CARTA DEL PERCORSO - GALLERIA DI IMMAGINI - ESCURSIONI IN VALFURVA


La Reit vista dalla strada militare dell'Ables

Punti di partenza ed arrivo
Tempo necessario
Dislivello in altezza
in m.
Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti)
Parcheggio di Canareglia-Strada militare dell'Ables-Alpe Solaz di Sotto e di Sopra
1 h e 30 min.
460
E
Parcheggio di Canareglia-Strada militare dell'Ables-Alpe Solaz di Sotto e di Sopra-Zebrù di Fuori-Niblogo-Plazzola-Parcheggio di Canareglia
4 h e 30 min.
650
E
SINTESI. Saliamo lungo la strada statale 38 dello Stelvio fino a Bormio. All’ingresso del paese prendiamo a destra e procediamo diritti, seguendo le indicazioni per S. Caterina Valfurva. Usciti dal paese, proseguiamo sulla statale del Passo del Gavia, passando per Uzza e raggiungendo S. Nicolò Valfurva, dove si trova la sede del comune di Valfurva. Passiamo a sinistra della chiesa parrocchiale e davanti al Municipio (m. 1319). Imbocchiamo poi la strada che sale verso S. Maria dei Monti. Dopo una serie di tornanti dx-sx-dx, passiamo a destra del cimitero e proseguiamo salendo verso la chiesa di Madonna dei Monti. Appena prima della chiesa però svoltiamo a sinistra. Al successivo vicino tornante dx lasciamo la carrozzabile principale e proseguiamo diritti, salendo sulla stradina che porta in in località Canareglia. Passiamo in mezzo alle sue case e proseguendo diritti impegniamo la pista sterrata che dopo breve tratto porta al parcheggio del Parco Nazionale dello Stelvio (m. 1580). Lasciamo qui l'automobile. Dal parcheggio la pista prosegue uscendo ai prati di Ortagio (ortag(h)iu, m. 1616), dove ci accoglie una coppia di baite. Proseguiamo in un bel bosco di larici, uscendo poi, dopo un tornante a destra, al Cràp Castèl. Dopo un tornante a sinistra ignoriamo la deviazione a destra della pista che traversa a Piazzanecco e proseguiamo diritti per un buon tratto, fino al successivo tornante dx. Dopo un lungo tratto diritto, sempre in graduale salita, ignoriamo una seconda pista che si stacca a destra ed attraversiamo un avvallamento. Usciti dal bosco di larici, giungiamo fino al successivo tornante sx, dove lasciamo la pista per imboccare un tratturo che sale molto ripido verso destra (indicazione per l'alpe Solaz, data a 30 minuti). Saliamo lungo il tratturo, che, dopo due brevi tornantini sx-dx, si restringe a sentiero marcato ma esposto sul lato destro, fino ad uscire dalla macchia di pini mughi ai prati dell'alpe Solaz di Sotto (m. 1947). Passiamo a sinistra di due baite e proseguiamo su una pista sterrata che passa a destra di una baita e, dopo un ultimo ripido strappo, raggiunge i prati dell'alpe Solaz di Sopra (m. 2035), splendido terrazzo panoramico sulla Val Zebrù ed il Gran Zebrù, dove l'escursione può terminare. Al ritorno possiamo ripercorrere la via di salita oppure allungare un po' l'escursione (40 minuti circa), imboccando la segnalata deviazione a sinistra per Piazzanecco per portarci alle baite di Piazzanecco (m. 1681) dove imbocchiamo la carrozzabile che scende ad intercettare la carrozzabile per Niblogo che, percorsa scendendo verso destra, riporta ad un bivio appena sopra Madonna dei Monti: qui prendiamo a destra, saliamo a Canareglia e proseguiamo per breve tratto fino al parcheggio del Parco Nazionale dello Stelvio, dove abbiamo lasciato l'automobile.
Se vogliamo invece percorrere un anello ben più lungo (anello Solaz-Zebrù di Fuori) all'alpe Solaz di Sopra proseguiamo diritti, passando a monte di una baita e appena a destra di tre baite, fino ad un sentiero che prosegue diritto in una macchia di mughi, segnalato da un cartello che dà Zebrù di Fuori ad un'ora. Passiamo così per una radura (segnavia rosso-bianco-rosso con numerazione 23 su un sasso) e proseguiamo salendo gradualmente verso nord-est, fino ad uscire all'aperto alla parte alta della Valle Ardof, che il sentiero attraversa su terreno franoso (attenzione), a 2100 metri, per poi proseguire in leggera discesa ed in piano verso est (ignoriamo la deviazione segnalata che scende diretta, verso destra, all'alpe Ardof). Scendiamo leggermente attraversando un vallone a quota 2080 metri, per poi scendere gradualmente ancora ad attraversare un secondo vallone a quota 2050. Una breve discesa ci porta sul filo di un dosso e traversando a sinistra ci portiamo alla Val Lunga, che attraversiamo per poi scendere speditamente su un nuovo dosso boscoso, verso sud-est, per uscire infine ai prati ed alle baite della località Zebrù di Fuori (m. 1825). Seguiamo ora la pista della Val Zebrù, scendendo verso sinistra. Dopo una sequenza di tornanti sx-dx attraversiamo su un ponte il torrente Zebrù e scendiamo restando alla sua sinistra e passando per il ristoro Zebrù (m. 1682). la successiva discesa ci porta ad un nuovo ponte per il quale ci riportiamo a destra del torrente, proseguendo sulla pista che si porta allo sbocco della valle, fino al parcheggio di Niblogo (m. 1601). Proseguiamo sulla carrozzabile che scende verso Madonna dei Monti. Ignorata la deviazione a destra che sale a Piazzanecco, passiamo appena a monte della chiesa ed al primo tornante sx lasciamo la carrozzabile principale per imboccare quella che sale a Canareglia e, di qui, al parcheggio del Parco Nazionale dello Stelvio, dove abbiamo lasciato l'automobile.


