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Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Chiareggio-Alpi Vazzeda inferiore e superiore-Alpe Monterosso inferiore-Alpe dell'Oro-Chiareggio
3 h
500
E
SINTESI. Da Sondrio saliamo in Valmalenco, passando per Chiesa e proseguendo per San Giuseppe e Chiareggio. Qui giunti, scendiamo al parcheggio presso la riva del Mallero (m. 1612) e, senza risalire in paese, ci incamminiamo seguendo la pista sterrata (indicazioni per il rifugio Del Grande Camerini e per l'alpe Forbesina) che si porta alla pineta di Pian del Lupo, la attraversa e giunge al ponte sul Mallero del Muretto. Oltre il ponte, sempre seguendo le indicazioni per il rifugio Del Grande-Camerini e triangoli gialli dell'Alta Via della Valmalenco, III tappa, imbocchiamo sulla destra un sentiero che, ignorata una deviazione a sinistra, porta ad un ponticello in legno ed al limite dell'alpe di Vazzeda inferiore (m. 1832), che lasciamo però sulla nostra destra, piegando subito a sinistra e risalendo un ripido crinale erboso. Al termine del crinale, ritroviamo il sentiero (sul quale si alternano, come segnavia, i triangoli gialli, le bandierine rosso-bianco-rosse e quelle bianco-blu-bianche), che piega verso nord-nord-ovest (cioè a destra), superando una fascia di rada vegetazione, prima di approdare all'alpe di Vazzeda superiore (m. 2020), cui giungiamo passando attraverso una stretta porta nella roccia. Qui lasciamo l'Alta Via della Valmalenco: un'indicazione su un grande masso ed un cartello del sentiero 326 (che dà l'alpe Monterosso inferiore a 40 minuti, l'alpe dell'Oro ad un'ora e 10 minuti ed il passo del Forno a 3 ore), infatti, ci informano che ci dobbiamo staccare (deviazione a destra) dal sentiero che risale i prati dell'alpe, imboccandone quello che punta a nord (segnavia bianco-blu-bianco). Dopo un breve tratto nella pecceta, su una baita diroccata di quota 2060 troviamo segnalata (scritta "Alpe Oro" sulla baita) la deviazione, sulla destra, che ci interessa e che discende il fianco sud-occidentale della valle del Muretto. Qui lasciamo il sentiero che sale in Val Bona al passo del Forno e prendiamo a destra, seguendo un sentierino che scende verso nord-est lungo il selvaggio fianco occidentale della bassa Valle de Muretto. Il sentierino, non sempre evidente, inizia a scendere nel bosco, propone una sequenza di tornanti dx-sx e prosegue nella discesa fino a giungere al punto nel quale attraversa una valletta. Nella successiva discesa verso nord-est ci immergiamo in una fastidiosa fascia di ontani verdi, avvicinandoci gradualmente al solco della bassa Val Bona. Giunti presso la valle, scendiamo ancora restando per breve tratto alla destra del suo solco, poi pieghiamo a sinistra e su un ponticello ci portiamo sul lato sinistro, scavalcando il torrente Valbona che più in alto esce impetuoso da una gola. La successiva discesa per un tratto si tiene per breve tratto a lato del torrente di Val Bona, poi se ne allontana traversando verso sinistra e portandosi alle baite dell'alpe Monterosso inferiore (m. 2033). Il sentiero scarta quindi bruscamente a destra e scende ad un ponte sul torrente Mallero del Muretto (m. 1925). Sul lato opposto prosegue in drezione sud-est, quasi in piano, fra pascoli e radi alberi. Poi entra in una pecceta ed inizia a salire con pendenza decisamente più ripida, tagliando il versante orientale della bassa Valle del Muretto. L'ultimo tratto, molto ripido, va affrontato con un po' di attenzione, e ci porta ad intercettare la strada del Muretto, che da Chiareggio sale fino al passo omonimo. Siamo appena sotto l'alpe dell'Oro: seguendo la pista in salita verso sinistra ci affacciamo subito ai prati di questo panoramicissimo alpeggio. Tornati alla pista per il passo del Muretto, la seguiamo interamente in discesa, tornando così a Chiareggio.


