Dal rifugio Palù al rifugio Marinelli
Su YouTube: Alta Via della Valmalenco 5: Rif. Palù-Rif: Marinelli
CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line
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![]() Partiamo, dunque, dal rifugio Palù e torniamo all'alpe Roggione (m. 2007), dalla quale siamo scesi al termine della quarta tappa. Seguendo le indicazioni attraversiamo un piccolo bosco, nel quale la traccia di sentiero si fa strada a fatica fra alcuni grandi massi.
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![]() Usciti dal bosco, cominciamo a risalire uno stretto vallone, fra erbe e qualche masso, in direzione della sella terminale, cioè del Bocchel del Torno (m. 2203, vedi foto a destra).
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![]() Ignoriamo le segnalazioni alla nostra sinistra, che guidano chi volesse salire alla cima del Sasso Nero (m. 2919), e cominciamo a scendere verso destra, entrando nuovamente in un bosco di larici, dal volto, però, questa volta più gentile.
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![]() Continuiamo, dunque, a scendere verso sud-est, raggiungendo le pisce di sci e la stazione dalla quale parte lo ski-lift che sale fino al monte Motta.
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![]() Poco sopra i rifugi raggiungiamo poi le baite dell'alpe Musella (m. 2076; nella foto a destra l'alpe è vista dal sentiero che sale verso il rifugio Carate Brianza), dalle quali inizia la lunga salita verso nord che porterà alla bocchetta delle Forbici.
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![]() Tre quarti buoni della tappa sono ormai alle nostre spalle ed il rifugio costituisce il nuovo ideale per sostare e chiamare a raccolta le forze residue, prima dello strappo finale. Dal rifugio lo sguardo può spaziare sull'intera vallata, dominata dalla scura e massiccia mole del Sasso Moro (m. 3108, vedi foto a destra).
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![]() Dal rifugio alla bocchetta (m. 2636) il passo, si può ben dire, è breve. Lo scenario che ci attende al di là di essa è probabilmente il più bello dell'intera alta via: improvvisa e perentoria, ecco la testata della Valmalenco, con i suoi colossi che, parafrasando la celebre frase del Re Sole, sembrano dire "La Valmalenco siamo noi".
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![]() Il lato sinistro è occupato dalla vedretta di Scerscen inferiore e dal poderoso bastione roccioso sul quale si elevano il pizzo Gluschaint (m. 3594), i pizzi Gemelli (m. 3584, 3564, ben visibili da Sondrio) ed il pizzo di Sella (m. 3517). A destra dell'evidente depressione del passo di Sella si collocano le più famose cime di questa testata. Innanzitutto il pizzo Roseg (m. 3937, vedi foto a destra), che da qui appare in tutta la sua imponenza ed insieme eleganza.
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![]() Poi il pizzo Scerscen (m. 3971), alla cui destra si colloca la più alta vetta delle Alpi Retiche e la più occidentale delle cime che superano i 4000 metri, il pizzo Bernina (m. 4050), che per la verità non è ancora visibile dalla bocchetta: bisogna, infatti, percorrere un tratto del sentiero che permette di aggirare uno sperone roccioso per vederlo gradualmente comparire davanti al nostro sguardo.
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![]() Ecco, infatti, come appare la testata della Valmalenco (in uno scenario invernale) poco oltre la bocchetta delle Forbici: la visibilità, sul lato destro, è limitata al pizzo Scerscen.
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![]() Aggirato lo sperone roccioso che scende verso nord-ovest dal gruppo delle cime di Musella, il sentiero piega verso destra, alla volta del pianoro detritico che si trova ai piedi della vedretta di Caspoggio, passando a destra di un laghetto. |
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![]() Man mano che ci avviciniamo al pianoro, si apre, alla nostra destra, una visuale sempre più ampia sulla vedretta di Caspoggio, piccolo ghiacciaio che dovremo risalire all'inizio della sesta tappa e dal quale scendono diversi torrentelli, che attraversiamo anche con l'ausilio di un ponticello.
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![]() Alla fine, però, dopo circa 7-8 ore dalla partenza, anche il grande rifugio è raggiunto. Abbiamo superato, in salita, un dislivello effettivo di circa 1300 metri. |
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