La Reit vista dalla strada militare dell'Ables

C’è una pista che risale l’ampio terrazzo di pascoli dell’Ablés, che si stende sotto la cresta della Reit ed a monte di San Nicolò Valfurva, alle porte della Valfurva. Una pista che sale con andamento costante, tradendo la sua origine militare, e regala un colpo d’occhio meraviglioso sulla conca di Bormio e soprattutto sulla Val Zebrù. Si tratta della strada militare dell’Ablés (“strada da l’ablés” o “stradón”), costruita fra il 1915 ed il 1918 per offrire un supporto logistico alle truppe attestate sulla Cresta della Reit, al passo dell’Ables.


Apri qui una fotomappa della parte superiore della strada militare dell'Ables

A piedi o su due ruote è un piacere assecondarne le flemmatiche svolte, con la curiosità di vedere fin dove si può spingere, fin dove va a finire, perché quando i pascoli si spengono contro le straripanti colate di pietrame che la Reit ha scaricato nella sua immemore storia, la pista non si dà per vinta, va avanti, portandosi quasi a ridosso dei pinnacoli rocciosi che difendono la cresta. Termina poco sotto gli scorbutici roccioni, poco sotto il passo dell’Ables, varco che si indovina più che scorgersi sulla cresta dell’Ables. Ma non è necessario salire fin qui: la si può lasciare ben prima per salire all'alpe Solaz di Sotto e poi di Sopra, terminando l'escursione ad uno dei più spettacolari terrazzi panoranici della Valfurva, con magnifico colpo d'occhio sul Gran Zebrù. Il tutto in un'ora e mezza circa di cammino dal parcheggio sopra Canareglia. Se poi si vuole una cammonata più impegnativa, dall'alpe si può traversare alla Val Zebrù (baite di Zebrù di Fuori), tornando all'automobile per la pista della Val Zebrù, ed in questo caso le ore di cammino da mettere in conto sono almeno quattro. Vediamo entrambe le possibilità.