Verso il ponte sul Mallero al Pian del Lupo

Chiareggio (m. 1612) è la perla dell'alta Valmalenco. Localmente denominata cirècc', cirécc' o ciarécc', in un documento del 1544 figurava come “gieregio”, mentre in una mappa del 1816 risultava costituito dalla chiesetta di S. Anna, dall’Osteria del Bosco, dal baitone di fronte alla chiesa e da sei piccole costruzioni lungo il Mallero.
E' punto di partenza di molte escursioni. Fra le meno note ma non meno interessanti va annoverato l'anello della bassa Valle del Muretto, che tocca gli alpeggi di Vazzeda inferiore e superiore, di Monterosso inferiore e dell'Oro, permettendoci un incontro ravvicinato con la Valle del Muretto, la più importante, dal punto di vista storico, dell'intera Valmalenco, perché per il passo del Muretto si transitava fin dall'epoca romana dalla Valtellina all'Engadina e nei secoli successivi vi passarono i ricchi commerci delle piode malenche e del vino valtelinese venduti nei paesi di lingua tedesca.
Per raggiungere Chiareggio dobbiamo lasciare l'automobile nel parcheggio che si trova al termine dell'abitato del paese, ed incamminarci sulla pista sterrata che attraversa il Pian del Lupo (cattiva trasposizione in italiano di cià lla lòp, o ciàn de la lòp, vale a dire il piano della loppa, o lolla, materiale di scarto derivato dalla cottura del ferro: niente a che fare con i lupi, dunque!), seguendo le indicazioni per i rifugi Tartaglione-Crispo e Del Grande-Camerini.


Parete nord del Disgrazia vista dal sentiero per l'alpe Vazzeda inferiore

Durante il cammino, potremo gustare lo scenario superbo della testata della Val Sissone (val de sisùm) con le cime di Chiareggio al centro, ed ai lati, un po' defilati, la parete nord del monte Disgrazia (a sinistra) ed il monte Sissone (còrgn de sisùm, chiamato anche piz sisùm e, dai contrabbandieri, “el catapìz”, a destra).
La pista conduce al torrente Màllero, che scende dalla valle del Muretto; un ponte ci permette di guadagnarne la riva opposta, dove, seguendo i cartelli per il rifugio Del Grande-Camerini e la bocchetta del Forno, imbocchiamo un sentiero che se ne stacca sulla destra. I due segnavia accostati, il triangolo giallo e la bandierina bianco-blu-bianca, indicano che, in questa parte, sul sentiero si sovrappongono il percorso dell'Alta Via della Valmalenco (terza tappa, da Chiareggio a Chiareggio passando per la val Sissone ed il rifugio Del Grande-Camerini) e quello che ci interessa, per la bocchetta del Forno ed il ghiacciaio omonimo.


L'alpe di Vazzeda inferiore

Il sentiero corre sul fianco montuoso e, dopo aver piegato a sinistra, intercettando il sentiero che sulla nostra sinistra giunge dal rifugio Tartaglione-Crispo, si porta al torrentello che scende dall'ampio terrazzo compreso fra la cima di Vazzeda (m. 3927) e la cima di val Bona (m. 3033), e lo supera con l'ausilio di un ponticello in legno. Poco oltre, raggiungiamo i prati dell'alpe di Vazzeda inferiore (alp vazzéda bàsa, la più grande dell'alta Valmalenco - nel 1816 aveva 26 baite, 36 con l'alpe superiore - m. 1832), che lasciamo però sulla nostra destra, piegando subito a sinistra e risalendo un ripido crinale erboso. Al termine del crinale, ritroviamo il sentiero (sul quale si alternano, come segnavia, i triangoli gialli, le bandierine rosso-bianco-rosse e quelle bianco-blu-bianche), che piega verso nord-nord-ovest (cioè a destra), superando una fascia di rada vegetazione, prima di approdare all'alpe di Vazzeda superiore (alp vazzéda òlta, m. 2033, con dieci baite - erano 14 nel 1816), cui giungiamo passando attraverso una stretta porta nella roccia. 


