Nei boschi a monte di Faedo Valtellino
Faedo Valtellino è uno dei più piccoli comuni della provincia, e si trova sul limite orientale dell’ampio versante orobico che scende dal pizzo Meriggio (m. 2346) e dalla punta della Piada (m. 2122), e che separa la val Venina, ad est, dalla valle del Livrio, ad ovest. Non esiste un nucleo principale: si tratta, piuttosto, di un insieme di frazioni. Oggi il centro del paese è la frazione S. Carlo, a 557 metri, ma il nucleo più antico si trova a livello della media montagna: si tratta del bellissimo maggengo di San Bernardo, a 1052 metri, sede della parrocchia fino al 1629: qui, fino al secolo XVII, venivano sepolti i defunti del comune.
Nei boschi a monte di San Bernardo, solitari e bellissimi, si apre un’ampia radura, detta della Foppa, dove il comune ha recentemente riadattato una baita a ricovero sempre aperto, come comodo punto di appoggio per coloro che, per amore della solitudine o per spirito di esplorazione, si trovassero a battere questi luoghi poco conosciuti. Il ricovero, denominato Capanno della Foppa, è quotato 1470 metri e si raggiunge con una tranquilla escursione che parte dalla località Caprari, poco sopra San Bernardo.
Alla frazione Piano portiamoci con l'automobile sul limite del versante orobico, e parcheggiamo nei suoi pressi. Incamminiamoci sulla strada asfaltata: quando questa volge a sinistra ed inizia a salire verso San Carlo, guardiamo sul lato opposto, a destra: a sinistra di una dimora rurare vediamo la partenza di un sentierino, che sale diretto nel bosco, verso sud ovest. Lo seguiamo e ben presto intercettiamo la strada, nei pressi della frazione Feruda, trovando la ripartenza del sentiero sul lato opposto. Saliamo ancora, verso sud, passando per un palo con segnavia rosso-bianco-rosso e numerazione 15. Dopo un buon tratto di salita, usciamo di nuovo dal bosco in corrispondenza di un lavatoio, appena prima della contrada Scenini. Da qui non proseguiamo portandoci verso la strada, ma diritti, salendo sempre verso sud, intercettando di nuovo la strada asfaltata. Ripreso il sentiero sul lato opposto, dopo un ultimo strappo verso sud intercettiamo per l'ultima volta la strada all'ingresso di San Carlo (m. 550).
Passiamo per il sagrato della chiesa al centro del paese, e sul lato opposto, verso monte, vediamo la partanza di una pista sterrata che va a destra (sud-ovest) e sale ai gaggi ed a San Bernardo. Potremmo seguirla per intero, ma ci conviene utilizzare il più rapido, oltre che ripido, sentiero. Ne troviamo la partenza dopo una sequenza di tornanti sx-dx: procedendo, prestiamo attenzione sul lato sinistro, e non ci sfuggirà la partenza di un largo sentiero che sale dapprima vero est, poi verso sud, ed esce dalla selva di castagni sul limite inferiore dei prati dei Gaggi (m. 777), dove intercetta di nuovo la pista sterrata.
Non seguiamo la pista ed ignoriamo sulla sinistra le indicazioni per il Mulino dei Galli: cerchiamo sul limite superiore dei prati la ripartenza del sentiero che sale diretto verso sud-sud-est, in prossimità del ciglio del versante occidentale della Val Venina, sempre in un bosco di castagni, dal quale, dopo una lunga salita, esce proprio sotto il sagrato della chiesetta di San Bernardo (m. 1040), che raggiungiamo dopo circa due ore e mezza di cammino (il dislivello approssimativo in salita è di 735 metri).
Si tratta di una chiesetta quattrocentesca (e forse anche più antica), la più importante in questo settore orobico, dopo San Salvatore. La chiesetta guarda, a nord, al versante retico sopra la valle del Davaglione e la valle di Rhon, ed a sud-est al pizzo di Rodes, che mostra bene, da qui, il suo inconfondibile profilo conico. Appena a monte della chiesetta si trova un grande masso erratico, fra due castagni, con una piccola edicola (collocata dall’A.N.A. di Faedo per commemorare i propri caduti), chiamato “crap del diàul”, cioè sasso del diavolo, e legato ad una curiosa leggenda.
Venne su di nuovo con tutta l'energia di cui era capace, ma quando si riaffacciò al bordo dei prati vide che la chiesa era bell'e finita. Fu preso, allora, da un attacco di ira cieca, sferrò un pugno tanto vigoroso al masso, che l'impronta vi rimase impressa, e la si vede ancora oggi.