Ortagio

Saliamo lungo la strada statale 38 dello Stelvio fino a Bormio. All’ingresso del paese prendiamo a destra e procediamo diritti, seguendo le indicazioni per S. Caterina Valfurva. Usciti dal paese, proseguiamo sulla statale del Passo del Gavia, passando per Uzza e raggiungendo S. Nicolò Valfurva, dove si trova la sede del comune di Valfurva. Passiamo a sinistra della chiesa parrocchiale e davanti al Municipio (m. 1319). Imbocchiamo poi la strada che sale verso S. Maria dei Monti. Dopo una serie di tornanti dx-sx-dx, passiamo a destra del cimitero e proseguiamo salendo verso la chiesa di Madonna dei Monti (Madona di mont), posta a 3,8 km da S. Nicolò. Si tratta in realtà della chiesa dedicata alla Madonna del Carmine, e l'espressione "Madonna dei Monti", che ad essa viene usualmente riferita, designa l'insieme dei dieci nuclei di baite ed abitazioni disseminati, sulla fascia dai 1410 ai 1700 metri di quota del versante della Reit a monte di San Nicolò Valfurva, nuclei che nei secoli passati hanno conservato una forte identità rispetto agli abitanti del piano, cioè "dal bass". Il nucleo con la chiesa è propriamente "Plazola", i rimanenti sono "Parìs", "Adàm", "Noàm", "Canaréglia", "Plazanéch", "Cadalbèrt", "Fantèla", "Nibloch", "Taulanof".
Appena prima della chiesa svoltiamo a sinistra, seguendo la strada principale. Al successivo vicino tornante dx lasciamo la carrozzabile principale e proseguiamo diritti, salendo sulla stradina che porta in in località Canareglia. Passiamo in mezzo alle sue case e proseguendo diritti impegniamo la pista sterrata che dopo breve tratto porta al parcheggio del Parco Nazionale dello Stelvio (m. 1580).


Cima Piazzi e Corno di S. Colombano visti da Ortagio

Dal parcheggio la pista prosegue uscendo ai prati di Ortagio (ortag(h)iu, m. 1616), dove ci accoglie una coppia di baite, nella splendida cornice della Reit, che si eleva sovrana sopra la liena dei larici. Più a sinistra lo sguardo si porta fino alla coppia di cime che spicca a sud-ovest, la cima Piazzi ed alla sua destra il più modesto Corno di San Colombano.
Proseguiamo in un bel bosco di larici, uscendo poi, dopo un tornante a destra, al Cràp Castèl. Dopo un tornante a sinistra ignoriamo la deviazione a destra della pista che traversa a Piazzanecco e proseguiamo diritti per un buon tratto, fino al successivo tornante dx. Dopo un lungo tratto diritto, sempre in graduale salita, passiamo a monte la parte alta dei prati di Plazzanecco (plazanéch, la più alta frazione di Madonna dei Monti) ed ignoriamo una seconda pista che si stacca a destra, per poi attraversare un avvallamento.


Le baite di Solaz di Sotto

Usciti dal bosco di larici, giungiamo fino al successivo tornante sx, dove lasciamo la pista per imboccare un tratturo che sale molto ripido verso destra (indicazione per l'alpe Solaz, data a 30 minuti). Saliamo lungo il tratturo, che, dopo due brevi tornantini sx-dx, si restringe a sentiero marcato ma esposto sul lato destro, fino ad uscire dalla macchia di pini mughi ai prati dell'alpe Solaz di Sotto (solazz da frò, già citato in un documento del 1605, m. 1947). Passiamo a sinistra di due baite e proseguiamo su una pista sterrata che passa a destra di una baita e, dopo un ultimo ripido strappo, raggiunge i prati dell'alpe Solaz di Sopra (solazz d'inzù, m. 2035), splendido terrazzo panoramico sulla Val Zebrù ed il Gran Zebrù, dove l'escursione può terminare.


I prati di Solaz di Sotto

Alle spalle delle baite, infatti, la massiccia muraglia della Reit sembra smorzarsi e scendere ad una coppia di cime (solo apparentemente) più basse; quella più a destra è il regale Gran Zebrù. Proseguendo verso destra lo sguardo incontra le pendici che scendono dal monte Confinale. Proseguendo in senso orario ecco l'ormai famigliare coppia della cima Piazzi e del Corno di San Colombano. Più a destra distinguiamo l'imbocco della Val Viola Bormina ed il passo di Foscagno.
Guardando ai prati dell'alpe, verso il fondovalle, colpisce il ripido declivio che termina alla linea degli alberi. L'accumulo invernale della neve, qui, può diventare molto consistente. Nel 1598 proprio da qui partì la rovinosa slavina che distrusse quattro fuochi (famiglie), uccidendo 17 persone.