L'alpe di Vazzeda Superiore

Di fronte a noi si mostra l'elegante monte del Forno (fùren, o fórn, ma anche munt rus, m. 3214), che presidia il vertice settentrionale della val Bona. Qui, in corrispondenza di una baita, le strade dell'Alta Via della Valmalenco e del sentiero per la bocchetta del Forno si dividono: un'indicazione su un grande masso ed il cartello del sentiero 326 (che dà l'alpe Monterosso inferiore a 40 minuti, l'alpe dell'Oro ad un'ora e 10 minuti ed il passo del Forno a 3 ore), infatti, ci informano che ci dobbiamo staccare (deviazione a destra) dal sentiero che risale i prati dell'alpe, imboccandone uno che, al cospetto della severa parete nord del monte Disgrazia, punta deciso verso la fascia boschiva, cioè in direzione nord. Entriamo, così, in una bella macchia di radi larici, mentre alle nostre spalle è facilmente riconoscibile, sul versante orientale della val Ventina (val de la venténa), il Bocchel del Cane, fra il monte Senevedo (m. 2561), a sinistra, e la punta Rosalba (m. 2808), a destra.
Presso una baita diroccata di quota 2060, poi, troviamo segnalata (scritta "Alpe Oro" sulla baita) la deviazione, sulla destra, che ci interessa e che discende il fianco sud-occidentale della valle del Muretto, tocca il fondovalle e risale sul fianco opposto, intercettando il sentiero Chiareggio-
passo del Muretto e raggiungendo l'alpe dell'Oro. Qui lasciamo dunque il sentiero che sale in Val Bona al passo del Forno e prendiamo a destra, seguendo un sentierino che scende verso nord-est, lungo il selvaggio fianco occidentale della bassa Valle de Muretto.


Bivio alla baita diroccata di quota 2060

Il sentierino, non sempre evidente, inizia a scendere nel bosco, propone una sequenza di tornanti dx-sx e prosegue nella discesa fino a giungere al punto nel quale attraversa una valletta. Nella successiva discesa verso nord-est ci immergiamo in una fastidiosa fascia di ontani verdi, avvicinandoci gradualmente al solco della bassa Val Bona. Giunti presso la valle, scendiamo ancora restando per breve tratto alla destra del suo solco, poi pieghiamo a sinistra e su un ponticello ci portiamo sul lato sinistro, scavalcando il torrente Valbona che più in alto esce impetuoso da una gola. La successiva discesa per un tratto si tiene per breve tratto a lato del torrente di Val Bona, poi se ne allontana traversando verso sinistra e portandosi alle baite dell'alpe Monterosso inferiore (m. 2033). Il sentiero scarta quindi bruscamente a destra e scende ad un ponte sul torrente Mallero del Muretto (m. 1925). Sul lato opposto prosegue in drezione sud-est, quasi in piano, fra pascoli e radi alberi. Poi entra in una pecceta ed inizia a salire con pendenza decisamente più ripida, tagliando il versante orientale della bassa Valle del Muretto. L'ultimo tratto, molto ripido, va affrontato con un po' di attenzione, e ci porta ad intercettare la strada del Muretto, che da Chiareggio sale fino al passo omonimo. Siamo appena sotto l'alpe dell'Oro: seguendo la pista in salita verso sinistra ci affacciamo subito ai prati di questo panoramicissimo alpeggio (m. 2010).