Vediamo, ora, come giungere fin qui in automobile. Lasciamo la tangenziale di Sondrio al primo svincolo sulla destra (per chi proviene da Morbegno: uscita per via Vanoni) e prendiamo a destra (indicazioni per Albosaggia), superando il ponte sul fiume Adda. Oltre il ponte, prendiamo subito a sinistra, salendo verso il centro di Albosaggia, che raggiungiamo dopo una salita di pochi chilometri. Il centro si trova poco oltre la ben visibile chiesa di Santa Caterina.
Dalla piazza del municipio parte la strada per Campelli, che dobbiamo imboccare e seguire finché troviamo, sulla sinistra, la deviazione per San Giacomo e San Bernardo. Imbocchiamo e seguiamo la stradina asfaltata che ci porta ad un primo bivio (a sinistra per San Bernardo e l’agriturismo Gaggi, a destra per San Giacomo e Caprari): prendendo a destra, troviamo un secondo bivio, al quale prendiamo a sinistra, fino a raggiungere la piazzola presso la già citata edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi, dove possiamo lasciare l’automobile. DA SAN BERNARDO AL CAPANNO DELLA FOPPA
Torniamo, ora, indietro sulla pista per qualche decina di metri, fino ad incontrare, a monte della stessa (sinistra) la partenza, segnalata da un cartello, del nostro sentiero (sentiero 235: il Capanno della Foppa è dato ad un’ora e 30 minuti, Ambria a 3 ore). Nel primo tratto percorriamo una larga e ripida mulattiera acciottolata, piegando dapprima a sinistra e poi raggiungendo un tornante a destra. Qui, però, ci stacchiamo dalla mulattiera, imboccando il sentiero che la lascia sulla sinistra (seguiamo i segnavia bianco-rossi e bianco-rosso-bianchi). Il sentiero, piuttosto largo, si addentra lungo il selvaggio fianco orientale della Val Venina. Nel primo tratto, che propone qualche saliscendi, attraversiamo alcuni valloni scoscesi (in qualche punto il sentiero è attrezzato con corde fisse, in quanto decisamente esposto, anche se largo), dai quali scaricano anche massi: massima attenzione, dunque. Incontriamo, poi, le prime macchie di alberi (essendo questa zona piuttosto calda, d’estate, non ci possono che far piacere), fino ad una suggestiva pecceta.
Sul lato opposto, vediamo il Capanno della Foppa (m. 1470), che raggiungiamo dopo circa un’ora e mezza di cammino da Caprari (il dislivello in salita è di circa 470 metri). Il capanno, sempre aperto, è di proprietà del comune di Faedo (per informazioni, telefonare allo 0342 566066), ed è dotata di un caminetto, di sei panche e di acqua (che però non è sempre disponibile). Al prato della Foppa transitavano, nel mese di giugno ed una quindicina di giorni fra agosto e settembre, le mucche, prima e dopo il soggiorno agli alpeggi. Il panorama settentrionale dal Capanno propone, sulla sinistra, uno scorcio della testata della Valmalenco, dai pizzi della Sella al pizzo Roseg; al centro sono ben visibili la Corna Mara, la Corna Rossa, la Corna Nera, la Corna Brutana e la vetta di Ron; a destra, infine, si distingue il pizzo Combolo, sul versante orientale della bassa Val Fontana.
DAL CAPANNO DELLA FOPPA AL PIZZO MERIGGIO
Dal Capanno possiamo proseguire l’escursione assumendo come meta la cime del pizzo Meriggio (m. 2348): in tal caso dobbiamo, però, mettere in conto altre 2 ore e mezza-3 di cammino. A lato del capanno, sulla sinistra, il sentiero 235 rientra nel bosco e prosegue, ricongiungendosi, più avanti, al sentiero principale per Ambria (un cartello dà, infatti. Ambria a 2 ore). Noi dobbiamo proseguire per via diversa, vale a dire per un sentiero, al principio poco evidente, che parte alle spalle del capanno e sale al limite superiore del prato, inoltrandosi, poi, nella pecceta, verso sinistra. Questo sentiero, segnalato da alcuni segnavia bianco-rossi, sale per un buon tratto verso sinistra, fino a raggiungere il limite inferiore di una radura (quota approssimativa: m. 1570), caratterizzata da un grande masso erratico. La parte bassa della radura è attraversata da un altro sentiero, che proviene da destra e prosegue verso sinistra, ed è segnalato da segnavia rosso-bianco-rossi.
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). ALTRE ESCURSIONI A FAEDO VALTELLINO |
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