Le baite di Solaz di Sopra ed il Gran Zebrù (a destra)

Un documento del 1605 così descrive la capacità di carico degli alpeggi alle falde della Reit: "Dalla val d’Uza sopra Hortese, tirando alla cima di Cristallo, comprendendo Solaz et venendo sin all Bles d’Ardof, si può in detti confni istadiare armenti capi n° 150, item bestiame minuto capi n° 800".
Al ritorno possiamo ripercorrere la via di salita oppure allungare un po' l'escursione (40 minuti circa), imboccando la segnalata deviazione a sinistra per Piazzanecco per portarci alle baite di Piazzanecco (m. 1681) dove imbocchiamo la carrozzabile che scende ad intercettare la carrozzabile per Niblogo che, percorsa scendendo verso destra, riporta ad un bivio appena sopra Madonna dei Monti: qui prendiamo a destra, saliamo a Canareglia e proseguiamo per breve tratto fino al parcheggio del Parco Nazionale dello Stelvio, dove abbiamo lasciato l'automobile.


Apri qui una panoramica dall'alpe Solaz di Sopra

Se vogliamo invece percorrere un anello ben più lungo (anello Solaz-Zebrù di Fuori) all'alpe Solaz di Sopra proseguiamo diritti, passando a monte di una baita e appena a destra di tre baite, fino ad un sentiero che prosegue diritto in una macchia di mughi, segnalato da un cartello che dà Zebrù di Fuori ad un'ora.
Passiamo così per una radura (segnavia rosso-bianco-rosso con numerazione 23 su un sasso) e proseguiamo salendo gradualmente verso nord-est, fino ad uscire all'aperto alla parte alta della Valle Ardof (val d'àrduf), che il sentiero attraversa su terreno franoso (attenzione), a 2100 metri, per poi proseguire in leggera discesa ed in piano verso est (ignoriamo la deviazione segnalata che scende diretta, verso destra, all'alpe Ardof).


Il Gran Zebrù dal sentiero che sale verso la Val d'Ardof

Scendiamo leggermente attraversando un vallone a quota 2080 metri, per poi scendere gradualmente ancora ad attraversare un secondo vallone a quota 2050. Una breve discesa ci porta sul filo di un dosso e traversando a sinistra ci portiamo alla Val Lunga, che attraversiamo per poi scendere speditamente su un nuovo dosso boscoso, verso sud-est, per uscire infine ai prati ed alle baite della località Zebrù di Fuori (m. 1825).


Il sentiero che sale verso la Val d'Ardof

Seguiamo ora la pista della Val Zebrù, scendendo verso sinistra. Dopo una sequenza di tornanti sx-dx attraversiamo su un ponte il torrente Zebrù e scendiamo restando alla sua sinistra e passando per il ristoro Zebrù (m. 1682). la successiva discesa ci porta ad un nuovo ponte per il quale ci riportiamo a destra del torrente, proseguendo sulla pista che si porta allo sbocco della valle, fino al parcheggio di Niblogo (m. 1601). Proseguiamo sulla carrozzabile che scende verso Madonna dei Monti.


Le baite di Zebrù di Fuori

Ignorata la deviazione a destra che sale a Piazzanecco, passiamo appena a monte della chiesa ed al primo tornante sx lasciamo la carrozzabile principale per imboccare quella che sale a Canareglia e, di qui, al parcheggio del Parco Nazionale dello Stelvio, dove abbiamo lasciato l'automobile.


La pista della Val Zebrù

CARTA DEL PERCORSO sulla base della Swisstopo, che ne detiene il Copyright. Ho aggiunto alla carta alcuni toponimi ed una traccia rossa continua (carrozzabili, piste) o puntinata (mulattiere, sentieri). Apri qui la carta on-line

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