Alpe dell'Oro

Le sue baite raggiungono il limite di un versante franoso ai piedi del massiccio versante meridionale del Monte dell'Oro. L'alpe, chiamata localmente alp de l'oor, curt de l’òor o munt de l'oor, è attestata in un documento del 1544, con la denominazione Alpis de loro. In una mappa del 1816 risultava costituita da 22 baite
Il toponimo "Oro", in genere, deriva non dalla del prezioso metallo, ma dalla radice "or", che significa "bordo", "ciglio". Ma in questo caso le cose forse stanno diversamente. Il Romegialli scrive ne "Storia della Valtellina e delle già contee di Bormio e Chiavenna" (Sondrio, 1834): "Vi è la pirite marziale con molto oro in Valle Malenco"; effettivamente in valle del Muretto, al monte dell'Oro ed ai laghetti di Chiesa (Valmalenco), secondo quanto riferisce Ercole Bassi, l'oro, almeno nell'ottocento, veniva estratto. E sempre il Bassi riporta il racconto popolare che parla di un tale svizzero, il quale, nella seconda metà dell'ottocento, venne per tre o quattro estati a fare scavi in un luogo molto elevato e quasi sempre coperto da neve del monte dell'Oro, valicando, al ritorno, il passo del Muretto carico d'oro. Quando la cosa si riseppe, vi fu una piccola caccia all'oro, ma nessuno altro riuscì mai a trovare tracce del prezioso metallo. Venne bensì trovato un buco, ad una quota superiore ai 2400 metri, ma, appunto, senza traccia dell'oro favoleggiato. Ed allora, riflettendo su queste notizie in apparenza contraddittorie, capisci che quando c'è di mezzo l'oro occorre procedere... con i piedi di piombo.


Baita all'alpe dell'Oro

E' doveroso aggiungere che la fama del Monte dell'Oro è legata anche ad una leggenda che lo vuole popolato da pericolosi cunfinàa, anime che dopo la morte vengono respinte da cielo ma sono anche poco gradite all'inferno, tanto da essere condannate a vagare in eterno fra desolate pietraie, passando le notti a frantumare massi a colpi di mazza. Il fianco destro (per chi sale, cioè nord-orientale) della valle del Muretto, occupato dall'impressionante versante orientale del monte dell'Oro (m. 3154), sarebbe luogo di espiazione eterna per tre confinati, che talora scagliano sui viandanti che salgono al Muretto i massi che hanno frantumato. Per fortuna il versante meridionale del monte non pare sia di loro competenza, per cui chi vi transita non dovrebbe correre pericolo alcuno.


Alpe dell'Oro

Quel che è certo è che l'alpe dell'Oro costituisce un eccellente belvedere dal quale ammirare la parete nord del monte Disgrazia, con il severo e tormentato ghiacciaio. Non è questa, però, l'unica cima degna di essere osservata con attenzione: alla sua sinistra si distinguono, oltre al citato pizzo Cassandra, il pizzo Ventina ("piz de la venténa", immediatamente a destra dell'omonimo passo) ed il pizzo Rachele; alla sua destra, invece, sono ben visibili le cime di Vazzeda (m. 3301) e di Val Bona (m. 3033), che delimitano il piccolo ghiacciaio di Vazzeda, e l'elegante monte del Forno (fùren, o fórn, ma anche munt rus, m. 3214), a destra dell'omonimo valico.


Colpo d'occhio sul monte del Forno scendendo a Chiareggio

Il ritorno a Chiareggio avviene nel modo più semplice, seguendo cioè in discesa la strada del Muretto, costruita per sopi militari negli Anni Venti, seguendo il tracciato dell'antica via cavallera mercantile per la quale nei secoli passati passarono mercanti ed eserciti da e per la Valtellina. La strada, con ottimo fondo selciato, perde quota con andamento regolare e con una serie di tornanti, passa per il maggengo di Ca' Novi e ci riporta a Chiareggio.


La parete nord del monte Disgrazia vista dall'alpe dell'Oro

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo (CNS, come quelle sopra ricportate), che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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