una delle due vie praticate per raggiungere il passo dello Spluga da Campdolcino: si trattava della strada di sotto, la più antica, di origine romana, cui si affiancò, a partire dal 1226, la strada di sopra, che passava per gli Andossi (termine che significa “ai dossi”) di Medesimo e che aveva finito quasi interamente per soppiantare, all’inizio dell’età moderna, la prima. Fu nel secolo XVI che quest’ultima riprese importanza, in quando, per volontà dei Grigioni, che estendevano il loro dominio su Valtellina e Valchiavenna, fu allargata ed adattata al transito dei carri, con numerose opere che contribuirono a porne in sicurezza i tratti più esposti. Essa si inseriva, poi, nella storica Via dello Spluga, che da Como conduceva al passo.
Il tratto Isola-Montespluga, per la suggestione degli scenari naturali e degli scorci offerti, rappresenta, oggi, un’occasione impedibile per coniugare il piacere di un’escursione di medio impegno al fascino di percorrere una via densa di storia, calcata per secoli da mercanti, pellegrini ed eserciti.
Per effettuare l’escursione dobbiamo raggiungere Isola, in comune di Medesimo, proseguendo, in uscita da Chiavenna, sulla ss. 36 dello Spluga. Isola si trova a 18,5 km da Chiavenna. Per arrivarci, dobbiamo raggiungere Campodolcino e, uscendo dal paese, prendere a sinistra (indicazioni per Isola), lasciando alla nostra destra la strada per Pianazzo, Madesimo ed il passo dello Spluga. Dopo pochi chilometri in uno scenario di grande bellezza (possiamo, fra l’altro, ammirare, sulla destra, la famosa cascata di Pianazzo, con un salto di oltre 200 metri), raggiungiamo le case di Isola, poste a monte dell’invaso artificiale. Il nome del paese deriva, probabilmente, dal fatto che in passato esso era posto proprio in una sorta di isola, circondato da terreni paludosi.
Ci accoglie, a 1268 metri, la bella chiesa dei Santi Martino e Giorgio, di origine probabilmente quattrocentesca. Il paese è chiuso fra la duplice muraglia del versante delle alpi Lepontine ad ovest, presso lo sbocco dell’ampia val Febbraro, e delle alpi Retiche ad est, che presentano l’impressionante versante scosceso e dirupato sul quale si inerpica una strada che porta a Pianazzo, a poca distanza dal bivio Medesimo-Passo dello Spluga. Per imboccare la mulattiera, lasciamo l’automobile nel parcheggio sopra la chiesa e scendiamo all’inizio del paese, dove troviamo la locanda Cardinello. Percorrendo una stradina asfaltata, la via Cardinello, raggiungiamo il ponte che ci porta sul lato opposto della valle. Siamo leggermente a monte della centrale idroelettrica e del punto di partenza della strada per Pianazzo, ed abbiamo alla nostra sinistra il torrente Liro.
Un cartello indica la Via Spluga, che, nel primo tratto, è costituita da una pista sterrata che sale fino alle case della frazione di Torni (m. 1360), dal caratteristico aspetto engadinese. Alla nostra destra i Prati dei Torni, disseminati di alcuni grandi massi, salgono fino ai piedi dello scosceso versante costituito da rocce strapiombanti.
Oltre i Torni, la strada sterrata cede il passo ad un largo sentiero che, prima di allontanarsi dal solco del Liro, ci regala la possibilità di ammirarne un’impressionante forra: scendendo di qualche passo rispetto al sentiero, infatti, possiamo scorgerne, da un roccione riparato da un parapetto quanto mai opportuno, una bella cascata. Sul lato opposto rispetto al nostro, lo scenario è di grande fascino, e mostra, da sud (sinistra), il grande altopiano denominato Pian dei Cavalli, lo sbocco della val Febbraro, il Bosco dei Foi, la val Vamlera ed il bosco di Rasdeglia.
La mulattiera si congiunge, poi, con la variante che proviene da Rasdeglia e Soste, sul lato opposto, e piega leggermente a destra, risalendo un crinale costituito da larici e magri pascoli, prima di raggiungere l’imbocco della Valle del Cardinello (o Gardenello). Inizia il tratto più suggestivo, tagliato sul fianco strapiombante della valle, con alcuni tratti scalinati nella viva roccia. Alcuni corrimano, nei tratti che richiedono maggiore attenzione, non guastano, ed in generale bisogna procedere con prudenza, ed evitare di percorrere la mulattiera in presenza di neve o ghiaccio.
La valle piega verso destra, cioè verso nord-est; mentre saliamo, appare improvvisa ed inattesa la muraglia della diga di Montespluga, che produce un singolare effetto di contrasto fra l’imponenza del manufatto e quella degli spalti rocciosi che la natura ha costruito in milioni di anni. Non manca molto all’uscita dalla valle: dopo aver superato un’ultima porta nella roccia, eccoci, infatti, al pianoro sommitale, ad est del punto nel quale la ss. 36 dello Spluga raggiunge la casa Cantoniera di Stuetta.
Senza raggiungere la strada statale, proseguiamo sull’antico tracciato, che ci porta sull’imbocco occidentale (di sinistra) del camminamento che percorre lo sbarramento della grande diga costruita nel 1931, che ha una capienza di 32 milioni di metri cubi d’acqua. Lo scenario è di grande bellezza: sul lato opposto del grande lago artificiale di Montespluga (m. 1901), verso nord-est, appare l’elegante sequenza, da destra, dei pizzi Spadolazzo, Ursaregls e Suretta, che, con i suoi 3027 metri, domina questo gruppo montuoso. Più a destra, sullo sfondo, l’arrotondato profilo del pizzo di Emet.
La Via dello Spluga continua guadagnando leggermente quota, sulla sinistra, e correndo poco sopra il lato occidentale del lago di Montespluga, mentre sul lato opposto corre la strada statale. Dopo aver effettuato un arco di cerchio verso sinistra, raggiungiamo il bucolico pianoro nel quale termina la Val Loga, estrema propaggine nord-occidentale delle montagne di Valchiavenna. Un ponticello ci permette di superare il torrente che scende dalla valle e di raggiungere le prime case di Montespluga (m. 1908), borgo nato per ospitare coloro che transitavano per il valico dello Spluga (m. 2115), che si raggiunge percorrendo per altri 3 km la strada statale.
La salita da Isola a Montespluga richiede circa 2 ore e 40 minuti, e comporta un dislivello di circa 650 metri.

#inizio

APPROFONDIMENTO

Luigi Brasca, nella monografia “Le montagne di Val San Giacomo” (CAI Torino, 1907), scrive: “Oggi la strada dello Spluga è percorsa ogni estate da una fiumana di turisti: ma quanti di costoro pensano alle memorie del passato, pur così rudemente vive negli avanzi delle strade romane e medioevali, che il tempo rispetta, ancora e più di quello che non abbian voluto gli uomini? Qua, là, tra le verdi erbe dei pianori al fondo della valle, o per entro le gole oscure, o sotto i macigni di una frana, appaiono ancora vestigia di muraglioni, di selciati, di torri; lì passavano le antiche mulattiere storiche, che videro le orde barbariche forse, le legioni di Stilicone, il livore di Barbarossa dopo il ricordo di Legnano, e il coraggio di Macdonald, … precursore dell’alpinismo invernale.


Sentiero del Cardinello

Certo che nessuno di quei condottieri famosi pensò che i posteri mattoidi avrebbero avuto la temerità di misurarsi con quei gioghi paurosi che incutevano tanto sacro terrore, … e men che meno poi che ci avrebbero trovato tanto gusto. Né la descrizione d’un passaggio come quello della Divisione Macdonald, compiuta dal 27 novembre al 4 dicembre del 1800, sotto una tormenta furiosa, doveva servire d’incoraggiamento. “Salendo da Tusizio” l’avanguardia condotta dal generale Laboissière, giunta “con penosi passi ed infinito anelito” quasi alla sommità del passo, è colta dalla bufera; “la quale, furiosamente soffiando sul dorso delle nevi ammonticchiate sopra quegli sdrucciolevoli gioghi, levava una orribile smossa di neve che con indicibile velocità e fracasso nelle sottostanti valli piombando, portò con sé a precipizio quanto le si era parato davanti”… i superstiti scapparono giù di nuovo a Splügen. Arrivato Macdonald, si ritenta la prova; passano tre squadre; ma, all’ultimo giorno, mentre deve passare la retroguardia, col Macdonald stesso, altra bufera come sopra; … “le guide, uomini del paese, atterrite, attestavano l’impossibilità di passare e l’opera loro ricusavano” … ma il Macdonald non cede, e si va avanti; … “le guide, piene di un alto terrore, tornavano indietro; spesso gli uomini sepolti, spesso dispersi…; si aggiungeva un freddo intensissimo, maggiore quanto più si saliva e che gli animi attristava e prostrava, e le membra con renderle, aggrezzava”. Finalmente, superato il passo, “rallegravansi dell’acquistata vita l’uno coll’altro, poiché si erano creduti morti…” … che il percorso seguito dall’antica mulattiera fosse pericoloso, e pericolosissimo poi d’inverno, è facile vedere, pensando che essa seguiva le due gole del Cardinello e del Liro, battute da frane e valanghe, ed ogni tanto devastate dalle piene del fiume.”


Sentiero del Cardinello

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CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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